Di Marcello Grassi per 8×8
Riconosciuto quale indiscusso protagonista della street photography, Garry Winogrand (New York, 14 gennaio 1928 – Tijuana, 19 marzo 1984) ha costruito il suo approccio originale su un’acuta capacità di osservazione del comportamento umano, unita a una rapidità istintiva e a uno sguardo ironico e libero.
Le fotografie che compongono la sua enorme produzione – circa 20.000 rullini realizzati dagli anni Cinquanta in poi – compongono un molteplice ritratto della società americana e della vita quotidiana del suo tempo.
Nato e cresciuto a New York, Winogrand inizia a fotografare a metà degli anni quaranta, durante il servizio militare.
A partire dagli anni cinquanta orienta senza sosta la sua Leica dotata di ottica grandangolare sulla vita di New York immortalando eventi politici, culturali e mondani, conferenze, vernissage.
Il suo stile raccoglie ben presto il sostegno di John Szarkowski che lo include nella mostra “New Documents” (MoMa, 1967) con Diane Arbus e Lee Friedlander.
Nel 1979 Winogrand, grazie alla terza borsa Guggenheim, si trasferisce a Los Angeles dove si ferma per alcuni anni a documentare la vita californiana.
In aperta antitesi al credo di Adams e di Weston, Winogrand si è sempre lasciato guidare dal suo inesauribile fiuto fotografico, senza creder troppo al concetto di pre-visualizzazione ma sottoponendo a se stesso e al mondo uno stile libero, legato indissolubilmente al potere della fotografia nel vedere più di quanto possa fare l’occhio umano.
Le sue stampe e i suoi negativi sono oggi conservati negli archivi del Center for Creative Photography di Tucson in Arizona.
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