Scritto per e pubblicato su Witness Journal
Tradizionalmente impiegata per invocare gli dei e incutere timore nei nemici prima una battaglia, l’Haka, danza rituale appartenente alle più antiche tradizioni dei Maori, è divenuta simbolo dell’identità di un’etnia.
Da HA – soffio e KA – infiammare, (“accendere il respiro”), l’haka nasce come danza di guerra, tesa ad impressionare e comunicare in modo incisivo la propria aggressività. La lingua fuori, i denti serrati, gli occhi spalancati o i colpi al petto e sugli avambracci, sono simboli di potenza e coraggio che riportano allo spirito guerriero dei Maori.
Pur se oggi comunemente associata alla Nazionale di rugby Neozelandese, gli All Blacks, le sue applicazioni vanno ben oltre il mondo dello sport: essa costituisce un elemento fondamentale dell’identità nazionale di questo paese e con il tempo è diventata un modo per esprimere gioia o dolore durante riti, feste e funerali, o per celebrare l’arrivo di visitatori illustri.
La sua variante puramente artistica é denominata kapa haka, le cui performance si svolgono a tutti i livelli della società, dalle scuole elementari fino a competizioni a livello regionale e nazionale. Le più sentite, tuttavia, sono quelle all’ interno di uno stesso iwi, un gruppo di famiglie correlate da antenati comuni.
Uno degli iwi storicamente ostile ai colonizzatori Inglesi è la tribù dei Tūhoe, abitanti della foresta Te Urewera, nel cuore dell’isola settentrionale della Nuova Zelanda. L’impenetrabilità della loro regione ha permesso loro di rimanere isolati per lungo tempo, venendo in contatto con i pakeha – i bianchi invasori – solo durante le guerre del 1860-1870.
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