Arcana è una serie fotografica che ci avvicina a quelle identità nascoste che vivono oltre la nostra percezione visiva e razionale delle cose.
Ci porterà su un piano onirico, sconosciuto e misterioso, dove un codice segreto rivelerà una diversa natura dell’uomo nel suo rapporto vitale con il mondo che lo circonda.
Arcana ci porta qualcosa di nuovo, qualcosa di non visto, qualcosa di non immaginato. Una serie fotografica duale e dialogica che ci avvicina a quelle identità nascoste che abitano oltre la nostra percezione visiva e razionale delle cose e che ci fa viaggiare verso «un piano, onirico, sconosciuto e misterioso, dove un codice segreto rivela un natura diversa dell’uomo nel suo rapporto vitale con il mondo che lo circonda.
L’autore riconsidera direttamente il concetto di verità. Tutto quello che viene fotografato in Arcana è reale, è esistito prima dell’obiettivo, ma nel viaggio verso la mente attraverso la percezione, suggerisce e conduce a una rilettura simbolica, che ci mostra, attraverso la creazione di Cristóbal Carretero Cassinello, qualcosa era lì e sfugge alla maggior parte degli osservatori. C’è una doppia lettura in ogni fotografia, che l’ambiguità è ciò che dà mistero e forza al progetto. Le ombre rappresentate sono mostrate con una vita propria indipendente dal soggetto fotografato e in altri casi si verificano misteriose trasformazioni come nella fotografia “L’oracolo”: la testa di un fazzoletto di donna anziana che misteriosamente si trasforma davanti ai nostri occhi attoniti nella testa di un cavallo. Sono percezioni in frazioni di secondo.
Allo stesso modo, c’è un’acuta osservazione di tutto ciò che trascende l’interazione del soggetto con luci e ombre, mettendo lo stesso fotografato sullo sfondo. Questa dualità fotografica è uno strumento di decrittazione per codici preesistenti ma nascosti.
In questa serie Cassinello opera come un “fotografo-medium” che ci mostra astrazioni della realtà, che danno un altro significato a ciò che viene percepito e che mette in discussione la nostra percezione razionale, i nostri preconcetti. Ci restituisce lo sguardo libero di un bambino, ci libera dalla castrazione estetica esercitata dall’Accademia, dal dominante, dal socioculturale -Super-io- e ci riporta all’Io dell’istinto, del sentimento, configurando un nuovo – Sono percettivo e aperto.
Se c’è qualcosa che dovrebbe essere premiato, valorizzato e promosso, è la capacità di un fotografo di mostrare cosa sta nell’invisibilità, quei mondi che attraverso una cornice, una luce e un’ombra, di quella dualità interattiva tra immagini, fanno far emergere nella nostra mente (come l’immagine è apparsa nel vassoio di sviluppo) quell’identità estetica nascosta che ci costringe a percepire l’invisibile e apre nuove strade nella fotografia di strada.
Testo di Josep Fábrega Agea. Barcellona, aprile 2020. Critico d’arte e fotografia.
Cristóbal Carretero Cassinello
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