Materiale Contarex nero

Ciao a tutti.

Per le immagini e le notizie esclusive, questo articolo del nostro amico Marco Cavina avrebbe dovuto essere riservato ai soli utenti registrati con un abbonamento a pagamento.

Ma abbiamo deciso di approfittare dell’imminente festa di Halloween per calarci nell’oscurità, allo “scherzetto” preferire il “dolcetto” e omaggiare tutti voi della libera lettura di questo articolo dedicato al materiale Contarex nero, come la notte di Halloween.

Buooooooona lettuuuuuuura a tutti della Redazione di NOC Sensei.

 

 

Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; torno a parlare del sistema Contarex prodotto dalla Zeiss Ikon Stuttgart nel periodo compreso fra fine anni ’50 e inizio anni ’70 perché si tratta di uno dei corredi nei quali l’anelito per una qualità senza compromessi è stato perseguito fino alle estreme conseguenze contro ogni logica commerciale, portando addirittura alla chiusura dell’azienda produttrice da parte dello Zeiss Stiftung ma lasciandoci, d’altro canto, in eredità pezzi meravigliosi; per chi volesse approfondire l’argomento ricordo altresì che New Old Camera è l’editore di un volume monografico dedicato a questo corredo, “Il libro Contarex”, scritto da me medesimo con il famoso esperto e collezionista Pierpaolo Ghisetti.

Praticamente tutti i sistemi vintage o di modernariato prevedevano un’estetica con vari elementi satinati/cromati, tuttavia erano sempre presenti versioni speciali rifinite interamente in nero, considerate meno appariscenti e più professionali, alternative spesso ambite anche dagli amatori con le quali si ammantavano di un’allure da esperti consumati; questo articolo vuole descrivere in modo esaustivo proprio le versioni di corpi macchina ed obiettivi Contarex in finitura alternativa nera, una trattazione che richiede vari distinguo perché alcuni modelli nascevano direttamente con una finitura interamente o prevalentemente scura, inoltre buona parte delle ottiche passò in realtà ad una livrea parzialmente nera come finitura standard intorno al 1964-65 e altri esemplari nati satinati e poi proposti in nero integrale rimasero solamente preserie prodotte in manciate di esemplari o si limitarono a piccolissimi lotti.

Iniziamo quindi ad analizzare i corpi macchina e gli obiettivi la cui finitura nativa, ab origine, fosse interamente nera o comunque nei quali tale livrea interessasse un numero maggiore di elementi rispetto allo standard.

 

 

L’unico corpo macchina a nascere interamente nero è lo speciale modello Contarex Hologon, fotocamera grandangolare specialistica che prevede il superwide Carl Zeiss Hologon 15mm 1:8 da 110° sulla diagonale in posizione fissa ed il relativo mirino ottico per l’inquadratura; questa fotocamera, per sottolineare la sua specializzazione, prevedeva una finitura interamente nera con l’eccezione di alcuni elementi nella ghiera dei tempi/leva di avanzamento/sistema di riavvolgimento, oltre ad un settore nella montatura anteriore dell’obiettivo sul quale si applicava lo speciale Verlauffilter digradante; anche l’apposita impugnatura a pistola fornita di corredo condivideva lo stesso colore.

Passando agli obiettivi, le ottiche Carl Zeiss per Contarex nacquero in finitura satinata chiara con baionette cromate alle due estremità del barilotto, uno standard che aggiunse in corsa varie parti nere a metà anni ’60 determinando un’evoluzione del sistema, tuttavia esistono alcuni modelli di serie nei quali la livrea nera andava ad interessare la struttura in modo più estensivo rispetto allo standard; analizziamo dunque tali versioni.

