KERN AARAU: il mitico brand svizzero produttore di grandi obiettivi cine e le sue ottiche destinate alla NASA e alle missioni APOLLO.
Prima parte: Dai compassi alle Alpa
Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; solitamente, in ambiente fotografico, siamo abituati a disquisire di famosi brand la cui collocazione geografica è solitamente circoscritta a Germania e Giappone, mentre nel passato più o meno recente altre aziende si sono affacciate sulla ribalta europea con prodotti di primissima qualità e talvolta molto specializzati, come ad esempio la Kinoptik di Paris oppure, ed è protagonista assoluta in questa condivisione, la Kern di Aarau, azienda Svizzera universalmente nota per i suoi celebri 50mm Macro-Switar (destinati alle fotocamere Alpa prodotte dalla Pignons S.A.) e per i suoi obiettivi cinematografici che equipaggiavano le più famose cineprese 8mm e 16mm degli anni ’50, ’60 e ’70, Bolex in primis; quest’azienda elvetica può vantare una lusinghiera reputazione ma viene anche vista da molti come una piccola realtà destinata a produzioni di nicchia, conosciuta solamente agli iniziati cinefili e ai fanatici Alpa ma poco significativa in termini assoluti: una valutazione sicuramente affrettata che sarà facile confutare ripercorrendo le principali tappe della sua storia nel settore foto/cine e descrivendo anche alcuni obiettivi pressoché sconosciuti che vennero commissionati dalla NASA e che, in occasione del primo allunaggio umano del Luglio 1969, erano in dotazione ad una cinepresa che immortalava l’evento, rendendo nel contempo eterno anche il fabbricante!
L’azienda Kern è una delle più antiche realtà europee del settore; infatti venne fondata da Jakob Kern (1790-1867) nel lontano 1819 e proseguì nel suo glorioso cammino per ben 172 anni fino al 29 Gennaio 1991, quando venne rilevata dalla Wild Heerbrlugg, a sua volta confluita in seguito nella holding del brand Leica, assieme alle strutture Kern che sono tuttora attive nella confezione di strumenti tecnici, sebbene privati del marchio originale.
La produzione iniziale era dedicata ai compassi, strumenti la cui costruzione non fu mai abbandonata (ricordo ancora quando, nei primi anni ’80, suggerii alla mia ragazza, ora moglie, un compasso Kern per i suoi studi artistici, facendole svuotare il suo portafoglio di ragazzina ma dandole accesso ad un pezzo di eccellente qualità…), subito implementata con strumenti di misurazione, sestanti e teodoliti che per decenni furono il core-business dell’azienda; infatti l’offerta commerciale si estese anche ad obiettivi e fotocamere solo intorno al 1925, quindi per oltre un secolo la Kern di Aarau prosperò senza essere mai entrata direttamente nel settore foto/cine!
Infatti, nonostante il marchio Kern sia idealmente collegato alle ottiche Alpa e agli obiettivi cinematografici, in realtà anche in tempi moderni il settore fotografia/cinematografia/proiezione tipicamente rappresentava appena il 10% del suo fatturato, contro un buon 50% del settore geodetica e un 25% del settore militare (telemetri, mirini di puntamento, visori e telecamere notturne, etc.); per quanto riguarda le dimensioni aziendali, nel 1850 la Kern disponeva di 50 dipendenti, passati a 122 nel 1895 e a 500 nel 1945, per toccare poi un picco massimo di ben 1.200 persone impiegate: numeri di tutto rispetto per un’azienda in una piccola città di 20.000 abitanti del cantone di Argovia e che testimoniano il successo dei suoi prodotti.
Il primo impulso alla nascita del settore foto/cine prese avvio quando in azienda venne assunto il matematico Walther Zchokke, cognome impronunciabile per un soggetto veramente talentuoso, nato nel 1870, che si era già formato presso famose aziende ottiche come la Steinheil Muenchen (dal 1888) e la C. P. Goerz di Berlin (dal 1901), dove collaborò col celebre matematico Emil Von Hoegh, padre di famosissimi obiettivi come i Goerz Hypergon e Dagor; Herr Zchokke entrò alla Kern nel 1925 portando un consistente know-how e grazie ai suoi progetti prese vita una nuova gamma di obiettivi fotografici destinati alla fotografia tradizionale chiamati Kernar e Kernon, con luminosità 1:3,5, 1:4,5 ed 1:6,3 e focali da 80mm a 480mm, oltre ad una gamma di obiettivi da riproduzione con schema Dyalit a 4 lenti spaziate, analogo a quello del Rodenstock Apo-Ronar; queste ottiche, realizzate con la proverbiale meticolosità e precisione svizzera, fornivano risultati di qualità equivalente a quella dei più affermati concorrenti dell’epoca e andarono anche ad equipaggiare tutta una gamma di fotocamere marcate Kern come Rolka, Bijou, Simplo, Sport, Plattenkamera 502, e anche gli apparecchi in legno della Frey & Co. di Aarau, mentre le ottiche apocromatiche da riproduzione ed arti grafiche erano montate sulle fotocamere Alois; questa gamma copriva bene le esigenze interne di un mercato che, per sua tradizione, non prevedeva intensi scambi commerciali con l’estero.
