Carl Zeiss Jena Tessar 12cm 1:4,5 per Gamma Duflex, ottica personale di Jeno Dulovits
Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; il protagonista di questo intervento è un obiettivo Carl Zeiss Jena Tessar 12cm 1:4,5 adattato per la rarissima fotocamera Duflex prodotta dalla Gamma di Budapest; quest’obiettivo venne adattato ed utilizzato personalmente da Jeno Dulovits, il geniale progettista al quale si devono il progetto della stessa Duflex ed altre idee interessanti ed innovative.
La Duflex (acronimo di Dulovits reflex) fu un apparecchio reflex per il formato 24x32mm prodotto in piccolissima tiratura nell’immediato dopoguerra dalla Gamma Optikail Muvek, azienda ungherese attiva nella costruzione di fotocamere; questo modello fu concepito da Jeno Dulovits, personaggio eclettico e geniale che aveva sviluppato il progetto nel 1942, concedendolo poi alla Gamma per la relativa industrializzazione; gli eventi bellici procrastinarono la produzione fino al 1948 e le linee entrarono a regime solamente nel 1949.
Nel 1950 la gestione sovietica dei territori nazionalizzò la fabbrica e la produzione fu precocemente interrotta dopo che la ditta aveva assemblato poco più di 500 apparecchi, pertanto la Gamma Duflex è oggi una fotocamera decisamente rara ma il suo grande valore storico non si ferma ai numeri di produzione perché Jeno Dulovits aveva previsto per la sua creatura tre grandi primizie: l’otturatore a tendina metallica in acciaio, lo specchio a ritorno istantaneo e il diaframma a chiusura automatica al momento dello scatto, elementi chiaramente in vantaggio rispetto ai tempi della concorrenza; inoltre la Duflex prevedeva un duplice mirino, tipo Albada e reflex, celati nelle forme di un apparecchio convenzionale grazie alla sofisticazione del suo originale percorso ottico, al quale lo stesso Maitani si ispirò disegnando molti anni dopo la sua Olympus Pen.
Jeno Dulovits, qui in un autoritratto realizzato con la Zeiss Ikon Contax e abbinato al suo brevetto per l’otturatore a tendina in acciaio da 0,05mm di spessore, era un soggetto dai molti talenti: fu un grande fotografo e ingegnoso inventore e già prima della Gamma Duflex, nel 1932, aveva ideato assieme a Miklos Tòth il celebre filtro soft-focus Duto (acronimo, appunto, di Dulovits e Tòth), basato su lenti di Fresnel e in grado di gestire un ottimo controllo delle alte luci, una tematica molto cara a Dulovits che formulò anche un nuovo rivelatore per negativi a base di Metolo che consentiva di abbondare con l’esposizione per aumentare la leggibilità delle ombre senza che le zone delle alte luci forti annerissero in modo eccessivo, mantenendo quindi un contemporaneo controllo sulla modulazione dei dettagli più chiari.
Sicuramente la Gamma Duflex fu il suo capolavoro, seppure mortificata sul mercato da circostanze sfavorevoli; questa piccola reflex era un concentrato di soluzioni molto ingegnose, una delle quali è il sistema reflex che sfruttava una coppia di specchi rovesciati (disposti come un prisma di Porro, effettivamente usato nel primo prototipo) per raddrizzare l’immagine proveniente dallo specchio reflex primario ed indirizzarla in uno specchio secondario, spostato a sinistra, che proiettava l’immagine correttamente orientata nel mirino; questa configurazione riduceva al minimo l’ingombro del sistema e affrancava la fotocamera dal tipico sbalzo sul tettuccio necessario per alloggiare il pentaprisma; la possibilità di mettere a fuoco con sistema reflex eliminava anche la necessità di prevedere un complesso telemetro accoppiato all’obiettivo, semplificando la struttura complessiva della Duflex.