 

 

Il Carl Zeiss F-Distagon 16mm 1:2,8 T* a proiezione fisheye fu un obiettivo di transizione generazionale che apparve nel corredo Contarex ad inizio anni ’70 assieme ad altri due modelli (il Distagon 15mm 1:3,5 T* rimasto a livello di prototipo e il Planar 85mm 1:1,4 T*) quando la produzione di tale sistema era stata annullata dallo Stiftung, pertanto tali ottiche comparvero solo di sfuggita in questa montatura (nel caso dell’ F-Distagon furono prodotti appena 150 esemplari); quet’obiettivo prevede la classica montatura Contarex di seconda generazione, con settore della ghiera di messa a fuoco in metallo godronato a vista, tuttavia la parte anteriore risulta interamente rifinita in nero, anticipando in questo l’estetica della futura e corrispondente versione per Contax-Yashica; incidentalmente quest’obiettivo fu anche il primo modello di serie a beneficiare del nuovo trattamento antiriflesso multistrato Zeiss denominato T*.

 

 

Il Carl Zeiss Distagon 18mm 1:4 svelato alla Photokina 1966 è un altro obiettivo di importanza storica perché fu il primo grandangolare di tipo retrofocus, quindi idoneo ad apparecchi reflex, a coprire 100° di campo sulla diagonale; in questo caso il barilotto è globalmente conforme alla seconda versione “nera”, tuttavia l’eccezionale angolo di campo ha imposto di omettere la classica baionetta cromata anteriore destinata a paraluce e filtri convenzionali, pertanto la parte frontale dell’obiettivo risulta interamente nera; per utilizzare i filtri senza vignettatura occorre utilizzare uno stepper accessorio (quest’ultimo invece in vistosa finitura cromata lucida) che trasforma la montatura anteriore da 70mm dell’obiettivo in una filettatura da 96mm destinata ai grandi filtri previsti per altri modelli di ottiche Contarex.

 

 

Il sistema Contarex si arricchì anche di due obiettivi a focale variabile, i corpulenti Carl Zeiss Vario-Sonnar 40-120mm 1:2,8 ed 85-250mm 1:4; si trattava di realizzazioni monumentali con montatura meccanica pesantissima ma confezionata allo stato dell’arte e ottima resa ottica; questi zoom prevedevano una finitura specifica e particolare che manteneva la baionetta cromata anteriore ma comprendeva anche una struttura interamente nera con le ghiere funzionali rivestite da un settore in gomma con rilievi cilindrici, concretizzando un’estetica sobria, lineare e molto professionale.

 

 

Il luminoso medio-tele da ritratti Carl Zeiss Planar 85mm 1:1,4 T*, citato in precedenza, arrivò nel corredo Contarex solamente nel 1974, quando il sistema era già morto da tempo, come ultimo reverente omaggio Zeiss al suo picco massimo di marea; questa versione fu asseritamente prodotta in 400 pezzi (tuttavia con Pierpaolo Ghisetti abbiamo argomentato che probabilmente ne furono assemblati meno, considerando la rarità del modello); questo esemplare sfruttava a sua volta una montatura Contarex secondo tipo, nera con settore di metallo a vista sulla ghiera, tuttavia la parte anteriore del barilotto risulta interamente nera, senza la classica baionetta cromata di questa serie; gli obiettivi appena descritti sono tutti rari o rarissimi e di conseguenza decisamente costosi.

 

 

Il Carl Zeiss Tessar 115mm 1:3,5 per riprese ravvicinate/macro con comoda distanza di lavoro in abbinamento al soffietto di prolunga è invece una sorta di “fossile vivente” ereditato dal sistema Contax a telemetro; in questo caso la situazione è anomala perché a prevedere un barilotto nero con tale finitura estesa anche alle ghiere funzionali è la prima versione, mentre il modello successivo e riprogettato adotterà invece i consueti settori godronati con metallo a vista nelle aree soggette a maggiore usura come le ghiere di messa a fuoco e diaframma, probabilmente introdotte dopo aver considerato al rapida usura alla quale erano soggette le versioni interamente nere.

