Di recente ho proposto qui sul blog alcune fotografie relative alle riprese <dal basso> ovvero <ad occhio di rana> che hanno, come naturale complemento, la ripresa <dall’alto> ovvero <a volo di uccello>. Ogni volta che ci si appresta a fare click si decide, in modo o razionale o istintivo, quale sia il punto di presa più funzionale a quel che vogliamo ottenere. Apro questa mia con una fotografia che ho sempre molto amato per la sua immediatezza narrativa. La fotografia è di Edouard Boubat, un Maestro della celebre corrente <umanista> francese, e introduce molto bene questo mio scritto.
Vediamola insieme. Siamo a Nazaré, all’epoca villaggio di pescatori, a circa 100 km da Lisbona. La ripresa è stata effettuata da un’altura che domina l’abitato. E La fotografia è facilmente decodificabile. Ospita due presenze: in basso Nazaré, ed in alto come abbandonato su un muretto un uomo, probabilmente un bracciante stanco e vinto dal sonno. A sinistra in basso un altro uomo anch’egli preda della stanchezza. Una fotografia, questa che dà conto, insieme, e del territorio e degli uomini che lo abitano. Ecco perché ho appena scritto di <immediatezza narrativa>. (Una nota spicciola per chi voglia cimentarsi con questo specifico punto di presa. La caccia <dall’alto> è meno facile di quella <dal basso>. E la spiegazione è semplice; nel primo caso bisogna guadagnare un punto elevato (un’altura naturale, il piano alto di una casa, un ponte, un campanile). Nel secondo caso è sufficiente, mentre camminiamo, rivolgere lo sguardo in su, ed …è fatta!) 1) La bicicletta – Una composizione in bell’equlibrio. Su una lavagna grigia, ampia ed uniforme, staccano due presenze. In basso a sinistra una bici animata, in alto a destra una bici solitaria e le due, entrambe, legate> insieme da una diagonale perfetta. Il tutto grazie allo speciale punto di presa.
2) Mont Faron – Mont Faron è l’altura/belvedere che mette in vetrina Tolone, nel sud della Francia. Anticipo, non è una prova di fattura super, è però onestamente documentaria. Il segmento alto, cromaticamente forte, gioca in armonia con la città in basso leggera di tono e come immaterica. L’autore, bravo, ha ben gestito i diversi parametri di ripresa per armonizzare al meglio i due segmenti.
3) Il frutteto – Mi spiace non avere qui il nome dell’autore di questa magnifica opera <a volo di uccello>. Ok la funzionalissima celta di un punto di presa che ha consentito di esaltare il tracciato diagonale e ordinatamente geometrico del campo. Ok al cromatismo d’insieme che è di sicura suggestione. Ed ancora ok alla presenza, minuscola ma preziosa, delle due figure umane. Il regista dell’immagine è stato perfetto in tutto, dalla intuizione alla realizzazione.
4) Il pozzo di San Patrizio – Orvieto. Costruito da Sangallo Il Giovane, per volere di Papa Clemente VII che voleva garantirsi una riserva d’acqua in caso di assedio, è un capolavoro di ingegneria. Due rampe di scale elicoidali, a senso unico, l’una (in discesa), e l’altra (in salita) consentono di esplorare il fondo del pozzo. 72 finestroni si aprono sulle sue pareti. Il <plus> di questa fotografia è, infine, nella presenza, funzionalissima, della donna in rosso che guarda verso fondo dell’opera.
5) La Torre dell’Orologio – di F. Crea – E’ mia questa foto, ed è la mia preferita. I bambini rivolgono ansiosi lo sguardo verso l’alto della Torre del Municipio di Monaco di Baviera in attesa che l’Orologio cominci il consueto spettacolo di animazione. Straordinari i loro sguardi medusati, e di bell’equilibrio la loro postura distesa in tensione.
6) L’ombra – Un’ombra molto secca catturata dalla mia finestra. Ho atteso che il sole spingesse da sinistra a destra per distendere suggestivamente il soggetto in orizzontale. Il cromatismo grigio e nero dell’insieme è gradevolmente esaltato dalla macchia rossa della borsa dell’uomo. Spero che questa immagine sia di stimolo a servirsi frequentemente dei nostri comodi punti di presa casalinghi.
