Ferrania Eura, molto camera, poco toy

Scritto, redatto e pubblicato da Gerardo Bonomo.

 

Si fa un gran parlare da tempo di toy camera. La storia della fotografia è punteggiata di toy camera, ovvero di fotocamere estremamente semplificate, utilizzabili da chiunque, spesso realizzate in materiali “poveri”, armate con ottiche di bassa risoluzione, spesso senza la possibilità di regolare nè il tempo di scatto, nè il daframma nè la messa a fuoco.

La produzione in occidente cessò dopo gli anni 70 mentre in oriente, soprattutto in Cina, prese vita, così da dare la possibilità a chiunque di fotografare, un fatto “nuovo” per certi popoli e per certi regimi.

Oggi esistono decine di modelli di toy camera in produzione pensate per un pubblico non alla ricerca di una fotocamera economica e di facile uso, ma di una fotocamera spartana, a pellicola, a bassa risoluzione e con risultati fotografici se non incerti, certamente con una bassa risoluzione e l’imposibilità di adeguare le funzionalità della fotocamera alle condizioni di luce, ottenendo così fotografie conspevolemente di bassa qualità.

 

 

Ma esistono ancora e sono facilmente reperibili, anche autentiche toy camera d’epoca, ovvero fotocamere del secolo scorso a bassa tecnologia, ma a volte con risultati, in termini di qualità fotografica, sorprendenti. Ho provato una Ferrania Eura della fine degli anni 50, e naturalmente sono rimasto più che sorpreso dai risultati che ho ottenuto.

La Ferrania Eura venne prodotta alla fine degli anni 50′. Utilizza pellicole 120, quindi una pellicola di formato professionale ma in questo caso la scelta del medio formato permette poi anche la semplice stampa a contatto in un formato più che accettabile ma soprattutto a un prezzo “quasi” alla portata di tutti.

Oggi è facilmente reperibile, usata, con prezzi intorno ai 40 Euro

 

 

L’obiettivo è un 80mm a lente singola; i diaframmi selezionabili solo due, f/8 e f/12; l’otturatore a ghigliottina consente un solo tempo di scatto a 1/50 di sec. Il mirino è galileiano e la messa a fuoco è regolabile, a stima, da 2 metri all’infinito.

Dispone di presa sincro flash e flash con lampade a bulbo one shot dedicato

La regolazione manuale della messa a fuoco è impostabile da 2 metri all’infinito; i diaframmi selezionabili sono due, f/8 e f/12,

E’ presente la classica presa syncro per utilizzare o il flash a corredo o, volendo, anche un flash di ultima generazione impostato su manuale; ‘otturatore a ghigliottina, che quindi non e necessario riarmare ad ogni scatto, è impostato su un tempo di scatto fisso a 1/50 di secondo; così si ottiene il vantaggio/svantaggio di poter effettuare anche doppie esposizioni: vantaggio per usi creativi e per ottenere tempi di posa più lunghi se la machina è assicurata su un treppiedi e il soggetto non è in movimento – basta premere la leva di scatto più volte per ottenere una somma di esposizioni e aumentare in questo modo il tempo di scatto, premendo la levetta cinquanta volte si ottiene un’esposizione di 1 secondo; svantaggio perchè se non ci si ricorda di far avanzare manualmente la pellicola ad ogni scatto, si ottengono delle doppie esposizioni non intenzionali.

 

Il dorso ha posizionata al centro la finestrella attraverso la quale si allineano e visualizzano progressivamente i numeri dei fotogrammi.

La Ferrania Eura, essendo un formato 6×6 cm, consente di scattare dodici immagini sulla comune pellicola 120

 

 

Sul fondello le due manopole: quella di destra serve a sbloccare il dorso, quella di sinistra a far avanzare la pellicola.

 

 

Caricare la pellicola è semplicissimo, quando compare la parola START e relativa freccia è sufficiente chiudere il corso e procedere con l’avanzamento della pellicola fino al fotogramma UNO.

Nell’immagine è visibile ll posizionamento corretto della pellicola sul fotogramma UNO.

 

Dalla brochure inclusa nella confezione della Ferrania Eura: Fotografare con Ferrania è semplice.

Lo evidenzia, per l’epoca, il fatto che è una mamma che fotografa il suo bambino.

Per quanto riguarda la scelta della pellicola consigliata, si fa riferimento, appunto, alla Ferrania P30 da 80 ISO.

 

Una delle campagne pubblicitarie della Ferrania Eura. Qui si fa riferimento anche alle emulsioni Ferrania Color sia a colori che invertibili; si fa anche riferimento a un grande concorso, per partecipare al quale basta inviare alla Ferrania ” il lato dell’astuccio della pellicola che porta il numero dell’emulsione “. In palio n.6 automobili Fiat 600 e n.6 televisori Radiomarelli 12 pollici.

 

 

L’articolo prosegue con ulteriori immagini e il test di scatto e sviluppo di una pellicola Rollei Retro 80S con i risultati ottenuti, sul sito di Gerardo Bonomo

Gerardo Bonomo.

2 Comments

  1. Davide Tambuchi Reply

    La Eura fa parte di una serie di fotocamere carine, che ogni tanto uso per cercare di rendere più interessante la foto di soggetti normalmente banali (ad esempio in estate nelle classiche foto in spiaggia). Perchè più banale è il soggetto e più si cerca di renderlo interessante con artifici tecnici. Ho una Diana, una Holga e una vecchia Kodak Brownie con cui sporadicamente mi diverto. Per i principianti un consiglio: una toy camera complica la vita, non la semplifica. Meglio iniziare con una reflex o telemetro semiautomatica (priorità di tempi o di diaframmi) o manuale e poi passare a queste fotocamere quando si ha abbastanza dimestichezza tecnica da capire quando NON le possiamo usare (scarsa luce, soggetto in veloce movimento).

  2. Gerardo Bonomo Post author Reply

    La Ferrania Eura non nasce come una toy camera, ma come una fotocamera essenziale alla portata di tutti, sia per la facilità d’uso che per il prezzo, comunque non indifferente, quasi 1300 lire negli anni cinquanta. Disporre in quel periodo di una fotocamera, pur semplificata, era già un lusso, così come era un lusso acquistare pellicole e farle stampare. La qualità ottenuta era, è più che sufficiente per fermare l’attimo, immortalare i ricordi di famiglia. Detto questo a causa delle sue limitazioni tecniche e qualitative oggi non è una macchina alla portata di tutti: bisogna avere davvero un occhio magico per ottenere una fotografia che travalica un risultato appena sufficiente sul piano della qualità. Ma all’epoca tanto bastava e ancora oggi è possibile ottenere fotografie straordinarie anche usando fotocamera estremamente semplificate, quelle che oggi vengono chiamate toy cameras. Ma bisogna essere straordinariamente bravi. Il senso del mio articolo è più incentrato sulla essenzialità dei mezzi fotografici popolari di una volta rispetto a quelli di oggi. E il senso sta nel fatto che una fotografia, soprattutto se si tratta di fotografie di famiglia, di ricordi, è talmente evocativa che travalica la qualità tecnica, che naturalmente non è affatto da disprezzare, al contrario. Concludo. Sono proprio le foto di famiglia, i ricordi personali, l’atto di immortalare una persona cara che rende questo “genere” fotografico il più importante per qualsiasi persona, sia essa una persona comune o un fotografo.
    Gerardo Bonomo

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