 

 

Un altro obiettivo Contarex raro e ricercato che prevede una finitura standard anomala e con utilizzo estensivo del nero è il Carl Zeiss Olympia-Sonnar 180mm 1:2,8, famoso modello finalmente riproposto da Oberkochen dopo ben trent’anni dall’esordio della prima versione Carl Zeiss Jena di Ludwig Bertele; quest’obiettivo utilizza il famoso sistema di messa a fuoco rapida con pignone e cremagliera lineare condiviso anche dagli Olympia-Sonnar 250mm 1:4 secondo tipo e 400mm 1:5,6 e l’intero barilotto prevede un avvicendamento di nero opaco raggrinzente e nero lucido, relegando dettagli in metallo a vista solamente al pomello laterale per la messa a fuoco e al nottolino che ne gestisce la frizione.

Per l’armonia dei dettagli complessivi considero personalmente questo modello uno degli obiettivi più belli mai realizzati.

 

 

Infine, anche i famosi e costosissimi teleobiettivi catadiottrici Carl Zeiss Mirotar 500mm 1:4,5 e 1.000mm 1:5,6 si caratterizzavano per una montatura interamente nera, nella quale gli elementi in metallo fresato a vista erano limitati al sistema di fissaggio della maniglia superiore, alla battuta della piastra inferiore e ad alcuni elementi del sistema di messa a fuoco a soffietto (guide e nottolini di regolazione).

Tutti gli altri modelli presentati prima del 1965 nacquero in montatura interamente satinata cromo, passando poi come standard ad un barilotto nero con godronature della ghiera in metallo a vista (ovviamente gli obiettivi presentati dopo il 1965 nacquero direttamente con quest’ultima finitura e non esistono loro versioni satinate cromo); vediamo ora modelli di corpi macchina Contarex la cui finitura standard era cromata e che vennero prodotti in piccolissima serie anche in versione interamente nera.

 

 

Le uniche due fotocamere Contarex nate cromate ad essere prodotte dall’azienda in livrea nera e ad essere commercializzate ufficialmente, sebbene in quantità ridottissime, furono la Super e la Super Electronic (SE); nel caso della Contarex Super, il modello venne inizialmente presentato con l’interruttore esposimetrico sul frontale, accanto al pentaprisma, mentre nella seconda versione tale particolare era trasferito sul top e veniva azionato dall’avancorsa iniziale della leva di armamento; in questa illustrazione possiamo osservare 2 esemplari neri appartenenti ad entrambe le serie e si può osservare che nel primo tipo la specifica leva di avanzamento film in metallo stampato è interamente nera, mentre nella serie successiva la nuova leva ridisegnata, sottile e con estremità in plastica, prevede la stessa superficie cromata lucida dei modelli standard; all’opposto, osservando la ghiera per impostare la sensibilità del film coassiale al manettino di riavvolgimento, notiamo invece che tale elemento nella Super primo tipo prevede un bordo cromato che invece è nero nella seconda versione.

 

 

Per correttezza sistematica occorre aggiungere che le Contarex Super in finitura nera sono in realtà tre, perché al primo tipo (con interruttore sul frontale, leva di carica stampata e scritta Super con grafica obsoleta) si aggiunge ovviamente il secondo (con interruttore sul top, leva di carica rivista e scritta Super con grafica diversa) ma anche una terza opzione, rappresentata dagli ultimi esemplari assemblati dopo il 1972 sotto l’egida dello Zeiss Contarex Vertieb utilizzando i corpi parzialmente montati alla chiusura della Zeiss Ikon e i pezzi disponibili in magazzino: quest’ultima variante, evidentemente molto rara, è identica alla Super nera secondo tipo ma sostituisce il classico marchio Zeiss Ikon inserito nel doppietto acromatico col logo cubitale Zeiss, modifica necessaria dal momento che quando veniva fabbricata tecnicamente la Zeiss Ikon Stuttgart non esisteva più.