7) Le panchine – di Rémi Tournier – Bella, impeccabile, di rigorosa matrice geometrica, questa composizione <sposa> due panchine. Serve dell’altro per dimostrare come e quanto la ripresa <a volo di uccello> si proponga come una straordinaria miniera di opportunità? Non credo, un esame attento di tutte le foto qui presenti documenta benissimo eche questo gioco ha almeno 99 diverse soluzioni
8) La neve – Densa, piena e abbacinante, la neve è venuta giù a lungo. Ed io ho profittato ancora una volta della mia finestra. Un Maestro della Fotografia, André Kertesz, ungherese di nascita e parigino di affezione, nel 1936 arriva negli Stati Uniti con cui intrattiene un difficile rapporto. Cercate le fotografie di Kertesz (basta l’edizione economica di Photo Poche) e ci troverete un mare di immagini riprese “de la fenetre” e con sguardo “en plongée”. Questa prospettiva gli consente di evitare la confusione di più piani prospettici allineati in orizzontale, e di esaltare, isolandola, l’immagine in basso. Semplifico: se questa mia immagine l’avessi realizzata in strada con una presa in asse, la sua visione sarebbe stata penalizzata da altre presenze davanti o dietro alla vettura.
9) Giacometti – Ero sul terrazzo della magnifica Fondazione Maeght a Saint-Paul de Vence, ed ho avvistato in basso una delle celebri sculture filiformi di Alberto Giacometti. Il Signor Caso che sovente viene in soccorso dei fotografi (e non solo di costoro) mi ha dato una mano: una giovane signora è entrata in scena accanto alla scultura come a fare il verso ai suoi passi ed alla sua postura piegata in vanti. Ok, vista e catturata!
10) Ragazza sulle strisce – Mi piace questa proposta fuori dal consueto con la ragazza che muove decisa i suoi passi in uno spazio mal/definito e con delle strisce pedonali che danno vita ad un insieme di foto/scrittura di fattura innovativa e moderna.
11) Il parapendio – Per lasciare l’Osservatorio Astronomico di Calern in Provenza gli escursionisti percorrono questo serpentone bianco che scende a valle. Gli appassionati di parapendio decollano proprio in prossimità dell’Osservatorio. E questa immagine la si può vedere spesso. Il fotogramma è nettamente tagliato in due dal sentiero che si srotola al di sotto dell’oggetto volante fortemente connotato dal suo colore forte. Una fotografia suggestiva ma che è anche un po’ facile e… ruffiana.
12) La spiaggia – Questa fotografia è delicatamente impreziosita dallo speciale punto di presa elevato che la ha difesa da probabili, e vicine, presenze penalizzanti. La sua marcia in più è comunque nell’insieme che è quieto, silenzioso, e gradevolmente connotato da una leggera e contenuta luminosità.
13) Il tappeto elastico – Due bambini saltano su un tappeto elastico in un parco/giochi. Ed il loro mosso, leggero, è funzionale alla prova. Ed infine le loro camiciole, l’una bianca e l’altra rossa, fanno da buon complemento alla cromaticità dell’insieme tutto.
14) A Milano – Una giornata fortunata. Ero in zona Sempione appena accanto all’Arco della Pace e quel giorno, caso rarissimo, fu possibile accedervi e salire in cima fino al primissimo livello che ospita le statue equestri a dominio del parco. Da lì, guardando in basso, ho visto le due minuscole figurine muoversi sul selciato. E’ stato facile, ho fatto clic non appena esse hanno raggiunto, in uscita, l’angolo superiore destro del fotogramma.
15) Tracce sull’arenile – Questa proposta ho voluto inserirla in questa rassegna per mostrare quante e quali, e sempre diverse, possano essere le opportunità di realizzare accattivanti fotografie ricorrendo allo strumento “a volo di uccello”. *** E qui faccio stop augurando buon divertimento a chi vorrà cimentarsi ed allenarsi con questo esercizio.
Filippo Crea
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