#homeTOhome
Fotografie di Raoul Iacometti
Milano, Parigi, Genova, New York, Vicenza, Palermo, Bucharest, Lucignano, Iaşi, Montecarlo, Forlì, San Pietroburgo, Napoli, luoghi bellissimi, alcuni distanti migliaia di chilometri, altri raggiungibili in poche ore di auto, ma che in questo particolare e surreale momento della nostra esistenza assumono la stessa distanza, quella dell’impossibilità di raggiungerli fisicamente.
E allora il pensiero, senza confini né limitazioni, va, supera le barriere, le sorvola e arriva in ognuno di questi bellissimi posti in maniera diversa.
Lì ho incontrato grandi artisti, anime sublimi, con i quali ho condiviso e ripreso fotograficamente la loro arte, nonostante le distanze. Abbiamo vissuto su set virtuali, le loro abitazioni e la mia, talvolta la temporalità di un fuso orario che permette di far incontrare il giorno e la notte in un unico scatto.
Sì, sorvolare le barriere dell’oceano, delle montagne, anche quelle delle nostre stesse convinzioni. Superare il limite logico della materialità delle cose, perché l’anima di ognuno di noi è libera e qualche volta ci rappresenta attraverso l’arte

© Raoul Iacometti. Virna Toppi. Principal dancer at La Scala Theatre, Milan and at Bayerische Staatsballet, Munich
Così, “homeTOhome” è il risultato tangibile e materiale di una un’intensa condivisione d’anime, fotografie e sensazioni in tempo reale.
Questo accade ora, nel mezzo di attività casalinghe che ognuno di noi sta cercando di creare per esorcizzare questa situazione strana, paradossale, mai vissuta prima, e che questo periodo di fermo forzato giusto e necessario per la nostra salute e quella degli altri ci ha relegati.
Siamo nel centro di un momento storico particolare che credo lascerà senz’altro un segno in ognuno di noi e che spero porti un cambiamento migliorativo su come affrontare “il dopo”.
Così, giorno e notte, ho viaggiato virtualmente in molte parti del mondo, nel doppio ruolo di ospite e di ospitante.
Un’idea semplice, nulla di eclatante, nulla che possa salvarci fisicamente da questo nemico invisibile, ci sono persone che stanno lottando per fare questo, anche a costo delle loro stesse vite e alle quali va la nostra più grande riconoscenza e gratitudine, questo lavoro vuole essere solo portatore di un po’ di serenità e far comprendere che la cosa primaria di questa nostra esistenza è anche la più semplice da realizzare: il rapporto umano, fatto di parole, gesti, pensieri e tante, tante emozioni.

© Raoul Iacometti. Elena Marzano. Former dancer with La Scala Theatre, dancer with Les Ballets de Monte Carlo
Credi nei tuoi sogni
Se c’è una cosa importante che caratterizza la fotografia di scena in generale e quella di danza in particolare, è il rapporto diretto che si viene a creare fra chi sta sul palcoscenico e l’autore delle immagini che lo riprende.
Non è qualcosa che possa nascere all’improvviso come un’intuizione ma un lungo lavoro che implica profonde conoscenze – quello del proprio corpo da una parte, quello della capacità di coglierlo con la dovuta attrattiva dall’altro – e si arricchisce della sintonia che si stabilisce fra i soggetti.
Tutti i sensi sono coinvolti e non solo, come è inevitabile, la vista perché nelle fotografie migliori si sente anche l’odore acre del palcoscenico, il fruscio strascicato dei passi e quella sensazione tattile che si prova anche a distanza osservando i muscoli tesi sotto la superficie sottile dei costumi.
Che cosa succede, però, quando proprio questo rapporto diretto improvvisamente si interrompe perché qualcosa di imprevedibile si erge come un muro fra i protagonisti di quella che sembrava una bellissima storia?
Se lo è chiesto Raoul Iacometti e sapeva che contro la giusta moratoria imposta in tutto il mondo a causa dell’epidemia che impone a tutti la lontananza non poteva arrendersi.
l suo punto di partenza sono state le tante conoscenze professionali acquisite in anni di lavoro, il motore della nuova iniziativa di cui ha intuito le potenzialità è stato la creatività.
Fino a poco tempo prima i danzatori si muovevano con disinvoltura fra i loro luoghi di residenza e i teatri creando un ideale collegamento fra Parigi e New York, Milano e San Pietroburgo, Genova e Napoli, Bucharest e Mexico City, Montecarlo, Forlì, Vicenza, Luciniano, Iaşi ma ora?
E’ proprio su questa debolezza che il fotografo si è concentrato per trasformarla in una inaspettata opportunità utilizzando quelle tecnologie le cui potenzialità non sempre sappiamo sfruttare a fondo.
Ha ripreso contatti con ballerine e ballerini che, nelle loro case, non smettono di tenersi in forma e altri li ha conosciuti in questa occasione coinvolgendo tutti in un progetto interattivo affascinante.
homeTOhome già nel nome indica l’idea di un’iniziativa decisamente originale: gli smartphone sono stati gli strumenti per avvicinarsi includendo nelle inquadrature l’abitazione dove si muovevano con eleganti movenze i protagonisti trasformando il parquet in un palcoscenico, le finestre in quinte, corridoi e cucine in intriganti scenografie.
Raoul Iacometti avrebbe potuto scaricare le immagini e riprenderle, come fanno altri, dallo schermo del computer ma ha scelto una strada più intrigante: ha posizionato il suo telefono accanto a una libreria, vicino ai fornelli, su un davanzale e ha fotografato con una fotocamera le immagini ricevute ambientandole negli scorci della sua casa.