 

 

Dal momento che stiamo analizzando gli elementi rifiniti in nero nel sistema Contarex, occorre anche sottolineare che la rotella gordonata sul frontale che consente la selezione del diaframma col dito indice destro nacque in finitura interamente satinata cromo ma con l’avvento della rara Contarex Professional le parti in bassorilievo passarono al nero, poi nelle successive Super e Super Electronic l’estensione dei settori rifiniti in nero su tale particolare aumentò ulteriormente, e questo a prescindere dal fatto che il corpo fosse satinato cromo oppure a sua volta nero.

 

 

Passando al modello Super Electronic, sebbene il prototipo mostrato alla Photokina 1966 prevedesse lo stesso interruttore sul frontale presente nella Super primo tipo, quando la SE arrivo effettivamente sul mercato (1968) i corpi distribuiti erano già aggiornati all’interruttore sul top, pertanto l’unica differenza tecnica nella serie riguarda l’iniziale alimentazione con 2 batterie MN9600 che supportavano sia l’otturatore elettronico che l’esposimetro CdS (tipo a 2 pile), poi aggiornata con l’aggiunta di una batteria al mercurio da 1,35v sotto lo specchio come nella Super e dedicata all’esposimetro (tipo a 3 pile), varianti che non comportavano tuttavia alcuna differenza esteriore percettibile; pertanto le uniche varianti estetiche nella Contarex Super Electronic nera riguarda la distinzione fra i corpi prodotti regolarmente da Zeiss Ikon Stuttgart, riconoscibili che il classico logo Zeiss Ikon nel doppietto acromatico, e le rarissime versioni nere montate in seguito dal Zeiss Contarex Vertieb (definite, appunto, “Vertieb”) che adottano invece il logo cubitale Zeiss; queste ultime sono sicuramente le Contarex più rare e ricercate fra i modelli prodotti “in serie” e si ritiene che non ne esistano più di 10 esemplari.

 

 

Osservando 2 corpi Contarex SE neri “Vertieb” ho potuto ravvisare questa differenza: nel mio esemplare (a sinistra) gli elementi relativi all’impostazione della sensibilità e al riavvolgimento del film sono rifiniti in nero (ad esclusione del piccolo manettino telescopico), mentre nell’apparecchio comparso ad una famosa asta sono invece cromati e identici a quelli della versione standard; tendo a supporre che il tipo nero presente nel corpo a sinistra sia quello ortodosso e ignoro le ragioni per cui nell’altro esemplare troviamo i normali pezzi di serie: è possibile che siano stati avvicendati durante una revisione in mancanza degli specifici pezzi neri (ma l’apparecchio è in eccellenti condizioni e dubito che sia stato necessario sostituire integralmente tali elementi) oppure, più probabilmente, durante la fase Vertieb si montarono le ultime fotocamere andando ad esaurimento delle scorte di pezzi a magazzino, e forse quando venne assemblato l’esemplare a destra semplicemente era disponibile solo il particolare cromato (ad esempio, possiedo una Super “Vertieb” col dorso posteriore della Super Electronic, fornito di foro passante per la presa di forza del motore, e so per certo che è uscita così dalle linee di montaggio).

Super e Super Electronic furono dunque le uniche fotocamere ad essere regolarmente commercializzate in finitura nera, sebbene prodotte in numeri molto esigui; esistono tuttavia alcuni esemplari di Contarex I “Cyclope”, il primo modello presentato alla Photokina 1958, a loro volta rifiniti in nero; si tratta di una piccolissima preserie sperimentale (sembra limitata a 10 esemplari) che non ebbe seguito per la precoce usura della finitura che si evidenziò immediatamente negli esemplari utilizzati in prova, tuttavia esistono addirittura immagini d’epoca ufficiali Zeiss Ikon che la illustrano, evidentemente realizzate nell’interregno in cui si supponeva ancora di produrla in serie.

