Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; nella serie di pezzi dedicati alla Nikon F2 in occasione del suo cinquantenario dedico questo settimo ed ultimo articolo agli advertising, cioè alle inserzioni pubblicitarie e promozionali create dalla Nippon Kogaku o dagli importatori nazionali per reclamizzare tale fotocamera professionale; in realtà il compito dei creativi era abbastanza facile perché si trattava di promuovere un apparecchio di eccellente fattura e notevoli caratteristiche professionali, per di più chiaramente derivato come impostazione tecnica dalla precedente Nikon F che già aveva creato un antequem fra i fotografi guadagnandosi sul campo l’epiteto di fotocamera professionale per eccellenza, un’onda lunga che informò senza soluzione di continuità anche l’analoga F2, al punto che ormai “bastava la parola”, per citare un celebre spot nostrano del recente passato, e come si vede in questa prima immagine risalente agli esordi del sistema era sufficiente una illustrazione della fotocamera con vista tecnica da ogni lato ed elementi intercambiabili separati per dichiarare in modo eloquente le ambizioni di eccellenza del modello.
Parlando di advertising Nikon non ci si può esimere dal chiamare in causa il celeberrimo grafico e designer nipponiko Yusaku Kamekura.
Yusaku Kamekura, classe 1915, negli anni ’50 e ’60 si distinse per il su talento visionario nella grafica applicata alla comunicazione, realizzando fra l’altro i loghi ufficiali per le Olympiadi di Tokyo 1964 e per la Esposizione di Osaka 1970, qualità universalmente riconosciute al punto che i suoi lavori sono in esposizione al MOMA; Komekura-San, nelle 2 decadi citate, ha realizzato anche diversi lavori per Nippon Kogaku, destinati a promuovere i suoi prodotti come gli apparecchi a telemetro Nikon S, i binocoli Mikron e le nuove linee di reflex Nikon F e Nikomat (denominazione per il mercato interno delle ben note Nikkormat); questa collaborazione terminò più o meno quando la Nikon F2 era in corso di definizione, e infatti le grafiche visionarie di Komekura che accompagnavano i prodotti più datati non comparivano più negli advertising della F2, più concreti ma anche più banali.
L’unico richiamo evidente al suo stile che ho potuto evidenziare un una rèclame per la F2 è questa inserzione in colori surreali con la fotocamera contenuta in una bolla su sfondo desertico; l’appartenenza alle primissime fasi del sistema è palesata dal modello F2 Photomic DP-1 e dalla presenza del normale Nikkor 50mm 1:1,4 tipo S-Auto senza antiriflesso multistrato, poi sostituito dalla versione S-C nel 1973.
La stessa suggestione era stata ripresa anche in queste inserzioni bianconero della stessa epoca, nelle quali la Nikon F2 Photomic DP-1 chiusa nella bolla compare nuovamente in contesti desertici differenziati fra loro.
A parte questo ultimo homage a Yusaku Komekura, i primi adverting della F2 si potrebbero definire laconici, dal momento che forniscono poche informazioni aggiuntive e affidano tutta l’efficacia comunicativa all’indiscutibile appeal di questa fotocamera.
Un esempio di tale approccio iniziale è visibile in questa inserzione, nella quale due corpi F2 con mirini Photomic e DE-1 sono indiscussi protagonisti su podi virtuali.
Anche in questo caso la succinta descrizione dei dati tecnici è relegata a piè di pagina in caratteri minuti e la scena è dominata semplicemente da un corpo F2 con pentaprisma DE-1, reso ancora più austero e professionale dal nuovo normale Nikkor S-C-Auto 50mm 1:1,4 con parte frontale completamente nera; notate come, inizialmente, l’azienda indugiava volentieri nell’impiego del mirino semplice DE-1, probabilmente perché garantiva un’estetica complessiva quasi identica a quella della precedente Nikon F accessoriata allo stesso modo, comunicando quindi una continuità rassicurante con un recente passato onusto di gloria.
