Fotografare ha spesso a che vedere con la conoscenza. È un mezzo per esplorare il mondo, per incontrare persone, per spingersi curiosi oltre la nostra confort zone fino ad abbassare le difese (nostre e dei soggetti) e, finalmente, comunicare.
Questa definizione è ben sintetizzata nello scatto di Ivan De Francesco che, incappando in questi due affabili signori seduti su un gradino in strada, si accuccia e guadagna il loro sguardo. L’autore sceglie di non nascondersi, di non rubare un’immagine, e i due a loro volta rispondono con fiducia: sono divertiti, disponibili a concedere l’inquadratura di quei volti rugosi che raccontano un Paese lontano ma non troppo.
Questa immagine è quindi il frutto di una sosta, di quello scambio che citavo all’inizio e che avviene quando si decide di guardare davvero, prendendosi del tempo e del coraggio, senza restare sulla superficie delle cose. Montate un obiettivo corto sulla vostra fotocamera, un 28 mm ad esempio, e fate esercizio anche nel quartiere intorno a casa.
Non è un esercizio per tutti, lo sappiamo, ma non è nemmeno così difficile, e il risultato finale dà molte più soddisfazioni rispetto alla scelta di usare un potente zoom: sembra una stretta di mano, non trovate?
Ivan De Francesco aggiunge che: “Dopo aver vissuto a lungo in una bellissima terra chiamata Tunisia ed essermene innamorato, è nato in me il desiderio di interpretare il complesso mondo reale, di penetrare e raccontare l’identità del popolo tunisino, delle sue cose, del suo modus vivendi quotidiano fuori da quel labirinto descritto dal Ghirri e lontano da schemi precostituiti occidentali e del bello per forza.
In questo lavoro ho cercato con curiosità ritratti delle persone vere, normali, che vivono semplicemente la loro quotidianità, ma che rappresentano la dignità, la fierezza e l’orgoglio di un grande popolo intriso di grande saggezza.
Il centro della fotografia è per me importante tanto quanto ciò che la circonda, per questo la scelta di avere il soggetto praticamente sempre nel mezzo come forma di linguaggio, sovvertendo l’aurea legge dei terzi, per concentrare l’attenzione e, al contempo, lasciare spazio per approfondire con una lettura completa, così da dare pari dignità al punto dove è posizionato il soggetto principale e che subito risalta, e il contorno dove c’è il racconto e che contestualizza il soggetto”.
Note biografiche
Ivan De Francesco è nato ad Aviano (PN) l’8 ottobre del 1961. Negli anni ’70 inizia a frequentare gli ambienti della fotografia romana. Laureato in Scienze Strategiche, da appassionato di fotografia ha esposto in varie mostre personali e collettive anche nell’ambito di importanti manifestazioni come il Brescia Foto Festival.
Negli anni ’90 ha collaborato con importanti riviste come Bell’Italia e Vela e Motore, ma anche con il Comune di Genzano di Roma. Ha inoltre fornito immagini alla Telecom per le tessere telefoniche e realizzato cartoline di beneficenza per l’Avis.
Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 è stato fotografo di scena di una compagnia teatrale.
Nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro “Odore Salmastro Misto Vernice”
Nel 2021 ha pubblicato un secondo libro “ Con gli occhi di un Amaziɣ – Nessun luogo è preciso”
Da gennaio 2023 abbiamo deciso che l’appuntamento settimanale diventerà mensile, e sarà aperto sia ai singoli scatti che alle micro-narrazioni raccolte dai fotografi.
Sarà possibile quindi partecipare sia inviando le consuete tre singole fotografie in un mese, sia con un portfolio più articolato che tratti però un tema o un soggetto specifico.
L’invio prescelto rimarrà pubblicato per tutto il mese sulla home page di NOC Sensei.
Non dimenticate di rispettare rigorosamente le poche regole di partecipazione:
- gli scatti devono essere in jpg (max 1MB)
- allegare un piccolo statement introduttivo, rigorosamente in formato word.
- allegare una vostra piccola biografia, rigorosamente in formato word.
Attendiamo i vostri lavori a bestphotomonth@nocsensei.com
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