Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; il grande corredo di accessori previsto dalla Nippon Kogaku / Nikon Corporation per i suoi apparecchi fotografici 35mm ha sempre garantito un posto di rilievo ai lampeggiatori; partendo dai primi modelli a lampadine nati per i corpi rangefinder, semplici ma ingegnosi, ha poi evoluto una vasta serie di lampeggiatori elettronici che si sono diversificati in una miriade di modelli, sviluppati anche grazie alla partnership tecnologica con Matsushita, azienda leader in questo settore; Nikon fu anche pioniera nella progettazione di flash anulari dedicati alla macrofotografia, con i primi brevetti che risalgono al 1967; in questa occasione voglio parlare di due modelli, gli Speedlight SB-15 ed SB-21B anulare (cui corrispondono anche i relativi SB-17 ed SB-21A con zoccolo di attacco specifico per il corpo Nikon F3) e di una simpatica e curiosa economia industriale ottenuta condividendo un componente.
Queste schede, ricavate da un sontuoso catalogo dei prodotti Nikon di grande formato realizzato a suo tempo dall’importatore elvetico (nulla del genere era disponibile in Italia), illustrano le principali caratteristiche di questi lampeggiatori; questo catalogo è riferito all’annata 1989-90, pertanto il lampeggiatore convenzionale viene descritto in configurazione SB-17 per Nikon F3 (all’epoca ancora a listino), dal momento che il corrispondente SB-15 era già uscito di produzione; in ogni caso le caratteristiche tecniche, funzionali ed estetiche sono identiche, ad eccezione dello zoccolo di interfaccia.
L’SB-15 / SB-17 era un lampeggiatore compatto presentato nel 1982 e destinato ad essere applicato direttamente sul corpo macchina; questo accessorio ereditava il suo particolare design dai modelli SB-2 ed SB-3 presentati intorno al 1976 (anche in questo caso abbiamo il tipo SB-2 con zoccolo speciale per Nikon F2 e l’SB-3 con attacco per slitta ISO standard) e si distingueva per uno snodo che consentiva di ruotare di 90° lo zoccolo di attacco con la relativa staffa di collegamento, allineandola all’unità principale; in questo modo il flash (il cui elemento principale misurava 100,3 x 89,3mm) diventava ancora più compatto, dal momento che l’altezza fisica del complesso passava dai 69,9mm con staffa in posizione di lavoro ai 41,7mm con lo stesso elemento ruotato (in pratica lo spessore complessivo coincideva con quello dello scafo principale), ed era quindi possibile trasportare il lampeggiatore in una tasca esterna della borsa fotografica, salvando spazio per altre attrezzature.
A parte l’originalità del design, l’SB-15 era un modello molto versatile, con numerose funzioni quali lampo in manuale a piena potenza, scatto con automatismo su 2 diaframmi tramite fotocellula incorporata (1:4 ed 1:8 a 100 ISO, con portata massima di 6,2m e 3,1m), esposizione automatica TTL con i corpi compatibili e scatto a raffica con motore fino a 3,5 fps, sfruttando un numero guida ridotto; la potenza nominale era NG 25 in metri a 100 ISO, più che sufficiente per qualsiasi impiego generale, ed era possibile sbloccare la piccola parabola per ruotarla verso l’alto (bounce flash indiretto a soffitto) con 4 angoli diversi (30°, 45°, 60° e 90°) o aumentare l’angolo di emissione da 60° a 70° con il diffusore grandangolare SW-6; una presa synchro PC per cavetti standard nella parte inferiore completavano la dotazione di questo interessante lampeggiatore, la cui alimentazione era garantita da 4 batterie AA da 1,5v alloggiate direttamente nello scafo; la possibilità di ruotare di 90° il flash rispetto alla staffa consentiva di distanziare la parabola dall’asse di ripresa, contrastando il noto fenomeno degli “occhi rossi” e permetteva anche di ruotarla lateralmente per particolari effetti di luce indiretta riflessa a parete.
Il modello SB-15 con slitta ISO si poteva montare si qualsiasi apparecchio dotato di tale attacco ma, curiosamente, era possibile applicare su tali fotocamere anche il gemello SB-17 dotato di speciale attacco per Nikon F3, utilizzando la specifica staffa intermedia AS-6.
Il Nikon SB-21 (in versione B con attacco per slitta ISO standard e A con zoccolo per Nikon F3) è invece un modello arrivato qualche anno dopo; si tratta di un sofisticato lampeggiatore anulare TTL che consente di illuminare frontalmente un soggetto nella ripresa ravvicinata (simulando un’epilluminazione da microscopio o da riflettore Lieberkuehn applicato al medesimo), ottenendo immagini prive di ombre ed uniformemente illuminate; questo modello prevede un numero guida pari a 13 (sempre in metri a 100 ISO), piuttosto elevato per la categoria, e oltre al funzionamento TTL era possibile esporre in manuale con emissione a piena potenza,1/4 ed 1/16, commutabili tramite uno swith sul retro della parabola, ed era disponibile anche una lampada pilota per agevolare la messa a fuoco.
