Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; parlando per diretta esperienza personale, avendo organizzato raccolte di varia tipologia a partire dai 10 anni di età poi coltivate per tutta la vita, posso dire che uno degli elementi più belli del creare una collezione sta nell’estrema flessibilità dei principi che la informano, colonne d’Ercole personalissime che ciascuno può definire in funzione di gusto, interessi particolari, limiti di budget e molti altri fattori che danno vita a infinite possibilità pur nell’ambito dello stesso comparto.
Avremo quindi chi colleziona solo i quarzi con tramogge da tutto il mondo, chi le ottiche a vite 39×1 di produzione nipponica, chi gli orologi con tourbillon a vista, chi le sabbie di origine vulcanica, chi i binocoli militari WWII, chi le fotocamere reflex automatiche a priorità di tempi, chi ceramiche rinascimentali con blasoni familiari, chi le ottiche progettate da Albrecht Wilhelm Tronnier per varie firme, e così via; non esiste una scala di valori nella dignità di tali collezioni, anche quando il relativo impegno economico è drasticamente differente, quando i loro limiti di ingerenza sono ben chiari e scelti con intelligenza: in ogni caso la ricerca e la documentazione sapranno dare soddisfazioni equipollenti al collezionista perchè collezionare è un viaggio nella conoscenza, non l’ostentazione di una condizione abbiente.
Allo stesso modo, nell’ambito di una cernita ben inquadrata ma più generica, possono prendere vita delle sub-collezioni più circoscritte, nelle quali i parametri risultano ben più restrittivi e il numero di pezzi da recuperare limitato; queste nicchie possono essere interessanti perché, all’interno una collezione generica e talvolta infinita, consentono di finalizzare obiettivi intermedi, provando la gioia di completare una raccolta senza impiegare una vita intera.
Nell’ambito fotografico queste opzioni sono davvero numerose e limitate solo dal gusto e dalla fantasia del collezionista; restando nell’ambito di 2 marchi nipponici molto diffusi come Nikon e Canon, ad esempio, nel primo caso una sub-collezione della quale parlerò in futuro potrebbe raccogliere le ottiche tipo “F” con montatura metallica di vecchia generazione prodotte dal 1972 al 1974 ed aggiornate col nuovo antiriflesso multistato NIC, pezzi riconoscibili per l’aggiunta della denominazione “C” al suffisso che definisce il numero di lenti (QC, PC, HC, SC, OC, NC, e così via), mentre in casa Canon un discorso analogo si potrebbe fare per quelle ottiche della primissima generazione FD introdotte nel Marzo del 1971 che si distinguevano dal resto del gruppo per la baionetta anteriore in finitura cromata anziché nera, i cosiddetti FD Chrome Nose che sono, appunto, i protagonisti dell’articolo.
Le ottiche FD erano il frutto di un evidente sforzo messo in campo dal costruttore per dare vita ad una gamma di ottiche di elevata qualità ottica e meccanica, riconoscibili senza tentennamenti come prodotti professionali; chi conosce bene la parabola del sistema FD, nei 3 lustri in cui calcò le scene con notevole successo, sa che inizialmente le parti ottiche erano vincolate ai limiti tecnici del tempo ma la struttura meccanica eccelleva per robustezza, finitura e qualità dei materiali adottati; poi, col passare del tempo e l’avvicendarsi di varie serie ed evoluzioni, ai progressivi miglioramenti che le nuove tecnologie garantivano agli schemi ottici aggiornati seguiva di pari passo un oggettivo impoverimento della parte meccanica, con i materiali nobili sostituiti progressivamente da plastica e la complessione generale che diventava sempre più cheap e consumer; pertanto, per gli amanti della fattura di qualità, le primissime serie di ottiche FD costituiscono la scelta preferenziale, e in questo ambito i modelli Chrome Nose rappresentano il top grazie alla raffinatezza aggiuntiva della baionetta anteriore cromata e a prova di deterioramento.
