Nikon FM3A: la REGINA. Istruzioni per l’uso (Seconda Parte)

Nikon FM3A: istruzioni per l’uso

In questo secondo articolo e videotutorial sulla Nikon FM3A entrerò nel vivo di tutti i principali comandi e del loro corretto funzionamento

Buona lettura

Gerardo Bonomo

 

 

 

Le batterie

Anche se il grande plus della Nikon FM3A è di funzionare su tutti i tempi di scatto anche a batterie completamente scariche, le batterie sono necessarie per attivare il sistema esposimetrico e la priorità di diaframmi. In modalità A si seleziona il diaframma desiderato e la fotocamera imposta automaticamente il tempo di scatto, andando ben oltre non solo al tempo di posa meccanico più lungo, ma anche ai tempi di posa elettromeccanici, che come dati di targa arriva fino a 8 secondi ma che abbiamo visto nella pratica si spinge bel oltre i quattro minutiì

 

 

Io propendo per la batteria al litio da 3V, è quella con la minor autoscarica ed è poi una singola batteria, diversamente si possono usare due batteri silver-oxide da 1,55V (SR44 type) o due batterie alcaline da 1,5V (LR44 type). In alternativa, con il Motor Drive MD12 è possibile alimentare la Nikon FM3A anche con comuni batterie stilo di tipo. Per valutare lo stato di carica delle batterie basta spostare la leva di carica dal corpo macchina per accendere la fotocamera premere a metà il pulsante di scatto e osservare nel mirino se l’ago dell’esposimetro resta attivo per 16 secondi. In questo caso la batteria è perfettamente carica.

Io privilegio la batteria litio da 3V, anche perchè è più facile da rimuovere. Infatti, se si usa la fotocamera in modo discontinuo è sempre meglio rimuovere la batteria per evitare potenziali ossidazioni e perdite di acidi; cosa questa comune a qualsiasi prodotto elettronico e a qualsiasi batteria. Va da sè che così come si tiene sempre nella borsa fotografica più di un rullo di scorta è opportuno avere sempre con sè anche una batteria di scorta; sulla confezione controllate la data di scadenza. Comprate SOLO batterie di marche blasonate, Duracell, Energizer, Sony, Sanyo etc e non batterie di marchi non conosciuti:capita di frequente che queste batterie siano cariche solo a metà addirittura completamente scariche. Viviamo in un pollaio e fuori il mondo è pieno di volpi….

 

I controlli sommari prima dell’inserimento della pellicola

Con una pompetta SENZA la parte terminale in setole naturali o artificiali dopo aver tolto l’obiettivo date qualche soffiata nel box specchio per eliminare possibile polvere o granelli. NON cecate dì alcun modo di pulire lo specchio nè tanto meno e soprattutto lo schermo di messa a fuoco, soprattutto la parte inferiore che composta da una lente di Fresnel formata da migliaia di cerchi incisi nella plastica e dakìi quali è IMPOSSIBILE rimuovere la polvere la solo aggiungerla. Tutte le varie inclusioni che potreste vedere nel mirino NON appariranno nell’immagine finale perchè o sono depositi sullo specchio, o sullo schermo di messa a fuoco o al’interno dell’oculare.

 

 

Metette la fotocamera in posa B e soffiate con la pompetta i vani porta pellicola e la parte interna del dorso; con la tendina aperta che NON va MAI neppure sfiorata controllate in controluce che lungo i bordi non ci siano inclusioni impigliate, come un frammento di fibra o altro: questi se lasciati in posizione, stamperanno la loro immagine su TUTTI i fotogrammi, se individuate un’inclusione, com molta attenzione e sempre senza toccare le tendine, rimuovetela aiutandovi con una pinzetta. Non usate alcun tipo di liquido di alcun genere per pulire la parte interna della fotocamera e non premete troppo sul pressapellicole, potreste rovinare la contromolla alloggiata dietro. Non pulite i contatti DX con alcun tipo di liquido, al massimo sfiorateli leggermente con un panno in microfibra. Non usate MAI cotton fiocc, o alcun tipo di fazzoletto di cellulosa perchè possono depositare frammenti di cellulosa, usate solo ed esclusivamente panni in microfibra e conservatene uno solo per pulire le parti della fotocamera. I panni in microfibra si lavano acqua calda e sapone e tornano perfettamente nuovi e sgrassati. NESSUNA PARTE DELLA FOTOCAMERA O DELLE OTTICHE VA IN ALCUN MODO LUBRIFICATA O INGRASSATA. Periodicamente usando uno stuzzicadente di legno saggiate la tonicità delle guarnizioni annegate nella parte interna del dorso; se le trovate collose o screpolate è venuto il momento di cambiarle, diversamente potete continuare a lavorare

 

Ofelè fa el to mesté ! Pasticciere, fai il tuo mestiere !

