Domenco Cichetti è un fotografo amatoriale che ha iniziato il suo viaggio con la fotografia quando la rivoluzione digitale non era nemmeno immaginabile, quindi si ritiene fortunato nel poter capire pro e contro di entrambi gli approcci.
Non ricorda esattamente quando ha posto per la prima volta l’occhio dietro ad una fotocamera, ma certamente molto giovane negli anni ’70; in famiglia si usavano numerose fotocamere, partendo da una Jhagee Ultrix Simplex 1360 HV 6×9 del 1928 (usata dal nonno ed ancora perfettamente funzionante), passando per la Kodak Instamatic 100 della madre, finendo con le due Yashica Mat 124 del padre ed una Polaroid di cui ha un ricordo meno preciso.
L’approccio alla fotografia è quindi avvenuto progressivamente quasi per osmosi; inizialmente raccogliendo semplici immagini senza una particolare finalità oltre quella documentativa degli accadimenti (famiglia, vacanze etc..).
Il genere di immagine che più gli è congeniale si è progressivamente consolidato nella ricerca di soggetti/ambientazioni considerabili a volte poco attraenti che invece, a suo avviso, nascondono una qualità che viene svelata proprio dalla fotografia forzando l’osservatore a soffermare lo sguardo, anche solo per pochi secondi, su quello che ha visto e cercato di registrare.
Nonostante Domenico utilizzi sistemi di registrazione digitali, egli ritiene sempre più congeniale alle immagini che predilige l’approccio analogico, sia in fase di scatto che in quello di sviluppo (che cura personalmente).
Normalmente procede senza un progetto vero e proprio, muovendosi a piedi e facendosi attrarre dai soggetti; i risultati potrebbero a volte essere omologabili con “immagini Street” altri risultano meno classificabili, mentre la contaminazione di architettura ambientata è spesso presente.
La selezione delle proprie fotografie è un compito arduo per un fotografo amatoriale, pertanto per questa opportunità concessami da NOC SENSEI ho cercato di mantenere un filo conduttore che le colleghi e che per abitudine denomino “urbana”; è un termine che a mio modo di vedere riassume sia lo spazio fisico urbano (e non) che le interazioni umane che vi si svolgono.
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