Questo tipo di finitura venne probabilmente ispirata da ottiche tedesche come quelle prodotte da Carl Zeiss per la Rolleiflex SL66 di Franke&Heidecke, anch’esse caratterizzate da un barilotto nero con baionetta di servizio cromata, e lo stesso target di riferimento appena citato fa capire quanto fosse ambizioso il progetto FD.
Le ottiche Canon FD destinate alle coeve fotocamere Canon F1 Old e Canon FTb vennero presentate sul mercato nel Marzo 1971 e in questa serie troviamo anche i modelli Chrome Nose che andremo a definire, tuttavia l’archetipo dell’intera gamma e anche di questa particolare linea si può identificare nell’FD 135mm 1:3,5 prima serie: infatti, secondo le informazioni ufficiali, questo singolo esemplare sarebbe stato presentato con largo anticipo, addirittura nel Luglio 1970, cioè 8 mesi prima della commercializzazione effettiva; il peso e la precisione di accoppiamento del suo elicoide fanno capire di primo acchito che si tratta di una realizzazione senza compromessi e osservandolo possiamo annotare le caratteristiche peculiari degli FD Chrome Nose: baionetta anteriore cromata, barilotto metallico con ghiera di messa a fuoco rivestita in gomma con rilievi a diamante (quando molti concorrenti indugiavano ancora con godronature metalliche dalla finitura facilmente deteriorabile), peculiari grafiche in bianco e giallo senape, ghiera del diaframma con sottili rilievi e posizione di blocco per l’automatismo a priorità di tempi identificata da un cerchio verde senza blocco meccanico, baionetta FD con collare di serraggio “breeck-lock”; quest’ultima soluzione consentiva di recuperare eventuali giochi serrando a fondo-corsa e garantiva un accoppiamento sempre preciso.
La successiva evoluzione vedrà la scomparsa della baionetta cromata e, a partire dal 1979, l’introduzione della nuova gamma FD New con barilotto completamente rivisto e sostituzione del collare di serraggio con una soluzione più tradizionale nella quale ruotava l’intero obiettivo.
Inizialmente la gamma delle nuove ottiche FD, supportate ed integrate dalle precedenti FL con attacco parzialmente compatibile, non contemplava numerosi modelli ma anche nell’ambito di questa limitata offerta non tutti gli esemplari prevedevano la baionetta anteriore cromata; vediamo quali.
Questa brochure dell’Agosto 1971 include già tutti i modelli caratterizzati dalla finitura Chrome Nose, così articolati: 24mm 1:2,8, 28mm 1:3,5, 35mm 1:2, 35mm 1:3,5, 50mm 1:1,8, 50mm 1:1,4, 55mm 1:1,2, 55mm1:1,2 AL, 100mm 1:2,8 e 135mm 1:3,5; in tutto si tratta di 10 obiettivi, quindi eventualmente identificano una sub-collezione non eccessivamente impegnativa se non fosse per la versione FD 55mm 1:1,2 AL asferica, davvero rara e ricercatissima in questa prima esecuzione Chrome Nose.
In realtà il corpo professionale F1 e la prima serie di ottiche FD erano già fisicamente disponibili alla fine del 1970 per realizzare fotografie destinate al materiale illustrativo e pubblicitario necessario al momento del lancio effettivo, e proprio una di queste immagini antecedenti è molto interessante perché svela come all’origine la finitura Chrome Nose fosse stata scelta per altri 2 obiettivi, ovvero il 17mm 1:4 e il 135mm 1:2,5, qui effettivamente illustrati con una montatura anteriore cromata (come nota, nell’immagine sono assenti invece i modelli 24mm 1:2,8 e 55mm 1:1,2 AL).
Viceversa, in questa fotografia d’insieme realizzata nel 1971 dopo la commercializzazione, il 17mm 1:4 e il 135mm 1:2,5 compaiono nella consueta livrea nera che caratterizza la serie.