Questo esploso vi dà un’idea sommaria delle parti che compongono una Nikon FM3A e vi fa immaginare quanto sia complicato metterci mano. Vi suggerisco di non cercare in alcun modo di provare a eseguire qualche sorta di “riparazione”, ma di vedere ogni vite accessibile come un rivetto inespugnabile. Qualunque problema possa avere la fotocamera, rivolgetevi a bravi fotoriparatori

 

Che ottiche può montare la Nikon FM3A ?

Partiamo innanzitutto dal fatto che la NIkon FM3A monta innanzitutto le ottiche AI e AI-S e cominciamo col vedere le differenze tra questi due modelli di obiettivi, tralasciando al momento le ottiche F dette anche pre-AI, come il modello rappresentato in alto a destra.

 

 

La differenza tra le ottiche AI e AI-S

L’obiettivo AI-S è stato creato nel 1982, quando il meccanismo di apertura dell’obiettivo AI è stato migliorato per offrire il controllo automatico dell’apertura. Questa funzione doveva essere utilizzata con fotocamere come FA, FG e F301 e consentiva di incorporare le modalità Program o Shutter Priority (solo FA) in queste fotocamere se utilizzate con obiettivi AI-S. I meccanismi AI-S consentono agli incrementi di apertura di un obiettivo AI-S di essere controllati più precisamente dalla fotocamera rispetto a un obiettivo AI.

 

 

Le indicazioni visibili che un obiettivo è AI-S anziché AI sono:

L’apertura minima (sia le figure principali più grandi che quelle più piccole con lettura diretta) sono contrassegnate in arancione, ovvero F16,
È stata tolta una tacca dall’innesto a baionetta posteriore, sopra la tacca di bloccaggio dell’obiettivo. Ciò consente ad alcune fotocamere Nikon di rilevare se è montato un obiettivo AI-S.

 

 

La differenza sta tutta nel Meter Coupling Lever, il “dente” di ingaggio delle fotocamere AI

Tuttavia, mentre gli obiettivi AI erano retrocompatibili con le fotocamere non AI, gli obiettivi non AI non erano compatibili con tutte le fotocamere AI. Le fotocamere Nikon FM, FE, EL2, F3, F4 e Nikkormat FT3 hanno utilizzato il sistema di misurazione AI ma hanno consentito di montare obiettivi non AI grazie alla possibilità del disinnesto della leva del giunto di misurazione. F2A e F2AS erano fotocamere AI ma il meccanismo AI era montato sul prisma di misurazione rimovibile. Quindi la Nikon FM3A NON può montare le ottiche pre-AI, a differenza come indicato nelle due immagini qui sopra, della Nikon FE, per fare un esempio. Diciamo che è un problema relativa, ma personalmente non mi rimane chiaro ì, così come per la FE2 rispetto alla FE, perchè alla FM3A non è stato reso possibile il disinnesto della leva del Meter Coupling Lever

 

E gli obiettivi AF ?

La Nikon FM3A può montare gli obiettivi AF di tipo D, ovvero quelli, come indicato nell’immagine in alto a destra che dispongono della ghiera dei diaframmi; si imposta manualmente il diaframma come per gli obiettivi AI e al momento dello scatto il diaframma si chiude all’apertura desiderata. Per la misurazione dell’esposizione invece bisogna agire sulla leva della profondità di campo che chiude il diaframma alla chiusura di lavoro e permette di effettuare la misurazione dell’esposizione; naturalmente non è possibile lavorare in modalità A.

 

 

Può montare anche gli obiettivi di tipo G, ovvero senza ghiera dei diaframmi, ma solo quelli per il formato digitale full frame e non APS e può lavorare esclusivamente a tutta apertura, vale a die che non è possibile chiudere il diaframma

 

 

Va da sè che la morbidezza “frenata” della ghiera di messa a fuoco degli obiettivi AI permette una messa a fuoco più accurata, nel senso che la rotazione della ghiera è più gestibile. Negli obiettivi AF la ghera è più “lassa” e non è facile ruotare la ghiera con la stessa precisione.

 

L’esposizione con le ottiche AF e la compatibilità con altri obiettivi

Non basta la compatibilità “meccanica” è necessario valutare anche la compatibilità esposimetrica: in alto a sinistra è mostrata la tabella di alcuni obiettivi particolari e relativa compatibilità con la Nikon FM3A. A destra è invece mostrata la compatibilità con il sistema esposimetrico: con gli obiettivi AF di tipo D non c’è alcun problema: è possibile lavorare sia in modalità manuale che a priorità di apertura, con altri obiettivi è possibile effettuare e solo in manuale la misurazione esposimetrica in modalità stop down, agendo quindi sulla leva della profondità di campo. Con altri obiettivi, invece, non è in alcun modo possibile utilizzare il sistema esposimetrico integrato nella fotocamera; si dovrà ricorrere a un esposimetro esterno.