In realtà non si tratta di un flash anulare tout court perché non dispone di un singolo tubo incurvato ma prevede due unità separate e contrapposte, e l’utente aveva la possibilità di attivarle entrambe o solamente una a scelta, per particolari effetti di illuminazione.
Questo modello di flash era costituito da due elementi distinti: la struttura del lampeggiatore vera e propria con relativo cavo di alimentazione e l’unità base AS-14 che si applicava al corpo macchina, comprendeva le 4 batterie AA da 1,5v per l’alimentazione e provvedeva ad attivare il lampeggiatore per il tempo di emissione necessario; lo scafo del flash si applicava all’ottica con un sistema di clampaggio rapido a molla ed erano forniti di serie 2 anelli adattatori per obiettivi con attacco filtri da 52mm e 62mm (coprendo in pratica tutti i modelli di Micro-Nikkor esistenti); inoltre, per consentire la funzionalità autofocus con alcuni diffusi obiettivi AF-Nikkor dell’epoca, erano disponibili a pagamento anche gli anelli adattatori SL-1 ed SL-2.
Nel corredo standard dell’SB-21 era presente anche un diffusore grandangolare in plastica bianca che andava incastrato davanti al flash e garantiva un’illuminazione particolarmente morbida e diffusa.
L’SB-15 era un lampeggiatore di dimensioni contenute (per gli standard tecnologici del tempo) che si accoppiava molto bene con gli apparecchi Nikon compatti dell’epoca, come questa FE-2 del 1983; molti di questi modelli prevedevano già l’esposizione TTL, con la quale il lampeggiatore era compatibile, semplificando enormemente la vita al fotografo.
Osserviamo con attenzione forme e dimensioni di questo lampeggiatore; infatti…
…passando all’analisi del lampeggiatore anulare SB-21 (qui in versione SB-21B montato su una Nikon F4s con AF-Micro-Nikkor 60mm 1:2,8), salta subito all’occhio che l’unità base AS-14 di questo sistema è stata realizzata riciclando integralmente lo scafo del Nikon Speedlight SB-15 appena descritto; l’azienda ha quindi realizzato una sinergia/semplificazione produttiva, adattando tout court la montatura del lampeggiatore precedente.
Osservando alcuni dettagli dell’unità AS-14, la stretta derivazione dello chassis dai precedenti SB-15 ed SB-17 è ancora più chiara, dal momento che sono ancora ben evidenti le sedi originali destinate alla fotocellula incorporata per l’automatismo flash e alla parabola per il lampo; al posto di quest’ultima troviamo però un pannello nel quale è presente la presa multipolare per il cavo di alimentazione del flash anulare e un selettore che consente di aprire uno sportello, dietro al quale è presente l’interfaccia per collegare dispositivi di alimentazione esterni tipo Nikon LA-2 o LD-2, in grado di estendere l’autonomia utile del flash ben oltre la vita delle batterie AA convenzionali.
Anche il regolo calcolatore posto nella parte superiore appare immutato, e anche nell’SB-21 è adibito alle identiche esigenze.
Anche la parte posteriore dell’AS-14 appare identica a quella dell’SB-15 (notate la staffa girevole); naturalmente la plancia dei comandi principali prevede funzioni differenziate: nell’SB-15 è presente il pulsante test per il flash che funge anche da luce di conferma per l’emissione, un interruttore on/off indipendente e un selettore che permette di scegliere 4 differenti funzioni: esposizione automatica su 2 diaframmi di lavoro a scelta con fotocellula incorporata (A), scatto sincronizzato con motori di avanzamento fino a 3,5 fps (MD), esposizione manuale a piena potenza (M) ed esposizione TTL (TTL); in modalità A viene attivano un ulteriore switch che consente di selezionare uno dei due diaframmi di automatismo con servocellula indipendente (indicati con A1 e A2).
I comandi dell’SB-21B sono invece più semplificati, anche perché quelli destinati alla riduzione a1/4 ed 1/16 di potenza, per l’attivazione della lampada pilota e per l’utilizzo indipendente dei 2 settori lampo sono stati trasferiti sul retro del lampeggiatore vero e proprio; sull’AS-14 troviamo quindi un selettore con le posizioni spento (OFF), funzionamento manuale a piena potenza (M) e automatismo TTL (TTL); è anche presente un pulsante di scatto manuale del flash con luce di conferma di colore rosso che, durante la posa convenzionale, indica la sovraesposizione, oltre ad un secondo indice luminoso che avverte quando l’immagine col lampo è invece sottoesposta.
Ovviamente anche i regoli calcolatori presentano grafiche diverse, per il resto le due unità sono fisicamente identiche.
Con la staffa ruotata di 90° in posizione di riposo è possibile osservare il particolarissimo regolo calcolatore dell’SB-21B, le cui specifiche meritano un’analisi in dettaglio.
