L’Ing. Estéban Puzzuoli nasce a Pisa nel dicembre 1976, clinica Rook dell’Ospedale Santa Chiara, dopo lungo travaglio. Una infanzia anonima seguita da una adolescenza anonima seguita a sua volta da una giovinezza ancor più anonima. Formazione tecnico-scientifica, laurea in Ingegneria Biomedica, specializzazione in standard informatici sulla trasmissione di dati biometrici. 9 anni passati come ingegnere ricercatore all’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR. In media età si approccia alla danza, al teatro e alla fotografia, tre forme di espressione che ben presto vengono a formare un mélange senza soluzione di continuità nel suo personale sistema di riferimento espressivo. Non si considera infatti un fotografo, né ha mai frequentato gli ambienti e i percorsi formativi tipici di chi si definisce tale. Il curriculum artistico è piuttosto scarno. Tolti alcuni lavori su commissione, L’Ing. Estéban vanta una sola mostra documentata, nella sede centrale del Secondo Piano a Sinistra, associazione adesso estinta, di cui è stato membro di prima data. Tutte le altre mostre sono state fatte in segreto e in luoghi inaccessibili, anonime, nello spirito del Manifesto di Arte Inaccessibile da lui stesso redatto. E’ inoltre padre fondatore e unico membro del Movimento di Dispersione Fotografica e del Comitato per le Microinstallazione Pubbliche Invisibili, nonché inventore della.retrofotografia.
Elisa Bresciani
Nata sotto un sole cocente nei dintorni d’agosto mette le prime radici in un ambiente umido e salato evolvendo un carattere resiliente e un’implacabile inquietudine migratoria. D’indole romantica, istinto filosofico, tende a vedere le cose come descritte da sottotesti raramente immediati; questo le rende necessario lo sforzo di esplorazione ed attivazione dell’emisfero cerebrale sinistro. Si iscrive quindi all’università, gioca per qualche anno al museo di storia naturale di Calci e fra le isole dell’arcipelago toscano cercando di comprendere qualcosa sulla comunicazione animale ma, non completamente sazia, mette in valigia dubbi ed animali e viaggia in direzione delle lande desolate del nord-europa. Contrariamente a quanto sperato apprendere il metodo scientifico spalanca le porte della filosofia suscitando in lei una continua ricerca dell’ultimo perché e l’inevitabile ritorno alla fanciullezza: ed ecco che dalla scuola torna alla terra e dalla terra ai boschi dove riscopre ancora una volta l’indole romantica, l’istinto filosofico. Lavora fra le montagne una decina d’anni, partorisce una bambina nella notte delle streghe e si lascia infine sconfiggere dal genotipo liberando un’ansia artistica che sfoga in autoscatti.
Oggi fotografa fenotipi, tutti. Come piace a loro.
Valentina Fontanella (Susanita)
Ho la vocazione del clown e tendo a fare tutto per gioco. Porto una bombetta fabbricata nella germania dell’est, sul naso una pallina di gomma rossa, in tasca un blocchetto con matita e al collo una macchina fotografica che quando scatta fa una pernacchia. Giocando ho preso una laurea in lettere, un master in comunicazione e un tesserino di giornalista. Lavoro da diversi anni come fotografa freelance, ho collaborato e collaboro con aziende, artisti, redazioni, editori e associazioni.
Il nostro progetto:
Strane e tortuose sono le vie degli dèi onnipotenti, e spesso conducono i mortali in situazioni che raramente sono prevedibili e pianificabili. Così che la rete di relazioni che in questi anni si è a nostra insaputa intessuta ci ha portato, alla fine, a incontrarci, a riconoscerci e a piacerci. E in ultimo, a fotografarci e a decidere di mettere su, insieme, questa avventura smutandata dell’esplorazione delle relazioni e della loro cruda intimità, quel genere di cose che di solito, quando ci sono, se ne stanno ben chiuse tra le mura domestiche, con le finestre serrate, e che non si mostra mai a nessuno. Queste sono le nostre immagini. Questi siamo noi, nel senso più profondo del termine “essere”.
Il metodo che utilizziamo per essere contemporaneamente fotografi e soggetti è principalmente (ma non esclusivamente) quello dell’intervallometro: la macchina mette a fuoco e scatta ad intervalli regolari quel che accade davanti.
Il collettivo FSM sarà in mostra al prossimo Live di Semplicemente Fotografare.
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