 

 

Il settaggio dell’esposimetro: il codice DX

Pa Nikon FM3A dispone all’interno del’alloggiamento della pellicola i contatti dorati che le permettono di riconoscere la sensibilità della pellicola. Tutti i rulli 135 del mondo – tranne la Ferrania P30, hanno una serie di codici a barre, ovvero parti non serigrafate e altre serigrafate che permettono ai contatti dorati di riconoscere la sensibilità della pellicola. E’ sufficinete impostare nella ghiera di regolazione dell’esposimetro la scritta DX per far sì che la fotocamera riconosca la sensibilità della pellicola e la comunichi all’esposimetro interno

 

 

L’impostazione manuale della sensibilità della pellicola

A parte la Ferrania P30, ci sono molte situazioni in cui la sensibilità va impostata manualmente, ad esempio quando si utilizzano caricatori anonimi in cui la pellicola è stata bobinata manualmente, o quando si usano pellicola che hanno una determinata sensibilità nominale, ad esempio 400ISO, ma si desidera esporre a differenti sensibilità, per esempio a 800, 1600, 3200 ISO.

In questo caso, sempre sollevando la ghiera di blocco del regolatore della sensibilità, è possibile impostare manualmente sensibilità che vanno da 12 a 6400 ISO. Bisogna sempre prestare molta attenzione alla ghiera della sensibilità, e ricordarsi di cambiare la sensibilità quando s cambia la sensibilità della pellicola, eccezion fatta se si decide di lavorare solo con pellicole con codice DX e alla sensibilità nominale.

 

 

La staratura intenzionale dell’esposizione

Ecco il comando della staratura intenzionale dell’esposizione: protetto da un pulsante di sblocco – così come per modificare la sensibilità è necessario sollevare una ghiera, per evitare starature intenzionali – nella Nikon FM3A permette appunto di starare l’esposizione da +2 a -2 stop, frazionati in terzi di stop. Serve per “ingannare l’esposimetro e costringerlo a suggerire un tempo di scatto superiore o inferiore rispetto a quello impostato dall’esposimetro, che a sua volta dipende dalla sensibilità impostata, dal diaframma impostato e naturalmente dal tipo di soggetto.

La staratura intenzionale dell’esposizione funziona sia quando si impostano i tempi di scatto meccanici, da 1/4000 fino a 1 secondo, che in priorità di diaframmi. In modalità manuale è superfluo, nel senso che, una volta individuato il tempo dì posa suggerito dall’ago dell’esposimetro, basta impostare un tempo di posa più alto o più basso. Ovviamente in questo modo si sotto o si sovraespone di uno stop alla volta, mentre con la staratura intenzionale l’alterazione è più raffinata perchè è a incrementi di 1/3 di stop. Io personalmente la uso in priorità di diaframmi, quando voglio fare in bracketing di esposizione ed eseguo un primo scatto con il tempo che in questo caso imposterà la fotocamera, un secondo scatto a +1 o +2 e un terzo scatto a -1 o -2. Quando si attiva la staratura intenzionale dell’esposizione nel mirino in alto a sinistra compare un LED rosso di avvertimento. E’ molto importante, dopo aver eseguito lo o gli scatti starati, riportare la ghiera su “zero” per evitare di starare tutti gli scatti successivi.

 

 

Il caricamento della pellicola, l’approccio corretto

Il caricamento della pellicola è una manovra semplice, ma essenziale e va condotta con cura. Innanzitutto partiamo dall’otturatore, prodotto in lega di alluminio ma al contempo estremamente delicato: non va in alcun modo toccato con le dita e possibilmente neppure con la coda della pellicola durante il caricamento della pellicola. Dopo aver aperto il dorso per prima cosa è opportuno “tendere” la pellicola all’interno del rullino, ruotando il pignone in senso antiorario fino a che la coda della pellicola comincia a ritirarsi all’interno del rullino; questa manovra è necessaria per un accorgimento di carica e relativo controllo che spiegherò nel passo successivo.

 

 

Andiamo a incominciare

Quindi, dorso aperto, al riparo non solo dalla luce diretta del sole, ma se possibile in penombra, soprattutto se si utilizzano pellicole su base P.E.T. come la maggior parte delle pellicole Rollei ( il P.E.T. fa da fibra ottica e conduce la luce all’interno del rullino attraverso la coda ) la pellicola va posizionata nell’alloggiamento di sinistra, ed è il momento giusto per verificare sulla ghiera di regolazione della sensibilità ISO se approfittare del codice DX della pellicola per sincronizzare l’esposimetro o se impostare una sensibilità specifica, soprattutto quando si vuole effettuare un pull, ovvero tirare la pellicola, ovvero sottoesporla e successivamente sovrasvilupparla.

A destra si vede il rocchetto su cui si avolgerà la pellicola esposta, contrassegnati con il n.1 i denti di trascinamento che dovranno ingaggiare la doppia perforazione della pellicola, con il n.2 la fessura in cui si dovrà infilare la coda della pellicola, con il n.3 il dente che aggancia la coda della pellicola al rocchetto di avvolgimento. Se il rocchetto non è correttamente posizionato basta ruotarlo con il pollice fino a che la fessura non sarà in posiizione, non c’è bisogno di agire sulla leva di carica, perchè in questo modo si arma anche l’otturatore e sarà necessaria scattare a vuoto per permettere poi al rocchetto di continuare ad avvolgere la pellicola.

 

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