Aggiuntivo Carl Zeiss Pro-Tessar 250mm 5x prototipo per Contaflex.

Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; la Zeiss Ikon di Stoccarda, pressata dal management affinchè utilizzasse gli otturatori centrali dell’azienda Deckel della quale lo Stiftung controllava il pacchetto di maggioranza, ad inizio anni ’50 impostò la fortunata gamma di fotocamere reflex Contaflex alla quale arrise un lusinghiero successo commerciale grazie al prezzo ragionevole, l’elevata qualità costruttiva e la semplicità d’uso.

Il vero limite di quel sistema, vincolato all’utilizzo di un otturatore centrale nell’obiettivo, era rappresentato dall’impossibilità di sostituire l’ottica; naturalmente questo impedimento, nella stragrande maggioranza dei casi, non costituiva un problema per il cliente tipo della Contaflex, di solito un utente alla ricerca di un apparecchio preciso e di alta qualità ma non particolarmente smaliziato e ancorato al retaggio di una fotografia che si concretizzava utilizzando solamente l’obiettivo normale, adattando e plasmando tutto il resto alle sue possibilità.

La famiglia Contaflex reflex avrebbe quindi potuto scandire una favorevole carriera commerciale anche mantenendo le caratteristiche iniziali e puntando soprattutto sulla precisione costruttiva e la qualità dei materiali, decisamente superiori alla media della categoria; tuttavia il destino non aveva fatto i conti con l’insaziabile sete di perfezionismo che costituisce da sempre la più genuina firma Zeiss!

Infatti, fin da subito, i tecnici immaginarono di aggirare la limitazione dell’obiettivo fisso creando aggiuntivi ottici da applicare anteriormente, in grado di modificare la lunghezza focale e simulare l’utilizzo di un obiettivo diverso da quello in dotazione; questo approccio tecnico fu largamente condiviso dai brand tedeschi negli anni ’50 e ’60, forse più di quanto gli effettivi esiti commerciali lascino intendere, e oltre a Carl Zeiss anche altre aziende si cimentarono progettando una nutrita schiera di aggiuntivi di questo genere, come ad esempio Schneider Kreuznach con i suoi modelli destinati alle fotocamere Retina, e addirittura Leitz Weztlar, la quale, nonostante non abbia mai effettivamente commercializzato accessori del genere, nel 1959-60 mise alla frusta il suo abile progettista Georg Knetsch facendogli progettare 3 aggiuntivi ottici afocali (con fattore di conversione 0,416x, 0,6x e 2,4x) destinati al prototipo di un obiettivo Gauss a 6 lenti in 4 gruppi, probabilmente previsto per uso cinematografico.

In ogni caso la Carl Zeiss di Oberkochen fu quella che mise in campo più risorse per sviluppare tali sistemi da applicare alla Contaflex, con l’intenzione a lungo termine di garantire una scelta di focali e modalità di ripresa in grado di coprire la maggioranza delle situazioni fotografiche.

 

 

Dopo le prime ipotesi di aggiuntivi convenzionali, da applicare direttamente sull’obiettivo standard, alla Zeiss conclusero che le variabili di calcolo sarebbero state molto più favorevoli rimuovendo la lente anteriore del Tessar 50mm 1:2,8 in dotazione, dettaglio che permetteva di utilizzare uno schema ottico più ottimizzato e senza essere vincolati alle caratteristiche di tale elemento, e seguendo questo indirizzo tecnico l’azienda sviluppò rapidamente alcuni aggiuntivi afocali che vennero ribattezzati Pro-Tessar.

 

 

Occorre considerare che l’attuale affermazione delle ottiche grandangolari, anche spinte, è necessariamente passata attraverso una sorta di una piccola rivoluzione culturale, nella quale i fotografi hanno imparato a “vedere” e a previsualizzare con gli stilemi propri della focale corta, mentre l’approccio al teleobiettivo è idealmente più semplice e praticato fin dagli albori della fotografia; pertanto, a quei tempi, la disponibilità di un Pro-Tessar moderatamente grandangolare da 35mm era più che sufficiente alla bisogna, e i tecnici si concentrarono invece sulle versioni lunghe, sicuramente più interessanti per la clientela, e al termine dello sviluppo la Contaflex poteva quindi sfruttare lunghezze focali da 35mm, 50mm, 85mm e115mm; inoltre fu predisposto un aggiuntivo per macro di alta qualità al rapporto 1:1 (che permetteva anche di duplicare negativi e diapositive) e, sfruttando un monoculare 8×30 applicato davanti al Tessar con un raccordo, fu addirittura accessibile una lunghissima focale da 400mm con apertura 1:8, senza contare il set di 4 lenti addizionali per macro meno spinte da applicare al Tessar senza rimuovere l’elemento anteriore.

