Casa Clementina. Intervista a Federica Nenci

La fotografa senese Federica Nenci entra in punta di piedi in un luogo di accoglienza davvero speciale e, per un anno, documenta la vita dei suoi abitanti perché sente il dovere-bisogno di raccontare il valore della solidarietà che si coltiva a Casa Clementina.

 

 

Può capitare che l’autore, anche se mosso dalle migliori intenzioni, affronti un momento di stasi nel corso della lavorazione di un progetto; la crisi del “E ora come vado avanti?” è più consueta di quanto si possa immaginare. La maniera migliore per sciogliere il nodo è completare il progetto con un editing adeguato, però non è così semplice arrivarci, né tantomeno scontato.

È proprio in questa fase (più comune di quanto si possa immaginare) che, come curatrice, ho incontrato Federica Nenci, autrice del progetto fotografico Casa Clementina, struttura di accoglienza per diversamente abili che si trova nella città di Siena.

Federica era talmente coinvolta dall’esperienza vissuta da avere quello che potremmo chiamare il blocco dell’autore. Eppure, proprio questi momenti di crisi e di dubbio, che sembrano insormontabili, sono i prodromi della riuscita del progetto. Certo, il passaggio da cartella con 100 scatti a cartella con 20 immagini editate non avviene schioccando le dita. Per fare ordine, con Federica abbiamo esaminato le sue intenzioni iniziali, lo svolgimento del lavoro sul campo, la tipologia delle immagini scattate, enucleando i punti forti del lavoro. L’editing, diretta conseguenza di questa prima analisi, ha permesso all’autrice di mettersi in gioco e, quindi, di proporre le immagini di Casa Clementina in diversi contesti, ottenendo consensi e pubblicazioni. Per questa ragione, scorrendo l’articolo sarà possibile vedere sia le fotografie selezionate, sia un mosaico finale con le immagini scartate per carenza nella narrazione e ripetitività dei soggetti. Quelle incluse nell’editing finale, invece, documentano in modo compiuto lo svolgimento delle attività, i protagonisti delle storie, la vita quotidiana dei giovani ospiti di Casa Clementina.

Nell’intervista che segue, Federica Nenci racconta come ha lavorato e perché.

 

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

Federica prima di parlare di Casa Clementina, raccontaci cosa senti di volere e cosa, invece, sei pronta a “offrire” alla fotografia?

Mi sento una fotografa in apprendistato che ha tanta passione per questa materia e voglia di imparare. Infatti, nell’ultimo anno a causa della pandemia che ci sta costringendo a stare molto tempo a casa, ho colto l’occasione per leggere tanti libri di fotografia e di fotografi, per analizzare le immagini realizzate dei grandi maestri, ma anche quelle dei nuovi talenti.

Alla fotografia chiedo di continuare a essere il mio terzo occhio per darmi l’energia e l’intuizione necessarie per realizzare i progetti che verranno. Contestualmente, a lei offro la mia visione di quello che ho intorno, frutto di un lavoro mai distaccato, ma sempre partecipe perché nasce dal bisogno di essere dentro le storie che racconto.

 

Cosa è Casa Clementina e come ci sei arrivata?

È una casa di accoglienza per diversamente abili, una realtà unica sul territorio locale e in totale autogestione economica. Questa struttura si trova tra le mura della città di Siena, è stata inaugurata a dicembre del 2015 e ospita a rotazione 18 giovani diversamente abili. Casa Clementina nasce dall’idea e dalla collaborazione di tre associazioni, Le Bollicine, Asedo e Pubblica Assistenza di Siena, con l’aiuto dell’Asp di Siena e grazie ai finanziamenti del Ministero per le Politiche Sociali sulla legge n° 296/1991 Insieme per crescere: percorsi educativi per favorire l’autonomia delle persone diversamente abili. In casa, coadiuvati da un operatore sociale, i ragazzi sperimentano la vita in piccoli gruppi col fine di intraprendere un percorso di vita autonoma.

 

“Per dare forma e concretezza a un dopo di noi, durante noi, scrivi nel testo che accompagna il progetto.

Esatto! Gli ospiti imparano a prendersi cura di sé e a svolgere le attività della vita quotidiana, come fare la lista della spesa, cucinare, pulire, acquistare il necessario per vivere. La sera poi si guarda insieme la tv, si fanno giochi di società, si legge o si disegna. I ragazzi partecipano anche a gruppi di incontro e ai laboratori all’insegna dello spirito di collaborazione, amicizia e divertimento.

Ho conosciuto la realtà di Casa Clementina grazie a un’amica giornalista che aveva aderito a una campagna di crowdfunding per l’acquisto dell’arredo per alcuni locali della casa. In seguito, ho iniziato a raccogliere informazioni su questa realtà di cui non ero a conoscenza, pur trovandosi nella mia città. Quindi sono arrivata all’idea di far conoscere anche al di fuori della città di Siena la vita in Casa Clementina!

 

Ci racconti la genesi del tuo progetto?

Questo lavoro – che si è svolto fra il 2019 e gennaio del 2020 – nasce dalla volontà di promuovere uno straordinario esempio di inclusione sociale e dal forte desiderio di raccontare che anche le persone con abilità diverse possono avere l’occasione di costruirsi una vita indipendente. Le mie immagini, narrano il viaggio che i ragazzi della casa intraprendono ogni giorno al fine di sviluppare la loro identità e l’indipendenza, anche rispetto al proprio nucleo familiare. Tutti dovremmo avere le stesse opportunità di essere inclusi nella società.

 

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

 

Portaci dentro la casa: come hai operato?