 

 

Ad esempio, questa fotografia è originale Zeiss e lascia perplessi perché l’obiettivo 50mm 1:2 montato appartiene già alla versione “Blitz-Planar” nera con accoppiamento al numero guida del flash (tipo 11.2412) arrivata solamente nel 1965, quindi teoricamente questa immagine risale a tale periodo, vari anni dopo il lancio della fotocamera e subito prima della sua uscita di produzione; l’immagine mostra comunque quanto sarebbe stata affascinante la Contarex originale in assetto crepuscolare…

Contestualmente si può osservare come la rotella di selezione del diaframma sul frontale rimanesse satinata cromo (evidentemente l’usura era considerata troppo elevata per smaltarla in nero) e anche come questo particolare inizialmente non prevedesse le incisioni in bassorilievo che poi compariranno a partire dalla rara Contarex Professional e saranno rifinite in nero anche nei corpi cromati.

 

 

In questa immagine ho invece abbinato la foto pubblicitaria Zeiss Ikon con quella di un esemplare riaffiorato da non molti anni sul mercato; come si può osservare numerosi dettagli che in origine erano rimasti satinati cromo probabilmente temendo un rapido deterioramento appaiono smaltati in nero, comprese le ghiere di tempi e diaframmi che sicuramente sono critiche.

La seconda fotocamera è molto interessante anche perché risulta equipaggiata con un obiettivo Carl Zeiss Distagon 35mm 1:4 primo tipo in finitura completamente nera, e ricordo che tale modello dovrebbe essere interamente satinato cromo (la versione nera del 1965 era modificata con l’aggiunta dell’accoppiamento meccanico al numero guida del flash e veniva Denominata Blitz-Distagon); si tratta pertanto di un obiettivo non di serie, probabilmente realizzato ad hoc per questa fotocamera.

Proprio in questi giorni è riapparso un altro esemplare appartenente a questo lotto preserie di 10 esemplari ed attualmente in vendita a 10.000 €: le relative immagini consentono di apprezzare meglio i dettagli di questa rarissima Contarex I nera.

 

 

La serie di elementi anneriti è conforme all’esemplare a destra nella precedente illustrazione e la fotocamera risulta completamente annerita con l’eccezione della fascetta con i valori da impostare per la sensibilità del film e del disco per il contafotogrammi; la freccia gialla evidenzia come questo esemplare sia già equipaggiato col dispositivo di blocco per il disco parzializzatore dell’esposimetro al selenio, dettaglio la cui baionetta nei primi esemplari poteva ruotare liberamente portando a frequenti smarrimenti di tale componente; questo dimostra che la fotocamera è stata in realtà prodotta dopo un certo tempo dall’introduzione del modello e non immediatamente dopo l’avvio della produzione.

Questo esemplare risulta equipaggiato con un Carl Zeiss Planar 50mm 1:2 primo tipo, un modello che teoricamente dovrebbe essere satinato cromo mentre in questo caso siamo al cospetto di un prototipo interamente nero e analogo a quello che equipaggiava la Contarex Special modificata da NASA ed utilizzata nelle missione spaziale Gemini IV del Giugno 1965; il riflesso superficiale permette di apprezzare come in questo esemplare la ghiera di messa a fuoco sia anodizzata con un materiale che produce riflessi rossastri e differente da quello utilizzato col resto del barilotto.

 

 

La vista dall’alto conferma coma tutti gli elementi accessori siano rifiniti in nero tranne le eccezioni già annotate; la grafica mostra che la finestra per l’ago del galvanometro sul top è ancora conforme al primo tipo, quindi siamo in presenza di una Contarex I già evoluta col sistema di blocco del parzializzatore sull’occhio esposimetrico ma non ancora arrivata alla successiva serie I-D, nella quale il materiale trasparente di questo particolare venne modificato.

 

 

L’inquadramento sistematico è confermato anche dalla vista posteriore, nella quale notiamo l’assenza della feritoia sul dorso accanto al mirino che nell’ultima versione I-D consentiva di inserire una piccola striscia in materiale sintetico e che permetteva di aggiungere scritte poi impressionate a lato del fotogramma, una sorta di dorso data ante litteram.

L’usura circoscritta con precisione sulle superfici posteriori di appoggio sembra più dovuta a sfregamento mentre la fotocamera oscilla appesa al collo che al reale sfruttamento intensivo da parte del proprietario.

