«Sensibile e colto narratore, testimone puntuale della società italiana, Federico Patellani, grande maestro del reportage classico e uno degli autori che maggiormente hanno contribuito a definire l’idendità della fotografia italiana anche sul piano internazionale, ha raccontato con linguaggio non retorico il Paese del dopoguerra, la ripresa economica, le industrie, la moda, il costume, la vita culturale. […] un fotografo di classe.
Un fotogiornalista speciale […]»
Roberta Valtorta, direttore scientifico del Museo di fotografia contemporanea
Federico Patellani nasce a Monza il 1º dicembre del 1911
È stato un fotografo e regista italiano, fotoreporter di guerra e considerato il caposcuola del fotogiornalismo in Italia.
Si laurea in legge dopo gli studi classici affiancando alla professione di avvocato la passione per la pittura e la letteratura che matura all’interno dei circoli culturali milanesi.
Nel 1935, come ufficiale dell’esercito italiano, fu incaricato di fotografare le operazioni del Genio in Africa orientale e nel 1939 lascia definitivamente il diritto per dedicarsi al fotogiornalismo iniziando una lunga collaborazione col periodico “Tempo” di Alberto Mondadori.
Sensibile e colto narratore, Patellani è stato testimone di tutti gli eventi che segnano la società italiana del dopoguerra: dal referendum monarchia-repubblica all’occupazione delle terre nell’Italia meridionale, dal lavoro nelle campagne e nelle fabbriche, alla nascita dei concorsi di bellezza, dal mondo del cinema a quello dell’arte e della cultura, alle foto di moda.
Collabora con “Epoca”, “La Domenica del Corriere”, “Successo”, “Storia Illustrata”, “Atlante”, producendo numerosi servizi in tutto il mondo.
Con la sua Leica e con lo pseudonimo di Pat Monterosso fu fotografo di guerra documentando la Guerra d’Etiopia nel 1935; la Seconda guerra mondiale nel Fronte orientale o campagna di Russia; Italia, Milano 1943 e Valmontone nel 1945.
Da ricordare l’amicizia con Carlo Ponti, Mario Soldati, Dino De Laurentis, Alberto Lattuada, grazie ai quali ha l’opportunità di frequentare i set cinematografici e di ritrarre attori come Totò, Sofia Loren, Ingrid Bergman, Silvana Mangano, solo per citarne alcuni.
È considerato «uno dei più importanti fotografi italiani del XX secolo», esponente della fotografia neorealista.
Ci ha lasciato un ricchissimo archivio di immagini, realizzate nella quasi totalità per i giornali, conservato presso il Museo di FOtografia COntemporanea di Cinisello Balsamo.
Muore a Milano il 10 febbraio 1977
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