Will è seduto accanto al padre nel loro grosso pickup rosso, mentre percorrono veloci le dritte autostrade del Wyoming.
Il ragazzo indossa vecchi jeans stinti, una maglietta sporca e una cintura con una fibbia in metallo enorme raffigurante un grosso bufalo delle praterie, proprio come quelli che si vedono pascolare nel parco poco più a nord.
Giunti a destinazione Stephen spegne la macchina e scende cacciandosi in testa il cappello e viene prontamente imitato dal figlio con il cappello di qualche taglia di meno.
Entrambi si dirigono verso gli alti recinti di ferro al di là dei quali aspettano e fremono i più grossi tori di tutto lo stato.
Il fratello, Liam, vedendoli arrivare, salta giù dalla staccionata dove stava bevendo una birra in compagnia di amici, e corre incontro al padre e al fratellino.
Will nemmeno lo vede arrivare.
Il suo sguardo è concentrato altrove.
È rapito dai grandi occhi neri dell’ animale chiuso nel recinto che pare quasi si accorga di essere osservato: sbuffa ripetutamente dalle enormi narici scure e muove qualche pesante passo che alza un poco la piatta sabbia.
Le voci del padre e del fratello sono ormai lontanissime, intorno a Will non esiste più nulla al di fuori di lui e l’animale.
Will non riesce a far altro che pensare che quando calerà il sole e si accenderanno i riflettori sull’ arena, dovranno combattere, dovranno sfidarsi in una lotta nella quale otto secondi sono tanti e che avrà un solo vincitore.
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