Per Julia Mercedes Dąbrowska la fotografia è sempre stato un mezzo per guardare il mondo, un pezzo di realtà, un attimo nella vita di qualcuno, un momento breve, ma nello stesso tempo pieno di verità e umanità.
Nelle sue foto, Julia prova a catturare non solo la realtà “popolare”, quella realtà per intenderci della quale noi tutti, più o meno, abbiamo una vaga idea, ma anche la “sua” realtà parallela piena di forme astratte e di colori che nel ritmo quotidiano vengono spesso ignorate.
Prova a mostrare il volto magico del mondo intorno a noi, ispirandosi al Realismo Magico, al cinema e alla letteratura.
La mia passione per la fotografia è nata molto presto, quando mia mamma mi regalò la mia prima macchinetta compatta, una Lumix.
Però solo dopo anni, quando mi trasferì a Roma da Stettino (in Polonia), iniziai a scoprire la fotografia sotto un diverso punto di vista.
Sono entrata nell’Accademia di Belle Arti di Roma per approfondire la mia conoscenza tecnica della materia e lì ho iniziato a scattare in pellicola.
Uso sia il piccolo formato sia il formato 6×6 per diversi tipi di scatti: street, ritratti, fine art.
Uso il formato digitale negli ambienti con scarsa luce, cerco sempre di adattarmi col mezzo alla scena che ho presente davanti a me.
Fotografia analogica per me è un contatto diretto con la scena che ho davanti a me.
C’è qualcosa di estremamente reale scattando in pellicola, nel misurare la luce e dedurne l’effetto che produrrà, una cifra astratta sulla superfice chimica del film.
Forse è per questo che la pellicola sembra più viva rispetto al digitale, anche se il digitale è quello che ha la qualità maggiore.
Penso che alcuni dettagli non siano fatti per i pixel, ma per la nostra percezione umana, carnale ed emotiva.
- © Julia M. Dąbrowska
- © Julia M. Dąbrowska
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