INTRODUZIONE
La frontiera, reale e immaginaria, che separa il Grande Formato dal “great beyond”, dall’ultraverso del grandissimo formato, rimane per molti assai lontana da raggiungere, sconosciuta, temuta, bramata ma evitata, a volte quasi sbeffeggiata con il sopracciglio alzato. Ma dai! Un mondo di gente ancora più strana di quelli già sui generis che lavorano in Grande. Very Large Format, Ultra… Roba da collodisti incalliti, gente che va in giro con un mulo o un furgone, oppure chiusa nello studio a sparare super flash o luci da 10000 watt. O forse giusto materia per gli americani, lì dove è tutto più grande!
Luoghi comuni? Verità? Quale possibilità ci sono di lavorare con il Grandissimo Formato? E qual è la sua praticabilità nell’ambito della fotografia “attiva”, sul campo, che fa quindi affidamento sui muscoli e sulla forza di volontà? Quale il senso di tutto ciò?
La recente uscita sul mercato della StenopeiKa Hyper 11×14” mi ha permesso, in qualità di tester del prototipo, di varcare il suddetto confine e di cimentarmi nell’utilizzo del very Large nel mio campo di lavoro abituale, ovvero la fotografia di paesaggio in montagna con relative escursioni a piedi per raggiungere i viewpoints da cui scattare. Follia? E chi lo sa! Intanto io vi presento le mie impressioni dopo alcuni mesi e alcune escursioni sulle spalle (ahi!). E, come di consueto, iniziamo con il descrivere lo strumento in questione.
DESCRIZIONE E DATI TECNICI
Era il mese di marzo 2021 quando una telefonata di Samuele Piccoli mi informa circa la possibilità di provare una nuova fotocamera 11×14”. A me brillano subito gli occhi! Una 11×14”?? Miseria si tratta proprio di Very Large Format, Ultra Grande Formato!! Quanto con esattezza? 27*36cm?? Quando si comincia? Detto fatto, ecco arrivare a studio una cassa di legno che, senza voler essere lugubri, aveva quasi le dimensioni di una bara. Roba da matti, ma quanto è grossa questa Hyper 11×14”?? Beh vediamo!
- Dimensioni da chiusa: 50*50*14cm
- Peso solo corpo: 9 kg
- Estensione massima: 97 (100) cm
- Estensione minima: 21 (9) cm
- Decentramento verticale: +7/-10 cm
- Decentramento laterale: non presente
- Tilt anteriore/posteriore: +20°/lim. dal soffietto
- Swing anteriore/posteriore: +/- 13°
- Prezzo solo corpo: 1587€
Da premettere innanzi tutto che il modello in mio possesso è un prototipo e quindi presenta alcune soluzioni tecniche minori che sono ancora in fase di sviluppo e perfezionamento proprio a seguito del mio test
Seguendo la tradizionale impostazione delle Hyper dei formati minori, la 11×14” mantiene la vocazione di modello “entry level”, per quanto in versione “advenced”. Quindi il materiale principale è il legno, in particolare multistrato di betulla verniciato di nero. Le parti metalliche sono limitate alle guide per il fuoco e alla struttura delle due standarde. Da segnalare subito l’assenza del decentramento laterale diretto, attuabile solo per via indiretta con lo swing delle due standarde. Osservando la macchina da chiusa appare già evidente la mole notevole e massiccia, per quanto lo spessore rimanga abbastanza limitato. Siamo in presenza di un oggetto che travalica di molto le dimensioni tipiche a cui è abituato l’utente medio del Grande Formato, praticamente delle dimensioni di un tavolino (50*50*14cm). Il vetro smerigliato è protetto dalla solita e ottima lastra magnetica stile StenopeiKa mentre sotto la base troviamo una generosa base per il cavalletto che agevola un buon accoppiamento, purché si usi una piastra di dimensione adeguata. Sulla parte superiore della base è presente un’asola a mò di maniglia che dovrebbe agevolare il trasporto della macchina da chiusa (ad esempio dalla borsa al cavalletto). L’idea non è male ma se non si fa attenzione la macchina tende ad aprirsi, una fettuccia di chiusura tra base e retro della macchina sarebbe utile!
Una volta su cavalletto, la procedura di apertura della Hyper è del tutto simile alle altre sorelle minori (e a tutte le folding StenopeiKa): prima si ruota di 90° la standarda posteriore, quindi si fa lo stesso con l’anteriore e infine si imposta lo “0” del decentramento verticale usando i consueti perni che scorrono orizzontalmente entrando nella guida e andando a battuta all’inizio della stessa. Ruotando la standarda anteriore, per non rischiare alla lunga di andare a intaccare il soffietto con i due elementi verticali metallici, conviene spingere il frame in legno verso l’alto mentre lo si ruota, comprimendo così il soffietto stesso, e infine rilasciandolo a rotazione della standarda completata (vedi video sottostante, al minuto 1:25).
Ora che è aperta la Hyper si presenta in tutta la sua enormità, dando plasticamente la netta sensazione di avere a che fare con uno strumento davvero extra large.
Prima di andare a vedere i vari elementi che la costituiscono appare subito evidente il design e la costruzione meccanica piuttosto semplici e lineari, senza sovrabbondanza di leve, manopole ed elementi meccanici a volte ridondanti su altri modelli, in favore di pochi elementi base ben assemblati. Ciò è ovviamente favorito dalla dimensione che permette di lasciare ampio spazio tra i suddetti elementi, mentre sui formati minori l’inevitabile miniaturizzazione del progetto in qualche caso ha portato ad un certo “assembramento” meccanico.
L’articolo StenopeiKa Hyper 11×14″ prosegue con altre foto, video e le conclusioni finali sul sito di Giulio Speranza.
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