Correlazioni e conversazioni metafisiche tra pittori surrealisti (René, Magritte, Salvador Dalí, Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Vladimir Kush) e il fotografo Cristóbal Carretero Cassinello.
Testo di Josep Fabrega Agea (critico d’arte e fotografia)
Osservando attentamente le fotografie di Cristóbal Carretero Cassinello e dei suoi analoghi dei classici pittori surrealisti, attentamente, più volte, in ogni dettaglio, osservando profondamente, non nel modo ultraveloce e compulsivo in cui spesso si osservano le fotografie sui social network, noi siamo, saremo costretti a rispondere ad alcune domande che ci incuriosiranno immediatamente. L’arte surrealista, per la prima volta, ha catturato mondi irreali dal mondo figurativo, persone, oggetti, paesaggi, tutto era reale, ma il suo set era estremamente irreale, collegandosi direttamente con il subconscio del pittore che attraverso le sue mani e il suo cervello stava realizzando un costrutto formale surreale completamente inventato.
D’altra parte, vediamo le fotografie di Cristóbal con un messaggio simile ad ogni dipinto, ma con la differenza che tutto ciò che è stato fotografato era lì, non aveva bisogno di essere costruito, dipinto o disegnato, semplicemente una parte della realtà è arrivata al sensore digitale e da lì alla carta. Tutto è ovviamente reale, ma anche tutto è ovviamente surreale. Per fare ciò, il fotografo utilizza un dialogo concettuale grafico con i vecchi surrealisti, che già affermavano nel loro manifesto fondativo che “siamo un movimento letterario e artistico che cerca di trascendere il reale dall’impulso psichico dell’immaginario e dell’irrazionale”.
In ogni fotografia l’autore ha ricercato una pulsione psichico-onirica, simile alla pittura parallela, una creazione di mondi immaginari coincidenti con molteplici elementi che interagiscono in ogni quadro e fotografia; un allontanamento da ciò che è classicamente inteso come razionale per esplorare nuovi percorsi creativi. Cristóbal si ispira a ogni dipinto per formare la propria visione fotografica, un potente dialogo metafisico in cui crea un universo parallelo dalla visione congiunta di due immagini. Solo da questo dialogo reciproco, del gemellaggio tra fotografia e pittura, si può comprendere il concetto avanzato e l’aria fresca della composizione che rappresenta lo stile fotografico creativo di Cristóbal Carretero Cassinello.
Dovremmo tutti, come imperativa necessità, disimparare le percezioni, dialogare con il surrealismo, accostare universi, reimparare a guardare. Fotografare in modo diverso e ripensare se qualcosa in questa vita è reale.
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