 

 

Il profilo destro mette in evidenza una forte usura nella zona sotto la ghiera di controllo del diaframma, probabilmente prodotta dalle unghie della mano destra mentre la mano si muoveva per azionare la rotella del diaframma o semplicemente impugnava l’apparecchio.

La grafica sottolinea nuovamente la levetta di sblocco sul parzializzatore esposimetrico e la particolare anodizzazione della ghiera di messa a fuoco rispetto al resto del barilotto.

 

 

Sul profilo sinistro osserviamo nuovamente tutti gli elementi sistematicamente anneriti e chiare tracce di deterioramento dovute alla cinghia di trasporto: evidentemente questo esemplare ha passato molto tempo al collo del proprietario, giustificando anche l’usura da sfregamento nella parte posteriore; anche in questo caso la differente anodizzazione della ghiera nell’obiettivo risulta palese.

 

 

La vista del fondello, oltre ad evidenziare la sua costruzione in ottone, mostra altri elementi esclusi dall’annerimento, ovvero l’attacco per treppiedi e i tradizionali nottolini simmetrici per lo sblocco del dorso, retaggio di gloriosi sistemi precedenti.

Sono quindi esistite Contarex I “Cyclope” in finitura nera, tuttavia si tratta di rarissimi esemplari di prova oggi molto costosi, e non è escluso che ci si possa anche imbattere in falsi, vista la ragionevole facilità di una contraffazione partendo dal corpo cromato standard.

Passando agli obiettivi, come già specificato tutte le ottiche Contarex passarono ad una livrea con varie parti nere nel 1964-65 come evoluzione della normale produzione, pertanto queste versioni non sono di nostro interesse in questo specifico contesto; escludendo le anomalie nella serie già descritte all’inizio dell’articolo, passeremo ora ad annotare i modelli prodotti in tiratura limitata che vennero realizzati rifinendo in nero non soltanto le parti consuete ma anche il settore della ghiera di messa a fuoco che normalmente era in metallo a vista, dando quindi vita ad obiettivi completamente neri con esclusione delle baionette di servizio anteriore e posteriore; di questi pochi modelli alcuni vennero realizzati in lotti piccoli ma non proprio trascurabili, mentre di altri è noto anche un solo esemplare, forse realizzato ad personam.

 

 

Nella seconda casistica rientra sicuramente questo Carl Zeiss Distagon 25mm 1:2,8 del quale l’esemplare completamente nero visibile in foto è a tuttora l’unico conosciuto; notate come l’obiettivo sia tecnicamente identico al modello standard e l’unica differenza consiste nel settore godronato della ghiera di messa a fuoco che dovrebbe mostrare il nudo metallo e invece è nero.

 

 

La particolarità di questo pezzo unico è la matricola che appartiene alla normale serie, mentre solitamente i prototipi Zeiss sono riconoscibili per una numerazione nell’ambito di 2.5xx.xxx, e infatti le prime preserie di ottiche Contarex nere, allestite sul modello Planar 55mm 1:1,4, prevedevano matricole speciali di questo tipo; l’obiettivo pertanto non nacque ufficialmente come prototipo e le stranezze non si fermano qui: infatti il suo seriale 3.561.726 appartiene ad un lotto di 3.000 esemplari compresi fra 3.561.645 e 3.564.726 prodotti nel 1963, quando le ottiche Contarex nere ancora non esistevano; d’altro canto le incisioni “m” e “feet” sulla ghiera di messa a fuoco sono più snelle rispetto a quelle previste sulla versione satinata, quindi apparentemente sembra che quest’ottica sia nata direttamente in finitura nera e anche con le incisioni riviste che caratterizzano le ottiche seconda serie, sebbene la matricola preceda di 2 anni l’arrivo dei Distagon 25mm 1:2,8 neri.

La grafica evidenzia nuovamente la sezione godronata della ghiera completamente nera.