Questi 2 pregevoli FD 55mm 1:1,2 AL con lente asferica e schema flottante ad 8 elementi consentono di inquadrare cronologicamente l’interregno durante il quale i modelli Chrome Nose furono in produzione: l’esordio avvenne con la commercializzazione formale del sistema, nel Marzo 1971, e tutti i modelli in questione passarono ad una baionetta rifinita in nero nel Marzo 1973, quando venne diffuso a gran parte della linea l’antiriflesso multistrato S.S.C (Super Spectra Coating) e il tipo di trattamento venne esplicitamente indicato nella ghiera anteriore (S.S.C. oppure S.C., Spectra Coating semplificato, per i modelli più economici o che non richiedevano un rivestimento estremizzato).
Vediamo ora in dettaglio i 10 modelli Chrome Nose.
Il grandangolare più spinto è il 24mm 1:2,8, calcolato da Akira Tajima assieme all’FD 17mm 1:4 (entrambi compaiono nello stesso brevetto); il prezzo originale negli U.S.A. era 200 Dollari esatti e riguardo al progettista, i meriti di Tajima-San sono notevoli perché alle sue competenze si deve la maggioranza dei grandangolari FD della prima ora, avendo disegnato i vari 17mm 1:4, 24mm 1:2,8, 28mm 1:3,5 e 35mm 1:2.
Il 28mm 1:3,5, con schema retrofocus a 7 lenti e 1 elemento agli ossidi delle Terre Rare, sfrutta la minore apertura per garantire una buona compattezza; il prezzo di 170 Dollari non è molto dissimile da quello del ben più ambizioso e complesso 24mm 1:2,8, ad indicare come gli elevati standard qualitativi generali comportassero una soglia comune nei costi iniziali.
Il terzo modello è l’FD 35mm 1:2, famoso grandangolare luminoso che si caratterizza per la lente anteriore concava ed è anche rinomato per una leggera radioattività, dal momento che il suo complesso schema con 9 lenti in 8 gruppi utilizza un vetro lanthanum Dense Flint Ohara LaSF03 (corrispondente alla categoria Schott LaSF43) che inizialmente era formulato utilizzando ossido di torio; poi, come mie ricerche hanno documentato, alcuni anni dopo la composizione del vetro venne modificata eliminando questo componente radioattivo senza tuttavia alterare i valori rifrattivi e dispersivi, tanto che esistono obiettivi, come questo, nei quali le serie più tarde con identico schema ottico non presentano più alcuna radioattività proprio per l’avvicendamento del vetro aggiornato in luogo di quello originale.
Anche in questo caso il prezzo di 200 Dollari, poco superiore a quello del 28mm 1:3,5 nonostante la notevole meccanica, lo schema con flottaggio e 5 vetri agli ossidi delle Terre Rare, fa comprendere come a determinare il listino sia soprattutto la complessione generale e i materiali, così come avveniva con gli eccellenti obiettivi Carl Zeiss per Contarex.
Il quarto modello, e ultimo dei grandangolari, è l’abbordabile 35mm 1:3,5, un obiettivo ereditato dal sistema FL che si proponeva per fornire un leggero grandangolare ai fotoamatori con budget limitato; gli acquirenti potevano comunque contare su uno schema a 6 lenti nemmeno troppo semplificato, il tutto a un prezzo dimezzato rispetto al professionale 35mm 1:2 che ne giustificava la compresenza.
Purtroppo le brochure Canon del 1971 con la descrizione delle ottiche non prevedevano schede per i normali FD 50mm 1:1,8, 50mm 1:1,4 e 55mm 1:1,2 Chrome Nose, pertanto ci limiteremo ad una singola immagine.