Jeno Dulovits, durante i suoi verdi anni, utilizzava volentieri una Zeiss Ikon Contax rangefinder e questa pratica abituale ha influenzato anche il disegno della Duflex: infatti la sua caratteristica baionetta esterna con relativa culatta sull’obiettivo rimandano direttamente all’analogo dettaglio dell’attacco Contax; l’obiettivo standard della Duflex era un Gamma da 5cm 1:3,5 denominato Artar (nome peraltro inflazionato, visto che l’hanno utilizzato sia Goerz che Schneider), mentre venne previsto solo allo stadio di prototipo un normale più luminoso da 5cm 1:2; quest’ultimo modello fu chiamato Maxar e anche in questo caso troviamo un evidente richiamo al sistema Contax nel suo schema ottico, chiaramente derivato da quello del Carl Zeiss Jena Sonnar 5cm 1:1,5 destinato alla stessa fotocamera.
Restando in tema, va annotato che tutti gli obiettivi Carl Zeiss Jena per Contax con l’ultima lente non eccessivamente sporgente verso il piano focale (in pratica la serie dei teleobiettivi) si potevano adattare su Duflex grazie al suo ridottissimo tiraggio reflex, mentre normali e grandangolari presentavano montature rientranti che avrebbero interferito con lo specchio, precludendo a priori l’ipotesi.
Ciò che colpisce nel design della avveniristica Duflex sono la pulizia e modernità del design e, soprattutto, l’abilità con la quale un sistema di visione e messa a fuoco reflex sia stato perfettamente camuffato nella consueta sagoma di un classico apparecchio compatto con mirino Albada (quest’ultimo perfettamente utilizzabile, una volta che la messa a fuoco fosse stata regolarmente impostata sfruttando il mirino reflex supplementare).
Il brevissimo ciclo vitale dell’innovativa ma sfortunata Duflex non ha consentito di predisporre obiettivi ed accessori supplementari, tuttavia il suo inventore ebbe il tempo di creare un obiettivo ad personam, destinato al suo esemplare; l’obiettivo illustrato a seguire è proprio questo raro cimelio, visibile grazie alla gentile collaborazione del caro amico Dr. Milos Paul Mladek.
Il teleobiettivo in esemplare unico realizzato da Dulovits per la sua Duflex personale si basa su un Carl Zeiss Jena Tessar 12cm 1:4,5; questo specifico pezzo appartiene ad un lotto di 3.000 obiettivi prodotti a partire dall’8 Luglio 1928 e basati su un calcolo ottico del 30 Ottobre 1913; quest’obiettivo era destinato in origine ad una Zeiss Ikon Tropen Adoro 6,5x9cm, apparecchio concepito nel 1921 dall’azienda Contessa Nettel che lo produsse fino al 1927, anno in cui il marchio della fotocamera divenne Zeiss Ikon dopo la fusione di Contessa Nettel in seno al gruppo.
Dulovits adattò facilmente l’obiettivo perché la sua montatura prevedeva già un proprio elicoide di messa a fuoco, pertanto fu sufficiente realizzare un tubo che ottemperasse alle esatte quote di tiraggio dell’ottica Zeiss, prevedendo un filetto anteriore per accogliere l’obiettivo e la baionetta posteriore per il corpo macchina; il mirino reflex non poneva alcun problema di messa a fuoco e nemmeno di inquadratura, nonostante la focale anomala da 12cm; ovviamente l’apparecchio sfrutta solamente una piccola porzione centrale da 24x32mm del formato originale 6,5x9cm, una prassi comunemente sfruttata anche da Leitz per i suoi 135mm Elmar ed Hektor destinati alla Leica.
Peraltro le ottime caratteristiche del Tessar (qui illustrato nella specifica brochure Carl Zeiss Jena dell’epoca) permettevano di osare questo tipo di adattamenti senza temere delusioni nel campo della resa ottica; non per nulla stiamo parlando del leggendario Adlerauge (occhio d’aquila).
Naturalmente quest’obiettivo ha una complessione molto semplice ed artigianale ma questo nulla toglie al grande valore storico di un prototipo realizzato, posseduto ed utilizzato dal geniale inventore ungherese sulla sua Duflex personale!
Un abbraccio a tutti; Marco chiude.
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