 

 

Peraltro la Zeiss non ha mai manifestato l’intenzione di modificare l’estetica del Distagon 25mm 1:2,8 per Contarex, infatti questo esemplare appartiene al lotto degli ultimi 30 pezzi prodotti, in piena epoca Vertieb, e ogni dettaglio è assolutamente conforme allo standard del primo Distagon 25mm nero lanciato nel 1965; le incongruenze dell’unico esemplare all black con matricola del 1963 rimangono quindi misteriose.

 

 

Un altro obiettivo Contarex di cui esistono piccoli lotti in finitura completamente nera è il classico Sonnar 85mm 1:2,8, obiettivo della prima ora di eredità Contax che faceva parte del corredo originale di 6 ottiche per Contarex I; l’obiettivo nacque in finitura satinata cromo, passando poi ad un barilotto di seconda generazione con parti nere e ghiera di messa a fuoco con settore godronato in metallo nudo; a questi prodotti di normale serie si aggiunsero anche ridotte quantità di una versione in cui anche la ghiera di messa a fuoco era completamente annerita, arrivando alla configurazione visibile a destra in foto, un look sicuramente più moderno ed aggressivo ma con un inevitabile richiamo al passato imposto dal mantenimento della classica baionetta cromata anteriore.

 

 

In questa bella immagine di gruppo un Sonnar 85mm 1:2 completamente nero evidenzia le differenze rispetto alle ottiche Contarex di seconda generazione in finitura standard, quindi nere ma con settore in metallo a vista nella ghiera della messa a fuoco.

 

 

La ragione per cui non prese piede questa finitura interamente nera si può intuire in questa immagine: mentre le superfici satinate cromo sono molto resistenti all’usura e appaiono come nuove anche dopo un utilizzo intenso, altrettanto non si può dire per i barilotti neri rifiniti con questi materiali e rapidamente soggetti ad un evidente degrado proprio nei settori godronati sui quali le dita fanno presa per mettere a fuoco e che definiscono la differenza con i modelli di serie; notate anche il mantenimento della finitura cromata lucida originale nel grande cannotto interno che emerge focheggiando a distanze minime, una scelta che stride col resto del barilotto interamente nero e che non si riesce a comprendere, dal momento che questo elemento non prevede attriti contro altre parti e tecnicamente non è soggetto a particolare usura.

 

 

L’ultimo obiettivo del quale esistono piccoli lotti in finitura integrale nera è il Sonnar 135mm 1:4, altro modello classico mutuato dal corredo Contax e presente nel sistema ab origine; nell’immagine un raro esemplare completamente nero è affiancato ad un modello della seconda serie, con barilotto parzialmente nero e ghiera di messa a fuoco con settore godronato in metallo nudo; gli esperti noteranno che l’obiettivo a destra in realtà è conforme alla prima serie con barilotto satinato cromo, prevedendo una singola scala per le distanze ed evidenti differenze nello stile delle incisioni, e quest’obiettivo non è anomalo solamente per la finitura completamente nera estesa alla ghiera ma anche per la particolare anodizzazione nella parte anteriore del cannotto, evidenziata dal riflesso violetto e diversa da quella utilizzata nel resto dell’ottica: è quindi possibile che Zeiss stesse sperimentando differenti soluzioni alla ricerca di quella che garantisse la maggiore resistenza meccanica, tuttavia senza arrivare mai a risultati soddisfacenti, situazione che fece annullare ogni velleità di produrre ottiche completamente nere.

 

 

Nell’ambito delle produzioni nere di serie è opportuno ricordare infine anche i dorsi intercambiabili, dal momento che per i corpi in tale finitura erano regolarmente disponibili dorsi di colore coordinato nei quali le parti cromate diventavano nere, mentre il resto degli elementi rimaneva invariato.

Le ottiche Carl Zeiss Contarex in finitura integrale nera basate sulla meccanica classica, interamente metallica, dei modelli di serie furono quindi un tentativo che non portò i frutti sperati e si arenò sul nascere; in realtà in casa Zeiss non abbandonarono mai l’idea di evolvere l’estetica dei vetri Contarex verso il nero, semplicemente si indirizzarono verso altre strade e un rarissimo prototipo del 1967 ci fa capire come avrebbero potuto diventare i barilotti di questi prestigiosi obiettivi in un ipotetico futuro che gli sarebbe stato invece negato.