L’FD 50mm 1:1,8 Chrome Nose è il normale più economico e diffuso, poi evoluto in serie differenti che non hanno mai rinnegato il classico e valido schema Doppio Gauss simmetrico a 6 lenti in 4 gruppi che forniva elevata risoluzione e contrasto; la complessione metallica iniziale del Chrome Nose dovette poi scendere a compromessi nelle varianti successive, con l’arrivo di plastica prima nel baffle paraluce frontale, poi nella ghiera di messa a fuoco e infine, con l’FD New, in gran parte dell’obiettivo, mentre il diaframma a 6 lamelle passò successivamente a 5,
Il sesto obiettivo Chrome Nose è l’FD 50mm 1:1,4, un celebre normale luminoso molto apprezzato dai Canonisti per le sue prestazioni generali; in questa serie iniziale lo schema derivava direttamente da quello del precedente FL;, tuttavia quest’ultimo era stato appena ricalcolato e quindi le sue prestazioni risultavano molto buone anche in configurazione FD.
Un altro normale Chrome Nose lanciato nel Marzo 1971 è il luminosissimo FD 55mm 1:1,2, un obiettivo che adottava uno schema simile a quello del 50mm 1:1,4 ma incrementava la focale a 55mm per semplificare il conseguimento dello spazio retrofocale necessario all’uso dello specchio reflex in una struttura così luminosa e critica; questo normale luminoso in versione con baionetta cromata si può considerare il più classico obiettivo standard da abbinare alla professionale Canon F1 Old.
L’ottavo obiettivo Chrome Nose è un modello che all’epoca fece scalpore e portò il fabbricante all’attenzione degli addetti del settore quale azienda depositaria di tecnologie ottiche estremamente sofisticate e moderne; infatti questa versione “on steroids” del 55mm 1:1,2 visto in precedenza non ha nulla da spartire se non i meri dati di targa: la versione FD 55mm 1:1,2 AL prevede infatti una superficie asferica molata di precisione sulla superficie anteriore della seconda lente, l’impiego di vetri ottici lanthanum Dense Flint ad altissimo indice di rifrazione (1.883) e l’adozione di uno schema Doppio Gauss evoluto con 8 elementi e sistema flottante per la messa a fuoco ravvicinata.
Quest’obiettivo è molto ambito fra i collezionisti del Sol Levante, specialmente in questa prima versione AL con baionetta cromata prodotta dal 1971 al 1973, pertanto risulta decisamente raro e molto costoso, specie se in ottime condizioni; del resto anche il prezzo originale di ben 900 Dollari testimonia il tour de force tecnologico che lo caratterizzava.
Passando ai teleobiettivi, il nono obiettivo Chrome Nose è l’FD 100mm 1:2,8, un apprezzato modello da ritratto che utilizza uno schema Gauss modificato a 5 lenti e garantisce una buona compattezza; in questo caso la semplicità dello schema, 5 lenti senza punti di incollaggio, consentiva di contenere il prezzo in appena 140 Dollari, rendendolo molto competitivo rispetto ai fratelli grandangolari.
Infine, in decimo Chrome Nose è il 135mm 1:3,5 già abbondantemente descritto; quest’obiettivo utilizza lo schema derivato dal corrispondente 135mm FL degli anni ’60 e sfrutta la classica architettura tipo Sonnar creata da Ludwig Bertele ed utilizzata anche nei corrispondenti teleobiettivi Zeiss; la massa del doppietto centrale contribuiva ad incrementare il peso dell’esemplare, tuttavia anche in questo caso la struttura semplice e senza vetri speciali consentiva di limitare il prezzo ad appena 125 Dollari, a fronte di valide prestazioni.
Vediamo ora come si sono evoluti questi obiettivi nel Marzo 1973, quando ci fu la rivoluzione del multicoating condiviso nella gamma e la nuova denominazione del trattamento con sigle di colore rosso.
Il 24mm 1:2,8 rimase otticamente invariato, la baionetta anteriore divenne nera, sulla ghiera del diaframma comparve un blocco per la posizione di automatismo e sul frontale la sigla S.S.C.
IL 28mm 1:3,5, prodotto solo per un breve periodo dopo queste modifiche e poi ritirato dal mercato, in questa occasione passò ad uno schema simile ma più semplice, con 6 lenti anziché 7, e a sua volta adottò la baionetta anteriore nera, il pulsante di blocco per l’automatismo del diaframma e la nuova sigla anteriore S.C. ad indicare l’antiriflessi meno sofisticato.