Per prima cosa ho voluto conoscere i ragazzi, ho trascorso del tempo con loro per entrare nella giusta confidenza. Tutto questo è venuto in modo molto naturale; la familiarità è arrivata dopo breve tempo, i ragazzi mi hanno accolta come una loro amica… Se ci penso, mi emoziono ancora adesso! Successivamente ho iniziato a scattare, partendo dagli esterni della struttura per proseguire con gli ambienti interni – stanze, cucina, laboratorio – e i dettagli che rappresentano simbolicamente alcune attività svolte in casa. Poi, sono passata a raccontare la quotidianità dei giovani nell’abitazione: il risveglio, la cura del proprio corpo, la preparazione della prima colazione, delle attività di laboratorio e il ritrovo alla sera per la cena. Inoltre, ciascuno di loro ha risposto a una mia breve intervista, composta di alcune domande uguali per tutti: cosa ti piace fare quando sei a Casa Clementina, cosa hai imparato a fare da solo, quali sono i tuoi hobby e gli sport praticati, cosa desideri realizzare per il tuo futuro. Questa parte del progetto è stata molto divertente, ma anche piena di emozioni ed empatia.

 

Una volta realizzate le foto, come sei andata avanti?

Ho suddiviso per argomento tutte le fotografie prodotte e ho cercando di abbozzare l’editing. Il lavoro fatto insieme a te in tal senso è stato fondamentale perché mi ha permesso di mettere ordine nel materiale prodotto, di capire le potenzialità dello stesso. Inoltre ho compreso quali scatti ancora devo realizzare per completare il racconto sulle attività di Casa Clementina.

 

 

Dopo aver completato questo progetto il tuo sguardo fotografico si è affinato?

Assolutamente sì, fare esperienza sul campo mi ha permesso di comprendere meglio come raccontare una storia, cercando esprimere una visione più introspettiva e non solo descrittiva.

 

Dove hai proposto Casa Clementina?

Ho partecipato a diversi concorsi fotografici, l’ho inviato a magazine di fotografia e riviste che si interessano al sociale. Fino ad ora è stato pubblicato sul web magazine Clichè, sulla rivista online La Camera Chiara del circolo culturale La Bottega delle Immagine di Siena, e proprio in questi giorni sto aspettando conferma dell’uscita del progetto anche su un’altra rivista di settore.

 

Il futuro di questo progetto.

Quando sarà passata questa pandemia realizzerò nuovi scatti per trovare ulteriori chiavi di lettura e delineare altri elementi importanti del mondo della solidarietà.

 

 

 

BIO FEDERICA NENCI

Federica Nenci è nata nel 1978 a Siena, dove vive e lavora. Fin da piccola ha coltivato la passione per la fotografia, per anni si è divertita a sperimentare come autodidatta. Dopo un periodo di fermo, riprende il dialogo con l’immagine fotografica nel 2015, quando riceve in regalo da suo padre una fotocamera reflex. Così inizia un percorso formativo nella sua città dove frequenta un corso di fotografia presso la Bottega delle Immagini di Gigi Lusini. Nel 2017 partecipa al corso di fotografia creativa e postproduzione presso l’associazione Sei per Sei di Stefano Vigni. Due anni dopo, presso Deaphoto di Firenze, studia progettazione fotografica. Questa formazione le ha permesso di capire come costruire un racconto con la fotografia e fare sempre più suo il linguaggio che tuttora adopera e coltiva. È vicina ai temi del sociale e alla paesaggistica.

L’editing completo del progetto Casa Clementina è visibile su qui.

 

 

 

 

 

 

 

Loredana De Pace è giornalista pubblicista, curatrice indipendente e docente. Founder dello Studio CAOS, curatela ed editing (via Puglia, 15 – Monza). È autrice del saggio TUTTO PER UNA RAGIONE. Dieci riflessioni sulla fotografia (emuse, 2017). Dal 2004 scrive per il magazine FOTO Cult Tecnica e Cultura della Fotografia. È editor per i festival di visual narrative Cortona On The Move e per Yeast Photo Festival. È curatrice per il festival di fotografia ColornoPhotoLife. Si occupa della rubrica TAKE CARE of ed è una delle lettrici dell’iniziativa NON CHIAMATELE LETTURE di NOCSensei. È coach su Photocoach.it e collabora con l’associazione culturale NESSUNO[Press]. Ha curato numerosi libri e fanzine, fra cui la monografia MONDI UMANI di Gigi Montali (Corsiero editore), Promenade. Pathos e ironia in costume di Carlo Traini (Crowdbooks) e la fanzine 365 di Jill Vande Wiele. È curatrice di esposizioni fotografiche in Italia e all’estero, partecipa a giurie di premi nazionali e internazionali, collabora con associazioni e festival nell’organizzazione di conferenze e workshop. È docente di progettazione fotografica, photo editing e comunicazione. È docente per Mu.Sa. (Monza) e Orti Fotografici (Milano). Come fotografa ha esposto El pueblo de Salinas e Ecuador: il piccolo gigante (2011, anche volume con introduzione di Luis Sepúlveda), Sono un cielo nuvoloso (2014, Interzone-Roma) e Qualcosa è cambiato (Priverno, 2017) | Sito loredanadepace.com | Facebook bit.ly/2VZe3MU | Instagram @ loredana_de_pace | INTERVISTA VIDEO NOC-HELLO - Loredana De Pace. Uscire dal proprio recinto, alla ricerca di cose belle https://youtu.be/phkaI2Owvx0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Alert: Contenuto protetto!