Naturalmente esisteva anche la corrispondente versione nella cui immagine viene utilizzato il nuovo mirino esposimetrico Photomic DP-1, con la magistrale scelta di rifinirlo solo in nero per differenziarlo inequivocabilmente dai corrispondenti modelli per Nikon F e dare vita ad un’estetica ancora più impressionante e professionale.
La stessa laconica presentazione venne riservata nel 1973 alla versione evoluta F2S Photomic DP-2, a sua volta regina assertiva ed incontrastata di questa inserzione.
L’anno successivo, 1974, la presenza di essenziali didascalie fu addirittura azzerata mentre comparvero a supporto ideale una serie di accessori professionali, alcuni dei quali creati appositamente per la F2S.
Anche in altri casi il palinsesto continuò a vertere su una semplice ed icastica rappresentazione della fotocamera, quasi intimidatoria, abbinata a descrizioni in subordine.
Considerazioni che valgono perfettamente anche per questa ulteriore inserzione, nella quale la presa sul lettore era nuovamente affidata al fascino di questa iconica fotocamera.
Oltre a questa serie di inserzioni “laconiche” si può evidenziare un ulteriore filone nel quale vengono invece sottolineate specifiche caratteristiche tecniche e funzionali, iniziando a dialogare col pubblico in modo meno limbico, subliminare, e coinvolgendolo in ragionamenti e valutazioni più concrete.
Ad esempio, in questo advertising giapponese (le cui allegre cromie citano nuovamente Komekura) non compare più la foto d’insieme della F2, quasi sensuale, e un mosaico di illustrazioni tecniche mostra dettagli funzionali dell’apparecchio come la leva di carica a corsa breve o l’otturatore sincronizzato con i tempi lenti dell’autoscatto, proponendo quindi scelta più ragionata e meno “di pancia”.
Questa inserzione statunitense si focalizza invece sul mirino, definendolo senza dubbio il mirino più accurato del settore e mostrando l’intercambiabilità di sistemi di visione e vetri di messa a fuoco, argomenti solidi e concreti che sicuramente facevano presa sul fotografo professionista.
Anche questo advertising giapponese, lanciato dopo il 1977 con l’avvento della Nikon F2A Photomic, punta tutto su un dettaglio del mirino sottolineando la sua facoltà di visualizzare il 100% di quanto effettivamente impressionato sul fotogramma, una caratteristica molto apprezzata da chi inquadra con estrema precisione e con elementi importanti ai bordi.
Questa inserzione giapponese della prima ora tesse invece le lodi dell’otturatore, sottolineando l’accesso ad un tempo limite di 1/2000” (evidenziato nel dettaglio dalla sottile fessura fra le 2 tendine), una caratteristica migliorativa rispetto al tempo di 1/1000” consentito dalla precedente Nikon F; il tempo di 1/2000” e la relativa regolazione senza soluzione di continuità sui tempi rapidi a partire da 1/80” possono sembrare oggi quasi un tributo ad personam al nuovo superteleobiettivo catadiottrico Reflex-Nikkor 2000mm 1:11, effettivamente presentato alla Photokina 1971 assieme alla Nikon F2 e sicuramente avvantaggiato nell’uso pratico da queste prerogative del nuovo corpo.
Un’altra inserzione realizzata a cura dell’importatore statunitense è a sua volta focalizzata sull’otturatore e ne magnifica i vari punti di forza, dalle tendine in titanio alla possibilità di lavorare fino a 10” in combinazione con l’autoscatto alla citata capacità di funzionare su qualsiasi tempo intermedio compreso fra 1/80” e 1/2000”; questa pagina è particolare perché venne illustrata con un’onirica diapositiva di Pete Turner, realizzata con la F2 su stativo producendo una serie di scatti multipli sullo stesso fotogramma con filtri colorati differenti ed utilizzando un obiettivo Nikon PC-Nikkor 35mm 1:2,8 decentrato e ruotato sull’asse fra le varie esposizioni per ottenere immagini multiple dello stesso settore in posizioni diverse della fotografia; tutto questo naturalmente ha poco a che fare con le caratteristiche dell’otturatore ma risulta suggestivo.