Negli anni ’30 alla gamma di ottiche generiche da ripresa fu affiancata anche una linea di obiettivi cinematografici con focali da 35mm a 75mm ed aperture 1:4,5, 1:3,5, 1:2,5, fino ad 1:1,8 per il modello di punta, il cui schema su 4 lenti è chiaramente ispirato ad un analogo brevetto di Bielicke anni ’20 per la Astro Berlin; simultaneamente venne anche concepita una serie di obiettivi da proiezione, con focali da 35mm a 90mm e aperture comprese fra 1:3,2 ed 1:1,6.
Walther Zchokke fu in carico alla Kern di Aarau fino al 1937 e creò i presupposti perché tutta una nuova generazione di ottici crescesse all’ombra dell’azienda, diventando nel tempo i suoi validi epigoni e mantenendo invariabilmente un livello progettuale e qualitativo eccellente, una continuità favorita anche dalla sostanziale estraneità elvetica alle vicende del Secondo Conflitto Mondiale; questo schema sintetizza questa genealogia di progettisti ottici Kern con le ottiche da loro calcolate.
I primi personaggi a raccogliere il testimone da Zchokke furono Walter Lotmar (attivo dal 1942 al 1960) e Hans Schlumpf (in Kern dal 1942 al 1978), artefici della gamma Kern Switar cinematografica progettata negli anni ’50 e divenuta famosa; Schlumpf calcolò anche il classico Switar grandangolare a 10 lenti da 65° e il luminosissimo Macro-Switar 13mm 1:0,9 sul quale dettaglieremo in seguito, oltre ai celeberrimi Switar/Macro-Switar 50mm 1:1,8 e 50mm 1:1,9 per fotocamere Alpa; Raimond Stettler, nel decennio 1949-1959, impostò il progetto del primo zoom Vario-Switar mentre il nuovo leader fu individuato nella figura di Walter Zuercher che, fra il 1951 e il 1991, ebbe modo di soprintendere a praticamente tutti i progetti, calcolando anche ottiche cine più economiche come gli Yvar e Vario-Yvar, alcuni Macro-Switar cinematografici e coronando il tutto con la collaborazione allo straordinario 18mm 1:0,9 calcolato per la NASA nel 1968; l’ultimo grande nome è quello di Ludvik Canzek, un matematico di origini slovene che subentrò alla Kern a fine anni ’60, in tempo per calcolare assieme a Zuercher il 18mm 1:0,9 per la NASA e anche il 180mm 1:4,5 parimenti destinato all’Ente Spaziale americano (quest’ultimo calcolato individualmente); Canzek in seguito fu artefice di molti progetti ottici Kern per uso militare (obiettivi catadiottrici superluminosi per infrarossi, visori notturni ad intensificazione, etc.) e quando l’azienda venne assorbita dalla Wild, nel 1991, creò una propria azienda che progettava e commercializzava dispositivi endoscopici.
Gli intrecci umani ed aziendali, come in un grande affresco romantico, sono resi ancora più suggestivi anche dall’interazione fra la Kern Aarau e la figura del Dr. Heinrich Wild (1877-1951); Herr Wild fu dapprima un dipendente della Carl Zeiss Jena (dal 1908 al 1919, come consulente esterno fino al 1921), responsabile del calcolo di strumenti geodetici come sestanti e teodoliti; nel 1920 ad Heerbrugg, in Svizzera, fondò l’azienda Wild, pressò la quale replicò fino al 1932 (e come consulente esterno fino al 1935) lo stesso ruolo ricoperto alla Zeiss Jena; nel 1935 entrò alla Kern Aarau e fino alla sua morte, nel 1951, disegnò per tale azienda lo stesso tipo di strumenti che aveva progettato per tutta la vita; 40 anni dopo la sua dipartita, l’azienda Wild Heerbrugg da lui fondata incorporò la Kern, in un loop spazio/temporale da vertigini…
La transizione senza soluzione di continuità fra generazioni di progettisti Kern è sottolineata anche da questo schema, dove l’obiettivo cinematografico 1:1,8 anni ’30 calcolato da Zchokke fu evoluto, senza stravolgimenti di concetto, da Walter Lotmar nel 1945, sdoppiando gli elementi per aumentare la correzione cromatica e portando la luminosità massima ad 1:1,4.
La seconda parte verrà pubblicata venerdì 1 febbraio 2019
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