Fotografie di Andrea Camiolo
Testo di Davide Maurizi
Redatto e pubblicato da Perimetro
Sono passati cinquant’anni dall’ultima volta che ho preso un treno.
Oggi nessuno più prende i treni: da quando il governo ha concentrato i propri fondi sullo sviluppo delle iperstrade, hanno tutti preferito un trasporto più veloce, più sicuro e anche ecologicamente accettabile. Oggi i treni li prendono solo i migranti e i poeti nostalgici.
Avevo dimenticato la puzza di vecchio, i sedili sgualciti, il sudore dovuto dall’assenza di aria condizionata. Mi trovo in un treno semivuoto: siamo solo io e una signora di fronte a me, che a occhio e croce sembra essere sulla sessantina come me.
Ci sono tutti i presupposti per essere costretto a fare ciò che non avevo voglia di fare: attaccare un discorso.
“Dove va?”
La signora, inizialmente assorta nei suoi pensieri, mi guarda e mi dice: “Da nessuna parte: adoro prendere i regionali per osservare la natura dal finestrino, guardare posti dimenticati, perdermi nei miei pensieri…” Ecco la poetessa nostalgica, penso tra me e me.
“E lei? Dove va? È da un bel po’ che non vedo qualcun altro su un regionale…”
“Torno al mio paese d’origine”
“Oh! Da dove viene?”
Sono anni che mi pongono la stessa domanda, e sono anni che sono costretto a dare la stessa sorprendente e strana risposta: “Non me lo ricordo.”
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