Sono loro, Nicola Doro, Alan Gallo e Marco Miserini i vincitori assoluti delle selzioni “Best Photo of the Week 2022” con una Menzione Speciale per Alessandro Gaja.
Si chiude così l’appuntamento settimanale curato dalla giornalista e curatrice Barbara Silbe, che ogni lunedì dell’anno appena concluso ha scelto e commentato una delle tante immagini pervenute alla nostra redazione.
Le motivazioni che hanno spinto la giuria a selezionare queste quattro fotografie sono le stesse che ne avevano motivato la selezione settimanale e che riportiamo di seguito sotto ad ogni fotografia premiata.
Un ringraziamento finale va fatto, di cuore, a tutto il pubblico di appassionati che ci seguono fedelmente e che hanno partecipato inviandoci le loro fotografie.
1° CLASSIFICATO: Nicola Doro
Vince una copia di Eyesopen! Magazine e un abbonamento per un anno a NOC Sensei
Nicola Doro
Questa fotografia si intitola “La scatola dei ricordi” e mostra due bimbi immersi nella penombra, i loro volti illuminati da un bagliore che arriva, appunto, dall’interno di una scatola. A fermare per sempre questo momento poetico è stato il loro papà, Nicola Doro, che da qualche anno ha deciso di dedicarsi al racconto quotidiano della sua famiglia e di esprimere per immagini tutto l’amore che lo pervade.
L’autore ha scelto di utilizzare un linguaggio visuale che riporta al valore originale dell’atto fotografico, quello di ritrarre le persone care in istanti intimi per rubarli al trascorrere del tempo.
Una testimonianza iconografica monocroma, la sua, fatta di quotidianità, che ferma la memoria dei momenti, dei gesti, dei rapporti, in una sorta di diario personale, un album proprio come si faceva una volta, da consegnare ai suoi figli per sempre. Ha poi deciso di creare un sito e una pagina Instagram che si intitola “Reportage of my life”, dove tutti possono entrare e comprendere il suo percorso.
2° CLASSIFICATO: Alan Gallo
Vince una copia di Eyesopen! Magazine e un abbonamento per 6 mesi a NOC Sensei
Alan Gallo
Lo scatto di questa settimana, carico di dettagli e armonia, è stato realizzato da Alan Gallo nel Parco Nazionale del Katmai, in Alaska, all’inizio del mese di settembre. Come lui stesso racconta, il corso d’acqua davanti ai suoi occhi era pieno di orsi per via della migrazione dei salmoni, cibo per le loro fauci e per questo vengono attirati sulle sue rive. L’autore ci rivela che indossava una tuta da pescatore e camminava all’interno del fiume Brooks alla ricerca di soggetti isolati.
“Questo grizzly sub-adulto – dice – era uno di quelli che stavo seguendo a debita distanza. Stava cercando di catturare dei salmoni ormai stremati per avere risalito la corrente. Se ci si mantiene a una distanza di sicurezza e non li si infastidisce più di tanto – prosegue l’autore – gli orsi non vengono ad attaccarti, pensano prevalentemente a mangiare salmoni per mettere su peso per affrontare l’inverno imminente. Infatti, il salmone è un ottimo pasto per mettere su il grasso necessario per un semi letargo”. L’immagine che ha realizzato ha una luce perfetta ed è composta con notevole armonia. L’animale, circondato da una corona di gocce d’acqua luminose, sembra guardare direttamente dentro alla sua macchina fotografica.
Come farebbe un soggetto umano, si lascia guardare e osserva a sua volta il fotografo sulla riva, lo valuta, consapevole che quei due mondi, nella frazione di quel clic, si sono toccati.
3° CLASSIFICATO: Marco Miserini
Vince una copia di Eyesopen! Magazine e un abbonamento per 3 mesi a NOC Sensei
Marco Miserini
Le cose appena suggerite, spesso possono intrigare più di un messaggio esplicito. Qui abbiamo un volto celato, un gesto languido, un soggetto visibile solo per un terzo, eppure questa fotografia è di quelle che restano in mente.
Io mi soffermo spesso sull’enigma fotografico, su quelle immagini che sollevano interrogativi in chi osserva, come in questa situazione seducente catturata dallo sguardo di Marco Miserini e confezionata in un bel bianco e nero pieno di sfumature di grigi e di nitore. La posa di lei, la vetrina con le stoviglie decorate, quella rientranza, il pavimento un po’ consunto, hanno un’allure di antico. Potrebbe sembrare una scena dell’Ottocento, se non fosse per la sigaretta e per quei sandali ai piedi. Potremmo azzardare qualche ipotesi, tipo che lei sia la dipendente di qualche lussuoso hotel, o una cliente, colta in un momento di pausa e di dolce far niente. Congetture, necessarie all’analisi dell’immagine, e date dal fatto che l’autore non ha voluto fornirci più informazioni.
Non sappiamo, ad esempio, se ha scelto di mettere la ragazza in posa o se si tratta piuttosto di uno scatto rubato a sua insaputa. Propendo per la seconda ipotesi, considerando che nella sua biografia il fotografo della settimana ci dice che ama la street photography. In ogni caso ha centrato l’obiettivo e il messaggio, regalandoci un contesto pieno di mistero e un’atmosfera seducente, racchiusa nell’atteggiamento svenevole di una mano femminile.
Una MENZIONE SPECIALE va a: Alessandro Gaja
Vince un abbonamento per 3 mesi a NOC Sensei
Alessandro Gaja
Elegante, minimale, quasi astratta, questa immagine descrive molto bene il soggetto fotografato.
Si tratta di un bracco dal pelo grigio di razza Weimaraner, con lo sguardo e il portamento di un principe affacciato da dietro uno spigolo. Lo seguo da molto tempo sui social. Conosco il suo padrone, Alessandro Gaja, un bravo fotografo che lavora e vive a Milano, e ho imparato col tempo a intuire il rapporto stretto che li lega. Una simbiosi, dove ironia e amore si intrecciano, dove a vincere il confronto è sempre questo stupendo, delicato animale di nome Yaki. Il cane è palesemente consapevole di essere fotografato. Non parlo solo dello scatto che ho scelto di mostrarvi ora, se andate a vedere il suo profilo Instagram, vi accorgerete delle sue pose, degli sguardi di sottecchi, della tolleranza che ostenta quando è inquadrato, consentendo paziente e un po’ annoiato di fare da modello ad Alessandro. Frammenti di vita insieme scorrono sulla sua home page, forme che prendono forma, piedi e zampe e pose a confronto, per comporre l’album dei ricordi quotidiani di un magnifico essere peloso entrato a far parte di una famiglia.
Anche nella foto della settimana Yaki ha quel tono vagamente scocciato di chi chiede al fotografo: “dai, su, sbrigati che ho da fare”. Trovo incantevole la scala di grigi, il rigore formale, e quella luce sulla fronte della bestiola che lascia pochi dubbi sul suo carattere.
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