Ubuntu. Una pinhole per i bambini Etiopi. Un progetto Ayzoh!

Ayzoh Aps (aka Ayzoh!) è un’impresa sociale che include al suo interno un’agenzia fotografica, un laboratorio editoriale (stampa, web, video), un atelier di design e un centro di ricerche sociali.

Ayzoh! si occupia di progetti editoriali per piccole comunità resistenti e a breve (dal 15 settembre) sarà in Mauritania per un progetto fotografico a sostegno di una comunità nomade, ma oggi vogliamo raccontarvi del progetto Avere Ubuntu e del libro che ne è derivato, che vi presentiamo di seguito e che potete leggere sul sito di Ayzoh! oppure scaricarlo gratuitamente da questo link

 

 

Il progetto

Avere Ubuntu è un progetto realizzato a Hawassa insieme ai bimbi di LUC (Let Us Change) una piccola comunità di Hawassa (Etiopia) ― fondata proprio sui principi dell’Ubuntu ― che si prende cura di bimbi che provengono da condizioni particolarmente svantaggiate.

Il lavoro è stato realizzato nel 2014 ma è stato reso pubblico, a livello internazionale, solo nel 2020: abbiamo aspettato tutto questo tempo per proteggere le storie personali dei bimbi e per aspettare che quasi tutti loro raggiungessero la maggiore età. Anche per questo diamo pochissimi dettagli sulla loro condizione e/o sulle situazioni che hanno vissuto.

La protezione dei soggetti più vulnerabili ― evitandom quindi, anche ogni possibile categorizzazione degli esseri umani ― è uno degli aspetti fondanti del lavoro di Ayzoh!. Abbiamo parlato di questo anche nel manuale di fotografia sociale “La fotografia e i territori dell’Altro”

 

 

La realizzazione del libro

Le fotografie che illustrano “Avere Ubuntu” sono state scattate dai bimbi di LUC (Let Us Change). Per realizzare le immagini di questo libro i bimbi di LUC hanno usato macchine fotografiche a foro stenopeico da loro stessi costruite. Le foto sono state poi sviluppate e stampate in una camera oscura costruita sul posto. Tra tutte quelle fatte, i bimbi hanno anche scelto le immagini che, secondo loro, meglio identificavano il luogo in cui vivono.

Il lavoro è il risultato di un laboratorio didattico di Ayzoh! durato una settimana e condotto dai fotografi Elisa Amati, Seppe Hendrickx e Claudio Maria Lerario. Ha partecipato anche Antonio Amato, fotografo non professionista ma grande appassionato e promulgatore della fotografia stenopeica. A lui va il merito di aver progettato una pinhole camera di cartone facile da costruire anche per chi è alle prime armi.

 

 

La fotografia stenopeica

La fotocamera con foro stenopeico si basa sul principio della luce, la quale viaggia in linea retta e forma dei piccoli punti su materiale fotosensibile, come un rullino o la carta fotografica.

L’immagine che si salva risulta invertita e la nitidezza di essa è proporzionale alla dimensione del foro. Questa, infatti, determina molti fattori, tra cui la profondità di campo e l’esposizione; come nelle macchine fotografiche digitali, un foro più piccolo aumenta la profondità di campo e di conseguenza, rende l’immagine più nitida.

Anche il tempo di esposizione aumenta, diminuendo la dimensione del foro. Questo è dovuto al fatto che un foro più piccolo lascia passare meno luce e quindi, bisogna aumentare il tempo di esposizione per far passare abbastanza luce.

I bambini di LUC hanno imparato a padroneggiare e mettere in pratica queste nozioni in circa due giorni. Le immagini sono state utilizzate anche per produrre stampe a tiratura limitata, manifesti e magliette.

 

 

Perché Avere Ubuntu

Come impresa sociale, Ayzoh! lavora a fianco delle piccole comunità resistenti. Dal punto di vista fotografico, la ricerca e la rappresentazione del “senso di comunità” è il tema principale intorno a cui ruotano tutti i reportage, i viaggi, i progetti e le pubblicazioni di Ayzoh!.

Ma… “comunità” è una parola “en vogue” e, come tale, si presta a infinite interpretazioni, utilizzi fuori contesto (per esempio… la “comunità dei fotografi”) e mistificazioni, soprattutto quando viene usata per scopi politici o di marketing.

Quindi, cosa vuol dire davvero “comunità”? E come si fa, tra tutti gli elementi possibili, a identificare un minimo comune denominatore necessario per definirla tale?

In Italia, a livello pratico, concreto ed economicamente sostenibile — quello di un’utopia possibile (e, un tempo, realizzata) — noi la potremmo identificare nell’esperienza del “villaggio industriale” Olivetti di Ivrea.

Invece, a un livello più filosofico ma anche geograficamente diffuso, il nostro riferimento è senz’altro l’Ubuntu (pronunciato ùbúntú), un concetto tradizionale dell’Africa Sub-sahariana il cui nome — derivato dalle lingue Zulu e Xhola — può essere approssimativamente tradotto come “umanità verso gli altri”.

Da qui è nata l’idea di realizzare una pubblicazione — che fa parte di un progetto sociale molto ampio — insieme a chi l’Ubuntu, tutti i giorni, lo vive davvero.

 

 

Ayzoh!

Ayzoh Aps (aka Ayzoh!) è un’impresa sociale che include al suo interno un’agenzia fotografica, un laboratorio editoriale (stampa, web, video), un atelier di design e un centro di ricerche sociali.

Partendo sempre dalla fotografia documentaria, l’arte umanista per eccellenza, Ayzoh! produce strumenti editoriali di qualità con chi ― nonostante le condizioni avverse (sociali, politiche, ambientali) e la scarsità di risorse ― è impegnato a creare scintille di comune umanità attraverso iniziative che sono utili per la propria collettività ma che rappresentano anche una fonte di ispirazione a un livello più ampio.

Siamo al fianco e accompagniamo ― con un approccio partecipativo ― piccole comunità, organizzazioni, gruppi e individui che lavorano per generare valore, consapevolezza, equità, conoscenza e bellezza attraverso le arti, la cultura, il giornalismo, l’istruzione, l’attivismo, la tutela ambientale, i viaggi, le scienze, la tecnologia e l’imprenditoria.

 

 

 

 

 

NOC SENSEI è un modo nuovo di vedere, vivere e condividere la passione per la fotografia. Risveglia i sensi, allarga la mente e gli orizzonti. Non segue i numeri, ma ricerca sensazioni e colori. NOC SENSEI è un progetto di New Old Camera srl

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