© Raoul Iacometti. Gabriele Corrado. Former Principal Soloist at Les Ballets de Monte Carlo – Artist at La Scala Theatre, Milan
Così per un verso ha ottenuto immagini finali di alta qualità e per l’altra è riuscito ad avvicinare i luoghi dove tutti stanno chiusi aprendoli a una nuova prospettiva estetica e psicologica perché, sembra suggerirci, se siamo capaci di credere fermamente nei sogni, questi finiscono per avverarsi.
Roberto Mutti
Raoul Iacometti, nato a Milano nel 1961, svolge l’attività di fotografo free-lance alternando la ricerca personale al lavoro commerciale in diversi settori: reportage di documento e socio-umanitario, fotografia industriale e d’interni, eventi, danza e ritratto. Le sue fotografie sono pubblicate su riviste, quotidiani e libri, sono utilizzate per cover/booklet di CD di musicisti italiani e stranieri. Ha ricevuto molti riconoscimenti nei più importanti contest nazionali ed internazionali.
Sue fotografie fanno parte dell’Archivio Storico Fotografico della Fondazione 3M, dell’Archivio Fotografico Italiano ed altre importanti collezioni private.
Fra i suoi lavori più significativi sono da ricordare “Di terra e di fuoco” (2006) reportage sulle ex miniere presso le colline metallifere nel territorio di Massa Marittima (GR), “Ai confini del mare” (1986/2019), “Tre giorni a Madrid” (2007), “I suoni delle Dolomiti” (2007), “Di serra” (2008), “Quale madre” (2008) dedicato al tema della maternità e “Botteghe” (2008) sulla filiera agroalimentare e sull’importanza del cibo nella nostra vita quotidiana; “Just Dancers” (2011) reportage fotografico sul mondo della danza amatoriale classica, contemporanea e jazz.
Nel 2008 crea il progetto no profit “Green Attitude”, la danza legata al mondo di fiori e piante, utilizzando palcoscenici inediti come serre e vivai, luoghi dove ambienta tutti gli scatti, che pubblica ufficialmente nella primavera del 2013. Da quella data il lavoro è ancora work in progress in attesa di diventare un volume fotografico. Le danzatrici e i danzatori provengono da importanti corpi di ballo quali il Teatro alla Scala di Milano, l’Opera di Bordeaux, l’Opera di Roma, l’Opera Nationale de Paris ed altri ancora.

© Raoul Iacometti. Patrick Piras. Dancer at Jon Lehrer Dance Company, New York. -Maria Vittoria Villa. Dancer at Alessandra Corona Performing Works, New York
Nel 2013 è la volta di “Fotografie e altre storie…” un format che fonde, tramite la fotografia, l’arte della scrittura, della musica e della danza. È uno spettacolo condotto con Carlo Negri (scrittore e autore di testi televisivi e teatrali tra gli altri Zelig e gli spettacoli di Giuseppe Giacobazzi) e che è attualmente in essere.
Dal 2015 ad oggi è impegnato in un progetto di reportage socio-umanitario legato alle malattie degenerative come la distrofia muscolare e simili, collaborando con importanti associazioni di volontariato, tra le quali UILDM, UNITALSI e il Centro clinico Nemo, all’interno dell’Ospedale Niguarda di Milano. Da tale progetto è nata la mostra fotografica “Alcuni di Noi”, immagini in bianconero che raccontano le cure in reparto, le attività e il volontariato.
Sempre nel 2015 è uno dei tre autori scelti da Roberto Mutti per “Obiettivo Lampedusa”, un reportage dedicato all’isola e ai suoi abitanti. Le fotografie fanno parte di una mostra itinerante e di un volume fotografico edito da Silvana Editore.
Dalla fine del 2016 al maggio 2018 segue un progetto sul Design Made in Italy in collaborazione dell’Azienda Caimi Brevetti. Il risultato è un libro fotografico con oltre 200 immagini in bianconero (reportage delle lavorazioni, ritratti ai più importanti designer italiani e stranieri e altro ancora). Il il libro è a cura di Aldo Colonnetti e pubblicato da Skira Editore.
Tiene corsi base e avanzati di fotografia e workshop fotografici in tutto il territorio nazionale e all’estero su diverse tematiche tra le quali ritratto, danza, street-photography e, dal 2010 di iPhoneography.
Nel maggio 2015 riceve l’onorificenza di “Autore dell’Anno 2015” dalla Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche, con la pubblicazione di “Storie”, un libro che contiene alcune delle sue fotografie più conosciute.
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