Un’ulteriore pubblicità focalizzata sulla concretezza tecnica è apprezzabile in questa pagina del 1976 che mostra la nuova Nikon F2SB con Photomic DP-3 aggiornato con cellule al silicio e circuito integrato; in questo caso viene illustrato il nuovo sistema di visualizzazione dei dati esposimetrici nel mirino con 3 LED, poi ereditato anche dalle successive F2AS ed FM, e l’immagine principale sottolinea la professionalità e la raffinatezza tecnologica della F2 mostrandola equipaggiata col nuovo dorso per la sovrimpressione dati MF-10, un’autentica primizia per quei tempi.
Questa inserzione statunitense è invece interessante perché tenta di sedurre il potenziale cliente novizio con una considerazione insolita ma ragionevole: un corpo Nikon costa di più ma il suo smisurato corredo non pone limiti al successivo processo di crescita del fotografo.
Con l’avvento della generazione di ottiche Nikkor Ai del 1977 e la relativa rivoluzione meccanica nell’interfaccia alla ghiera del diaframma, l’azienda creò una poderosa serie di advertising a tema con protagonista la nuova F2A Photomic DP-11, ovvero il modello base con cellula esposimetrica al solfuro di cadmio e lettura nel mirino con galvanometro ed ago; curiosamente non venne creato quasi nulla per la coeva e più prestigiosa F2AS con cellule al silicio, lettura a LED, misurazione esposimetrica più estesa nelle basse luci e disponibilità del dispositivo EE per l’automatismo elettromeccanico del diaframma, quasi considerandola come una opzione speciale a parte mentre il grosso delle vendite si prevedeva sostenuto dalla più economica e tradizionale F2A.
Una serie di advertising creati dal 1977 con la F2A mette la macchina un po’ in subordine e chiama in causa vari obiettivi Nikkor di differente focale, definendo ambiti operativi nei quali l’abbinamento della F2 con le ottiche illustrate sarebbe stato efficace.
In questo caso un corpo F2 con vecchio motore MD-1 è accoppiato ad un Nikkor 15mm 1:5,6, a quei tempi ancora a listino in attesa del nuovo 15mm 1:3,5 arrivato nell’Estate 1978; questo combo è abbinato ad immagini supergrandangolari di modelle destinate ad impiego pubblicitario, suggerendo l’idea per un mood personale ai fotografi del settore.
Questa inserzione, nonostante sia stata creata dopo il 1977 e citi chiaramente la Nikon F2A arrivata solo in quell’anno, mostra invece due corpi più datati, con Photomic DP-1 uscito di produzione e una coppia di Nikkor (grandangolare e medio-tele) appartenenti ancora alla vecchia generazione F interamente in metallo; questa contestualizzazione è abbinata ad immagini di street-photography e può sembrare incomprensibile che una pubblicità venga illustrata con modelli fuori produzione, obsoleti ed anche visibilmente usati e scorticati, tuttavia fa parte di una strategia che troveremo ripetutamente (e che venne ripresa anche ai tempi della Nikon F4, quando comparve sulle riviste in abbinamento a Nikkor manual focus vecchi e scrostati) volta a rivendicare la non obsolescenza tecnica fra varie generazioni del settore, rassicurando il Nikonista con un cospicuo corredo di ottiche datate sulla possibilità di utilizzarli ancora senza problemi anche sulle ultime versioni di fotocamere Nikon.
In questa nuova reclame della stessa serie una Nikon F2A motorizzata viene inserita in un contesto aeronautico, suggerendone l’idoneità a riprendere le relative evoluzioni acrobatiche, sebbene il Nikkor Ai 28mm 1:2,8 che equipaggia il corpo in primo piano sull’ala non sia certamente l’obiettivo più adatto per tali scopi.
Proseguendo oltre, una F2A nera viene associata a riprese di spettacoli interni con illuminazione evidentemente scarsa, e infatti il Photomic DP-11 risulta equipaggiato con l’illuminatore ausiliario dei dati nel mirino DL-1 ereditato dalla Nikon F e le ottiche che la affiancano sono dei luminosissimi e potenti Nikkor Ai 180mm 1:2,8 e Nikkor Ai 300mm 1:2,8 IF ED con teleconverter, modelli sicuramente molto professionali.
