In collaborazione, redatto e pubblicato da Doog Reporter
Hwange | Zimbabwe
Nell’immaginario collettivo la figura del sacerdote ha una ben precisa delineazione. Medesimo caso quello del vescovo per il quale, probabilmente, l’idea è ancora più radicata e immobile. L’altolocato prelato è considerato ‘superiore’ al comune sacerdote anche per quel che riguarda i servizi da questo normalmente svolti. Il vescovo si mette in azione quasi esclusivamente per cerimonie ufficiali e di peso. Al quotidiano ci possono pensare i preti delle diverse parrocchie cittadine. Ma se le parrocchie non dovessero essere così tante e ancor meno dovessero essere i sacerdoti?
E se il fabbisogno quotidiano non dovesse riuscire a essere coperto in modo adeguato? Cosa accadrebbe? Con molta probabilità succederebbe quello che è avvenuto nella piccola cittadina zimbawese di Hwange dove la figura del sacerdote della parrocchia e del vescovo coincidono. È il caso di monsignor Luis Alberto Serrano, settantenne spagnolo da trent’anni in Zimbabwe.
Arrivato come semplice missionario ha fatto carriera sul campo. “Mi sono subito trovato a mio agio – spiega comodamente seduto dinnanzi ad una statua della madonna nel piccolo giardino della casa vescovile – tanto da non aver mai voluto mutare il rapporto con i miei parrocchiani. Sono tutte persone molto calorose e abbiamo reciprocamente visto l’uno negli altri dei punti di riferimento”. (…)
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