 

 

La casa era quindi riuscita nel suo intento, garantendo ai clienti Contaflex la possibilità di sbizzarrirsi in ogni campo senza tuttavia sobbarcarsi i corsi quasi insostenibili della sorellona più professionale, la mitica Contarex; alla Zeiss di Oberkochen era talmente convinti della validità del sistema che, nel 1956, hanno addirittura provveduto a progettare 2 sofisticati aggiuntivi Novar-Gon 35mm 1:4 e Novar-Tel 85mm 1:4 destinati all’economico Novar 50mm 1:2,8, un tripletto senza pretese alla base di gamma che veniva appaltato ad un fornitore esterno, la Rodenstock di Monaco di Baviera; nonostante la grande dovizia e varietà di modelli effettivamente commercializzati, in realtà questa serie di aggiuntivi si può considerare solo la punta dell’iceberg rispetto a quanto era stato effettivamente progettato e sperimentato; infatti esistono progetti, schemi ed evidenze che testimoniano la nascita di altri e più ardite versioni che vennero poi abortite prematuramente per esigenze di marketing o perché risultavano sconsideratamente costose e pesanti; fra questi modelli che non videro gli scaffali di vendita troviamo innanzitutto 2 Satz-Planar-Gon e Satz-Planar-Tel destinati ad un 50mm 1:2 tipo Planar a 6 lenti in 4 gruppi che avrebbe dovuto arrivare sulla Contaflex, elevandola di rango, e venne invece dirottato sulla prestigiosa Contarex, oltre ad aggiuntivi Pro-Tessar destinati a generare teleobiettivi e il cui schema ottico prevedeva costi, ingombri e pesi incompatibili col corpo macchina e la sua collocazione di mercato.

In questa serie di progetti bocciati dal marketing troviamo anche un aggiuntivo tele che avrebbe dovuto mettere a disposizione una lunga focale senza ricorrere all’artifizio un po’ ridicolo del monoculare con prisma di Porro adattato davanti all’obiettivo; tale dispositivo è il Fernvorsatz 5x e rappresenta forse il disegno più complicato mai concepito alla Zeiss per questa tipologia di accessori.

 

 

Il disegno di questo Fernvorsatz 5x da applicare al Tessar 50mm 1:2,8 della Contaflex fu completato il 21 Dicembre 1961 e il primo esemplare di prova uscì dalle officine il 9 Gennaio 1962; all’aggiuntivo fu abbinato il codice interno 10 43 89 e la denominazione V13 (V = Versuch, prototipo) indica che si trattava della tredicesima versione successiva dello stesso progetto, dettaglio che testimonia il grande lavoro che aveva accompagnato la sua nascita.

Quest’aggiuntivo, abbinato al 50mm in dotazione, generava un potente teleobiettivo da 250mm (5x, appunto) con apertura 1:6, un valore ancora compatibile con l’uso a mano libera; la sezione del progetto originale, disponibile grazie alla lungimiranza del Dr. Kaemmerer, che a suo tempo a provveduto a riprodurlo ed archiviarlo, mostra uno schema a 5 lenti con 2 doppietti spaziati ad aria e si intuisce subito come gli ingombri meccanici, sebbene non ancora grotteschi, siano comunque sproporzionati rispetto alle dimensioni dell’apparecchio e del Tessar in dotazione; tuttavia a precludere l’accesso alla produzione di serie non furono le dimensioni bensì altri fattori.

 

 

Infatti, osservando questo ulteriore schema originale Zeiss, si può notare come il Fernvorsatz 5x da 250mm 1:6 non permettesse di focalizzare l’immagine accoppiandolo direttamente al Tessar 50mm 1:2,8, come avveniva con i Pro-Tessar convenzionali, ma richiedeva un sistema relay intermedio a 6 lenti in 5 gruppi, otticamente strutturato come una sorta di oculare da microscopio, e questa ulteriore complicazione portava il numero di elementi ottici a 11 e probabilmente avrebbe imposto ingombri, pesi e un prezzo di listino inaccettabili; dallo schema si intuisce anche che il sistema relay intermedio non richiedeva la rimozione della lente anteriore dell’obiettivo di serie, e possiamo apprezzare come fossero state ipotizzate due varianti di schema ottico per l’elemento anteriore, nella quali il secondo doppietto può essere collato o spaziato.

Questo incredibile aggiuntivo ottico per Contaflex reflex da 250mm 1:6 non arrivò mai sul mercato ma testimonia una interessante pagina di storia dell’ottica e conferma, se ce ne fosse bisogno, insaziabile sete di perfezione della casa di Oberkochen.

Un abbraccio a tutti; Marco chiude.

 

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