Un cordiale saluto a tutti i followers di NOCSENSEI; la lunga e purtroppo difficile strada dell’emancipazione femminile ha portato le donne ad occupare posizioni un tempo irraggiungibili e il loro grande potenziale si può finalmente esprimere nei più disparati settori; restando nel nostro consueto ambito di ingerenza, la progettazione ottica di obiettivi fotografici è sempre stato invece un settore di pretto appannaggio maschile: i disegnatori delle ottiche più famose sono infatti invariabilmente uomini e siamo talmente assuefatti a questa considerazione che se immaginiamo mentalmente un progettista al lavoro pensiamo subito ad un soggetto maschile con camice da lavoro e spessi occhiali da vista curvo su un terminale; questo stereotipo è rimasto sostanzialmente conforme alla realtà per le aziende giapponesi, tedesche, statunitensi e britanniche, tuttavia negli ultimi anni il tabù è stato sfatato anche in questo campo.
In questo articolo voglio quindi porre in risalto alcuni famosi obiettivi il cui gruppo ottico prevede una progettazione femminile, mostrando poi con un’ampia ed esaustiva rassegna di brevetti come invece in Unione Sovietica la progettazione di ottiche finalizzata da donne, in toto o come parte di un team misto, fosse invece una prassi comune e radicata fin dall’Anteguerra, al tempo dei primi programmi quinquennali voluti da Stalin.
Ad esempio, nella produzione tedesca, alcuni famosi obiettivi per Leica M e Leica R attuali o di recente disegno sono stati progettati da donne.
Uno di essi è il celebre, diffuso ed apprezzato Summicron-M 35mm 1:2 Asph. che nel 1996 andò a sostituire la famosa 4^ versione a 7 lenti “King of bokeh” lanciata nel 1979 e leggermente rivista a inizio anni ’90; quest’obiettivo introduceva la tecnologia asferica già utilizzata nel più prestigioso Summilux-M 35mm 1:1,4 e la miglioria consentiva di correggere in modo più efficace alcune aberrazioni, migliorando il rendimento specialmente a tutta apertura fuori asse.
Un altro famoso obiettivo Leica a progettazione femminile è il prestigioso e costosissimo Vario-Apo-Elmarit-R 70-180mm 1:2,8 del 1995, uno zoom luminoso con vetri a bassa dispersione e dispersione parziale anomala che garantiva prestazioni eccellenti, sia pure al prezzo di una utilitaria.
Entrambi questi obiettivi vennero calcolati da Sigrun Kammans, una progettista che ha dedicato la maggior parte della sua carriera al disegno di gruppi ottici per i binocoli Leica, concedendosi tuttavia questa sortita nel settore fotografico per firmare due autentici capolavori.
Un terzo obiettivo di grande prestigio e recente introduzione disegnato da una donna è l’esclusivo Leica Apo-Summicron-M 35mm 1:2 Asph., ennesima rivisitazione di un classico intramontabile che ridefinisce ulteriormente lo standard qualitativo del modello a livelli forse nemmeno immaginabili, sfruttando una raffinata combinazione di vetri ED a bassissima dispersione e vetri Special Short Flint (KZFS) a dispersione marcatamente anomala.
Questo straordinario obiettivo, lanciato nel Marzo 2021, venne disegnato nel 2018 da Kathrin Keller in sinergia con Stefan Roth, in una fase in cui lo storico progettista delle ottiche Leica recenti, Peter Karbe, si sta defilando dall’azienda senza troppi clamori lasciando il campo a giovani e promettenti leve, in un naturale ricambio generazionale; Kathrin Keller peraltro l’avevamo già vista all’opera nel 2006 quando disegnò il complesso mirino multifocale Leica 16-18-21-24-28mm tipo 12011.
Per quanto riguarda la produzione nipponica, per decenni il disegno degli obiettivi è stato un affare esclusivamente maschile, tuttavia già nell’ultimo scorcio dello scorso Millennio la situazione stava cambiando e nelle principali aziende, fra gli “junior” presi in carico da esperti e famosi progettisti anziani per la loro formazione, comparvero finalmente anche donne; l’esempio che segue è un caso eclatante e sconosciuto di celeberrimo obiettivo giapponese con progettazione ottica femminile.
Infatti il famoso ed apprezzato Nikon AF-S Nikkor 17-35mm 1:2,8 ED D, obiettivo professionale lanciato nel Giugno 1999 assieme alla celebre digitale Nikon D1 e poi largamente apprezzato dai Nikonisti anche su apparecchi 24x36mm, sia analogici che digitali, venne calcolato proprio da una donna che era discepola prediletta del rinomato progettista Kiyotaki Inadome, grande innovatore delle camme di azionamento degli zoom e padre di obiettivi come gli Zoom-Nikkor 28-85mm 1:3,5-4,5, 35-105mm 1:3,5-4,5 e 35-70mm 1:2,8; purtroppo non conosco il nome della giovane progettista del gruppo ottico presente nel 17-35mm 1:2,8 perché subito dopo questo exploit decise di abbandonare l’azienda, farsi una famiglia e dedicarsi ad altro, quindi per ragioni di privacy non ho ottenuto tale informazione.
Personalmente ho amato moltissimo quest’obiettivo, acquistato nella primavera 2000 e largamente sfruttato sia in analogico che in digitale (la foto a destra mostra proprio il mio esemplare, dopo anni di utilizzo), e apprendere che il suo sofisticato gruppo ottico con 3 lenti asferiche e 2 vetri ED è stato progettato da una donna ha aggiunto ulteriore poesia all’attaccamento che provo per questo modello.
Infine, questo brevetto del 2017 è firmato dall’accoppiata Tatiana Polyakova ed Ekaterina Savelova e descrive un teleobiettivo con copertura fino all’IR ed il relativo moltiplicatore di focale aggiuntivo.
Questo ampio excursus nella progettazione degli obiettivi ci ha quindi rinfrancato, dimostrando come la presenza femminile sia diffusa e determinante anche in un settore, la progettazione ottica, tradizionalmente monopolizzato da soli uomini, con la speranza che il trend rimanga in costante crescita.
Un abbraccio tutti; Marco chiude.
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