Una inserzione della stessa serie ambienta invece la F2A nella disponibilità di un fotografo naturalista giramondo e la abbina ad ottiche particolari come il Fisheye-Nikkor Ai 16mm 1:3,5, lo Zoom-Nikkor Ai 80-200mm 1;4,5 e il potente catadiottrico Reflex-Nikkor 500mm 1:8.
Un’ulteriore doppia pagina di questo gruppo evoca invece l’ambiente dei rally e ritrae sul cofano di una vettura da competizione una F2 con motore MD-2, mirino a pentaprisma DE-1, impugnatura a pistola e il nuovissimo (per allora) Nikkor Ai 600mm 1:5,6 IF-ED, un altro combo mozzafiato che sottolinea la grande vocazione professionale del modello.
In questa serie di pubblicità compare infine una curiosa doppia pagina dove la Nikon F2 equipaggiata col motore e un medio-tele Nikkor 135mm 1:3,5 compare all’interno di una valigetta protettiva dal design ricercato.
Negli advertising dedicati alla F2, come avevo già anticipato, sono presenti anche inserzioni realizzate dopo il 1977 e l’avvento della serie di ottiche Ai (il corpo ufficialmente pubblicizzato è la F2A Photomic DP-11, prodotta dal 1977 al 1980) che vennero illustrate utilizzando obiettivi della serie precedente, addirittura versioni “F” completamente metalliche rese obsolete già dai primi modelli “K” gommati del 1974; ripetendo quanto accennato, l’introduzione deliberata di questi obiettivi di precedenti generazioni intendeva rassicurare i professionisti sulla possibilità di continuare ad utilizzare i loro vecchi e fedeli Nikkor anche con le F2 aggiornate allo standard Ai.
Ad esempio, questa inserzione per la F2A con un ritratto femminile ammiccante presenta in realtà un corpo nero motorizzato con mirino semplice DE-1 e 3 obiettivi appartenenti a generazioni precedenti: un Nikkor-O-C 35mm 1:2 tipo “F” completamente metallico (prodotto in questa configurazione solo fino all’Aprile 1975) e l’accoppiata Micro-Nikkor 55mm 1:3,5 e Zoom-Nikkor 80-200mm 1:4,5 con interfaccia al diaframma pre-Ai e produzione antecedente al 1977.
Anche in questo esempio, arricchito con una foto di beauty ravvicinata, la F2 motorizzata con mirino a pentaprisma DE-1 è accompagnata da un medio-tele Nikkor 105mm 1:2,5 tipo Ai cronologicamente congruente (si tratta sempre di advertising per Nikon F2A realizzati dopo il 1977) ma sul corpo macchina è invece montato un normale Nikkor 50mm 1:2 tipo “K” pre-Ai obsoleto rispetto al momento della pubblicazione.
Lo stesso palinsesto è presente anche i questo annuncio posteriore al 1977, in cui un corpo F2 nero motorizzato è equipaggiato con mirino Photomic DP-1, al tempo fuori produzione, e un obiettivo Nikkor-S Auto 35mm 1:2,8 uscito di produzione nell’Agosto 1974.
Il messaggio subliminale è ancora più raffinato in questa ulteriore reclame F2A, nella quale un ritratto femminile fa da contrappunto ad una Nikon F2A nera con uno Zoom-Nikkor Ai 35-70mm 1:3,5 primo tipo di freschissima introduzione sul mercato e un Nikkor 50mm 1:2 tipo F molto più datato ma perfettamente compatibile grazie alla conversione Ai attuata sull’esemplare sostituendo completamente la ghiera del diaframma con un modello appositamente predisposto.
Un ulteriore filone degli advertising per F2A, in verità non molto rappresentato, prevede l’abbinamento della fotocamera ad un famoso fotografo che la utilizzava abitualmente e fungeva quindi da testimonial.
In questo esempio la F2 è abbinata al fotografo mondano Burt Glinn, con tanto di ritratto, firma e immagine d’esempio della sua produzione.
