Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; gli obiettivi fotografici tedeschi sono da sempre accompagnati da una fama quasi leggendaria e in gran parte giustificata, perché aziende come Carl Zeiss Jena / Carl Zeiss oppure Leitz / Leica hanno sistematicamente sfornato esemplari che rappresentavano il termine di riferimento per la concorrenza dell’epoca; questo trend prese avvio quando il supporto informatico alla progettazione non era ancora determinante come oggi e la creazione di pezzi particolarmente riusciti era soprattutto merito di pochi abilissimi matematici, autentici giganti del loro tempo la cui genialità fece la differenza e le fortune dell’azienda di riferimento; vorrei quindi dedicare un profilo completo e di ampio respiro ad alcuni di loro, avvalendomi di documentazione inedita, iniziando da colui che è stato responsabile di progetto della maggior parte degli obiettivi Carl Zeiss per uso fotografico, cinematografico e tecnico dalla fine degli anni ’50 alla fine degli anni ’80, il leggendario Dr. Erhard Glatzel.
Erhard Glatzel fu un personaggio poliedrico, in grado di destreggiarsi con apparente facilità in aspetti del calcolo ottico sostanzialmente differenti, e mise la firma ad un cospicuo gruppo di obiettivi Zeiss, molti dei quali famosi e diffusi e altri destinati ad utilizzo tecnico di nicchia e pressoché sconosciuti alla massa.
Erhard Glatzel nacque il 25 Ottobre 1925 a Marl, piccola città della Westfalia, figlio di Bruno Glatzel (un insegnante) e di Luise Kaerst; nella stessa località, a partire dal 1932, frequentò 4 anni di scuole inferiori e nel 1936 si iscrisse a quelle superiori, dovendo però interrompere temporaneamente gli studi per gli eventi bellici: infatti, nel Novembre 1943, divenne Ufficiale della Luftwaffe e comandante di una formazione di aerei, un ruolo da cui venne congedato formalmente a guerra finita, nel luglio del 1945.
Questo flyer costituisce la documentazione ufficiale Zeiss resa disponibile al lancio dell’Hologon Kamera con relativo 15mm; è interessante notare che il diagramma della distorsione geometrica (di solito abbastanza avvertibile in un supergrandangolare rettilineare da ben 110° come questo) presenta un fondo-scala di 0,002mm e il valore massimo è pari a circa 0,001mm su una semidiagonale di 21,6mm, virtualmente pari a zero; questo ci fa capire l’eccezionalità del supergrandangolare Hologon e che, con applicato il relativo filtro che compensava 2 stop di vignettatura ai bordi rendendo l’illuminazione del campo sufficientemente uniforme, consentiva di effettuare riprese critiche di architettura con elevato dettaglio e perfetta riproduzione geometrica.
La seconda parte verrà pubblicata lunedì 4 marzo 2019
Un abbraccio a tutti – Marco chiude.
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