Il 35mm 1:2 rimase otticamente identico al predecessore (ma la nuova versione del vetro eliminava la leggera radioattività) e a sua volta fu aggiornato con baionetta nera, blocco per l’automatismo del diaframma e la denominazione S.S.C.
Il 35mm 1:3,5 venne semplificato utilizzando un nuovo schema con appena 5 lenti (in precedenza erano 6), mentre a sua volta vide arrivare la baionetta nera, il pulsante di blocco sulla ghiera del diaframma e la denominazione S.C.
Il normale 50mm 1:1,8 mantenne lo stesso gruppo ottico e fu aggiornato con gli identici dettagli già ampiamente descritti, compresa la denominazione S.C.; già in questa versione iniziò la progressiva semplificazione, realizzando in plastica l’ampia palpebra antiriflesso che circonda la lente frontale, perseguendo economie importanti in un obiettivo che sarebbe stato prodotto in milioni di esemplari.
Anche nel 50mm 1:1,4 lo schema ottico rimase invariato e comparvero la baionetta nera, il pulsante di blocco per il diaframma e la denominazione S.S.C.
Sorte analoga anche per il luminoso 55mm 1:1,2, che mantenne lo schema originale e subì le leggere modifiche già viste sul 50mm 1:1,4.
Anche il prestigioso 55mm 1:1,2 AL con lente asferica mantenne lo schema ottico (adottando però a sua volta la nuova versione del vetro prima radioattivo e ora inerte) e anche l’esclusivo filetto dorato, quasi un’insegna serie L ante litteram, mentre anch’esso vide scomparire la baionetta nera ed arrivare il pulsante di blocco del diaframma e la denominazione S.S.C.
Anche il 100mm 1:2,8 del 1973 è otticamente e meccanicamente identico al Chrome Nose e vanno registrate le consuete modifiche: baionetta anteriore nera, pulsante di blocco per il diaframma e denominazione S.S.C.
Infine, il 135mm 1:3,5 prodotto dal Marzo 1973 utilizzava inizialmente il diaframma ad 8 lamelle (!) e lo stesso schema tipo Sonnar del precedente Chrome Nose; poi, in un momento imprecisato ma scandito dalla semplificazione dell’iride passando ad appena 6 lamelle, comparve un nuovo e performante schema tipo Ernostar a 4 lenti spaziate, in grado di rendere l’obiettivo più leggero ed utilizzato poi in seguito anche per tutti gli esemplari FD New; ovviamente nel 1973 scomparve la baionetta cromata ed arrivarono il pulsante di blocco per il diaframma e la denominazione S.C.
L’offerta di obiettivi Canon FD Chrome Nose furono quindi limitata a 10 modelli che vennero prodotti per appena 2 anni, dal Marzo 1971 al Marzo 1973, una serie ben circoscritta che risulta effettivamente perfetta per una piccola sub-collezione e che trova la sua ragion d’essere anche nella qualità complessiva di tali realizzazioni, purtroppo spesso abusate dai proprietari nel tempo ed oggi eventualmente in condizioni non ottimali; a fornire la giusta difficoltà al cimento, a parte i costi lievitati per la pressante domanda dei videomakers, ci pensa poi l’ineffabile FD 55mm 1:1,2 AL primo tipo, oggettivamente difficile da agguantare specialmente con il tappo anteriore dedicato che prevedeva una sigla AL azzurra sul frontale; questo pezzo costituisce effettivamente il Sacro Graal della raccolta e turberà deliziosamente i sonni di chi teme di esaurire la “caccia” troppo in fretta o facilmente!
Un abbraccio a tutti; Marco chiude.
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Belli, ne ho un paio e sono davvero ben fatti.
Credo che siano gli ultimi Canon con paraluce metallico, e ho notato che il collare di serraggio era ancora simile per comportamento ai precedenti FL.
Esiste anche il 200 F4 Chrome Nose, anche se é più un Chrome Ring!
Ne ho una copia, a quanto pare é molto raro!