 

 

Questo Carl Zeiss S-Triotar 85mm 1:4 per Contarex con elicoide molto esteso è un prototipo che consentiva di focheggiare direttamente da infinito ad 1:1 ed utilizzava uno schema tripletto ottimizzato per le coniugate brevi che strizzava l’occhio all’architettura degli Zeiss Luminar di focale più lunga; l’obiettivo è abbinato ad una matricola prototipica Zeiss (2.587.588) e prevede le classiche baionette cromate anteriore e posteriore e la consueta anodizzazione nera delle ottiche Contarex i seconda generazione introdotte 2 anni prima, tuttavia il critico dettaglio della ghiera di messa a fuoco è stato risolto in modo differente, applicando un settore gommato a rilievi cilindrici, analogo a quello utilizzato anche negli zoom Vario-Sonnar descritti in precedenza, e rifinendolo all’estremità con 2 piccoli filetti cromati.

Questa era l’ipotesi iniziale nel 1967, tuttavia la vera estetica di superamento sulla quale impostare una nuova generazione di ottiche Contarex sarebbe stata definita in realtà dai prototipi per Weber SL-75, obiettivi con baionetta posteriore ancora analoga a quella C-rex ma per il resto ormai identici ai futuri Zeiss per Contax-Yashica.

Il materiale Contarex in finitura nera è quindi un argomento complesso e articolato che merita un’accurata dissertazione; nel settore delle ottiche, come visto, esiste un’intera generazione di obiettivi parzialmente neri come finitura di serie, oltre ad altri modelli di produzione con annerimenti atipici/aggiuntivi e altri invece completamente neri ed anomali, dei quali alcuni sono prototipi ed altri vennero realizzati in piccole serie, mentre fra i corpi macchina abbiamo la Hologon, nata all black, piccoli lotti dei modelli Super ed SE, fra i quali le versioni Vertieb svettano per rarità, e alcuni esemplari di Contarex I “Cyclope”.

Il fascino indiscreto degli articoli vintage in finitura nera ha contagiato molti competenti e una piccola collezione di questi pezzi rari, includendo i corpi Contarex neri e gli obiettivi atipici completamente rifiniti nella stessa maniera, può essere una scelta assolutamente elitaria dell’appassionato raffinato e con buone disponibilità economiche: una piccola raccolta di tali esemplari non sarebbe seconda a nessuna per dignità e valore storico.

Per chiudere con coerenza l’articolo voglio condividere con i lettori un piccolo segreto: anche la copertina del “libro Contarex” scritto assieme a Pierpaolo Ghisetti ha vissuto un passaggio dalla… livrea chiara a quella nera…

 

 

Infatti, forse condizionato da tanta letteratura Leica con sovraccoperte di quel tipo, inizialmente avevo concepito la copertina del libro con sfondo bianco; durante una visita a Milano per incontrare Ryuichi Watanabe e mostrargli su PC lo stato di avanzamento del libro, lui stesso suggerì di modificare tale copertina passando ad uno sfondo nero, e già durante il rientro a casa da Milano su un treno veloce avevo provveduto a modificarla in tal senso sul laptop, arrivando alla configurazione “nera” che tutti conoscono.

Un abbraccio a tutti; Marco chiude.

 

 

 

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2 Comments

  1. Marcello Comitini Reply

    Un articolo molto interessante e dettagliato. Ho recentemente acquistato una Canon 1100D che di cromato non ha proprio nulla e quando la prendo in mano la sento forte e misteriosa. Grazie di questo articolo.

  2. GIOVANNI MARIA CAMPUS Reply

    Grazie Marco.
    Da collezionista di Contarex, mi fa sempre piacere leggerti sull’argomento.
    Alla prossima

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