Un’inserzione di analogo tenore chiamava invece in causa il tedesco Michael Friedel, famoso e premiato per le sue immagini di isole esotiche.
Un altro celebre personaggio che si prestò a reclamizzare la F2 è il fotografo di Magnum René Burri, molto conosciuto ed apprezzato per il suo lavoro anche nel nostro paese.
L’abbinamento fra un famoso fotografo e la Nikon F2 venne sfruttato nelle fasi finali del sistema anche dall’importatore americano, come in questa doppia pagina magistralmente impaginata in cui compaiono molti ritratti ammiccanti del celebre professionista statunitense Gary Bernstein, le cui fotografie sono state pubblicate su testate come Esquire, Vogue, Playboy e Harper’s Bazaar; in questo caso l’organizzazione si spinge oltre e specifica che le immagini di indiscutibile qualità prodotte da Bernstein sarebbero realizzate con la F2 motorizzata e il medio-tele Nikkor 105mm 1:2,5.
Un’ulteriore inserzione giapponese dedicata alla F2A gioca invece evocativamente sul tema dell’autoritratto, sia con uno scatto allo specchio che con la grafica immagine di una piscina nella quale compare l’ombra del fotografo.
Curiosamente, questo advertising nipponico per F2A prodotto a fine anni ’70 omaggia invece chiaramente lo stile delle analoghe inserzioni Nippon Kogaku di 10 o 15 anni prima, sia nell’impaginazione del testo che nella scelta di un’immagine che richiama la tradizione culturale del paese.
In questo caso, invece, nonostante si tratti di una inserzione creata al termine della parabola F2, si assiste ad un ritorno alle origini ed un corpo F2A torna ad essere l’unico ed indiscusso protagonista del layout, bastevole in sé.
Con l’avvento della nuova generazione compatta ad interfaccia Ai, rappresentata dalla meccanica manuale FM del 1977 e dell’automatica FE del 1978, la prestigiosa ed altera F2 dovette giocoforza fare un po’ si spazio alle nuove, arrembanti sorelline, e magari mettersi un po’ di trucco per nascondere l’incedere degli anni… Un chiaro vantaggio delle nuove FM ed FE è ravvisabile nelle dimensioni più contenute, pertanto i creativi di questa inserzione hanno intelligentemente ripreso i 3 corpi dall’alto e rimosso l’ingombrante Photomic dalla F2, mascherando quindi in modo efficace la differenza dimensionale fra i modelli e rendendo l’anziana professionale visivamente competitiva anche in questo campo.
Le ultimissime inserzioni pubblicitarie per una F2 quasi a capolinea utilizzano ormai una composizione sofisticata e sono molto evocative, un chiaro passo avanti sulle analoghe pagine di quasi 10 anni prima che contribuiscono a svecchiare una fotocamera ormai non più al passo coi tempi.
Chiudo questo percorso con una doppia pagina creata nell’autunno 1979 che abbina la Nikon F2A alle prime camere oscure, origine concettuale della fotografia, in una sintesi di Alfa e Omega quasi escatologica.
Questa è dunque la storia degli advertising per Nikon F2, una fotocamera che attingeva poderosi alleli da un’autentica leggenda e non aveva molto bisogno di supporto dalla comunicazione; in questo senso, troviamo una prorompente radiazione filetica di inserzioni a partire dalla nuova serie Ai del 1977, forse perché dopo 18 anni di fotocamere concettualmente analoghe l’azienda stessa si rendeva conto che una F2 ormai tecnicamente superata richiedeva un maggiore supporto dalla grancassa mediatica; rimane in ogni caso curioso e misterioso il quasi totale disinteresse riservato alla versione F2AS Photomic DP-12, teoricamente il modello di punta e più performante e invece praticamente assente dalle inserzioni dedicate diffuse dal 1977 al 1980, tutte focalizzate sul modello base F2A.
Con questo settimo articolo esaurisco il mio contributo sulla Nikon F2 e i suoi magnifici cinquant’anni, un tributo sicuramente dovuto ad una delle fotocamere più iconiche ed amate della storia.
Un abbraccio a tutti; Marco chiude.
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