Il regolo prevede una serie di regolazioni e letture sequenziali, in cascata; si inizia selezionando la sensibilità del film (in questo caso 100 ISO); sulla linea di fede triangolare bianca si seleziona quindi la lunghezza focale dell’obiettivo utilizzato (dando per scontato che si lavori con ottiche Micro-Nikkor, sono indicati le lunghezze da 55mm, 105mm e 200mm); questa operazione è importante perché, a parità di rapporto di ingrandimento, con focali più lunghe si opera ad una distanza maggiore, alla quale il flash produce un’illuminazione meno potente.
Questo selettore prevede una zona chiaramente evidenziata in arancione che consente invece di selezionare la lunghezza focale dell’obiettivo qualora venga utilizzato in posizione invertita (condizione spesso sfruttata nella macro ad alti rapporti di riproduzione); sul regolo sono indicate anche 2 serie di rapporti di riproduzione: una, di colore bianco con obiettivi montati normalmente, prevede i valori 1:10, 1:7, 1:5, 1:3 ed 1:1 e l’altra, di colore arancione con obiettivi in posizione invertita, riporta i rapporti di riproduzione 1:1, 2:1, 3:1, 4:1 e 5:1; il fotografo, dopo aver opportunamente definito sul regolo la sensibilità ISO, la focale dell’obiettivo e l’eventuale montaggio convenzionale o invertito (nella nostra foto di esempio abbiamo selezionato 100 ISO e un 55mm Micro-Nikkor montato correttamente), compone l’immagine e definisce il relativo rapporto di riproduzione, ovviamente compreso nel range di valori appena descritto; in corrispondenza del valore corrispondente a tale rapporto, sul regolo è presente una sottile linea di fede (bianca per gli ingrandimenti con ottica in posizione normale, arancione per quelli con ottica invertita) che attraversa un’area del regolo nel quale sono riportati i valori di diaframma compresi fra 1:2,8 ed 1:32, ciascuno con un corrispondente settore colorato alternativamente in bianco e verde per migliorare la visibilità; su questi settori l’estremità in corrispondenza del valore di apertura corrisponde allo scatto a piena potenza e due trattini di colore nero lungo la sezione colorata corrispondono invece all’uso con 1/4 ed 1/16 di potenza, come indicato in grafica anche in alto a sinistra; pertanto, lavorando in manuale a piena potenza, occorre seguire la linea di fede bianca o arancione collegata al nostro rapporto di riproduzione fino ad intercettare un’apertura il cui settore colorato sia intersecato all’estremità sinistra, con il valore di diaframma; scattando ad 1/4 di potenza, invece, occorre intercettare il settore del diaframma sul quale la linea di fede intercetta il primo trattino nero, e con 1/16” quello sul quale intercetta in secondo trattino nero (ovviamente, qualora la linea di fede non intercetti precisamente tali settori, si utilizza un diaframma intermedio fra due valori fissi): nella foto di esempio, con ingrandimento 4x (4:1), la corrispondente linea di fede arancione che scende verso il centro del regolo intercetta il settore a massima potenza dell’apertura 1:11, il primo trattino da 1/4 di potenza dell’apertura 1:5,6 e il secondo trattino da 1/16 di potenza dell’apertura 1:2,8.
D’altro canto, scattando invece in modalità TTL flash, queste valutazioni non sono necessarie e serve solo un colpo d’occhio per verificare se, con il rapporto di riproduzione che stiamo sfruttando, il diaframma non risulti troppo chiuso (settore tutto più a destra della linea di fede del rapporto di ingrandimento) o troppo aperto (settore invece tutto più a sinistra della medesima) per i limiti di operatività del lampeggiatore; ad esempio, lavorando con 100 ISO e un 55mm in posizione convenzionale come nella foto, se utilizziamo al rapporto 1:10 (cui corrisponde una notevole distanza dal soggetto), come si può notare i settori di 1:22 ed 1:32 risultano tutti più a destra della relativa linea di fede bianca, e scattando in queste condizioni avremo una foto sottoesposta anche se il controllo TTL avrà scaricato completamente il condensatore del flash.
Infine, un dettaglio: il range operativo ad ogni apertura risulta leggermente esteso nel caso che l’alimentazione sia garantita da unità esterne LA-2 e LD-2; questo incremento è indicato dal tratto più sottile all’estremità del settore, in corrispondenza del valore di diaframma.
Naturalmente anche il modulo porta-batterie presente nell’AS-14 è identico a quello già sfruttato nel flash SB-15 che ha fornito la struttura di base all’unità centrale dell’SB-21.
Si tratta quindi di due lampeggiatori di generazione differente ma entrambi progettati con intelligenza e molto versatili e funzionali; quello che stupisce, appunto, è la scelta di aver riciclato integralmente lo chassis dei tipi SB-15 / SB-17 per creare l’unità AS-14 dell’anulare SB-21A / SB-21B, una scelta che mutua al prodotto una patina quasi artigianale, curiosa ed insolita per un prodotto della famosa azienda, solitamente avvezza a curare il design in ogni dettaglio.
Un abbraccio a tutti; Marco chiude.
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