Dorso Zeiss Dataphot per Fundus Camera

Dorso Zeiss Dataphot di Carl Zeiss Inc. U.S.A. per Fundus Camera

 

Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; quando pensiamo al nome Zeiss dobbiamo confrontarci con un bailamme di incarnazioni diverse, partendo dalla originale Carl Zeiss Jena e passando per Zeiss Ikon Dresden, Carl Zeiss Jena DDR , Zeiss Ikon Stuttgart e Carl Zeiss Onberkochen, a sua volta diversificata anche in Zeiss Opton.

A complicare un quadro già caotico possiamo aggiungere anche la Carl Zeiss Inc., ovvero il dipartimento statunitense della Zeiss Oberkochen che, analogamente al corrispettivo Ernst Leitz Inc. New York, era una struttura dotata di una certa autonomia gestionale, al punto da progettare autonomamente anche componenti ed accessori.

 

 

Il curioso prodotto Zeiss protagonista di questo articolo è proprio frutto di una sinergia fra la sede di Oberkochen e la filiale a stelle e strisce, e si tratta di un dorso data per la sovrimpressione di informazioni numeriche sul bordo del fotogramma da applicare ad un apparecchio del tipo fundus camera, ovvero un dispositivo utilizzato per fotografare la retina dell’occhio umano e rilevarne eventuali patologie.

La fundus camera dispone di un gruppo ottico ottimizzato a distanza ravvicinata con un sistema di epilluminazione coassiale, e solitamente prevede anche una mentoniera con relativo appoggio per la fronte sulla quale si posiziona il volto del paziente, in modo da collocare l’occhio nel campo di ripresa dell’apparecchio; in questo caso il dispositivo dispone di un sistema di visione reflex indipendente al quale è applicato un apparecchio reflex 35mm motorizzato ed equipaggiato con lo speciale dorso data in questione.

 

 

Questo dorso, munito delle relative interfacce via cavo per l’alimentazione e la sincronizzazione da collegare alla fundus camera e al motore della reflex 35mm, è denominato Dataphot, con marchio registrato, e risulta progettato e prodotto proprio dalla Carl Zeiss Incorporated statunitense.

 

 

Il dorso Carl Zeiss Inc. Dataphot consentiva di impressionare sul fotogramma una matrice di 4 numeri, replicando 2 volte l’informazione (anche con dati differenti) alle estremità del fotogramma; questo era possibile perché l’immagine della Fundus Camera con la riproduzione della retina era circolare e sfruttava solo la porzione centrale del fotogramma, un po’ come avviene con certe ottiche fisheye; il dorso permetteva di imprimere i dati manualmente o automaticamente al momento dello scatto; era anche disponibile una funzione timer intervallometro dall’utilizzo poco chiaro ed era possibile adattare la potenza luminosa alla sensibilità del film e verificare l’avvenuto funzionamento tramite un led di conferma.

 

 

Nel pressapellicola erano presenti 2 aperture simmetriche che consentivano la sovrimpressione dei dati ai due lati del fotogramma.

 

 

Questo dispositivo venne progettato a inizio anni ’70 da Peter Hoerenz e Helmut Ludi, tecnici in forza alla Carl Zeiss Incorporated, e la richiesta del relativo brevetto americano venne depositata il primo Agosto 1973; è interessante notare come il brevetto sia stato registrato a nome dell’azienda madre, cioè Carl Zeiss Stiftung.

La sezione schematica mostra come all’estremità del dispositivo siano presenti 2 matrici a led (n° 25 e n° 26) che proiettano verso l’interno; la sequenza dei dati di entrambe le matrici passa attraverso un sistema ottico di focalizzazione simmetrico e comune (n° 24), dopo aver attraversato indenne la parte esterna di specchi semitrasparenti a 45° (n° 27 e n° 28), e viene poi riflessa a 90° sul fotogramma, perfettamente a fuoco, dalla porzione interna dei relativi specchi; pertanto: il fascio generato dalla matrice 25 attraversa lo specchio semitrasparente 27, viene focalizzato dal relay lens 24 e riflesso sul film dallo specchio 28, mentre il fascio prodotto dalla matrice 26 attraversa lo specchio semitrasparente 28, viene focalizzato dallo stesso relay lens comune 24 e quindi riflesso a 90° sul film dallo specchio 27.

Si tratta di un progetto intelligente ed efficiente che si avvale di led, una primizia a quei tempi; l’unica considerazione negativa è legata alle notevoli dimensioni, peraltro poco influenti nella specifica destinazione d’uso.

 

 

Un ulteriore schema del brevetto visualizza l’aspetto del fotogramma finale, con al centro la retina del paziente e all’estremità del fotogramma le 2 sequenze di 4 numeri, utili per identificare il soggetto.

Si tratta quindi di un accessorio interessante ma anche storicamente rimarchevole perché progettato ed industrializzato direttamente dalla filiale americana di Carl Zeiss Oberkochen, rivelando quindi una notevole autonomia gestionale.

Un abbraccio a tutti; Marco chiude.

 

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