In collaborazione, redatto e pubblicato da Nikonland
Di Max Aquila, Aprile 2021
Cosa mi spinge a procurarmi materiale Leica R del 1968 nel 2021 ?
Certamente curiosità di una vita da fotografo (tra poco saranno 50 anni dai primi scatti) e sopratutto continuità su di un filone ripreso da poco, quando vi ho presentato su Nikonland un altro pezzo da Novanta di questa categoria, forse addirittura il miglior soffietto di sempre sul mercato della fotografia, guarda caso anch’esso del 1968 e …guarda caso… Nikon (lui)
Così, grazie ai buoni uffici di New Old Camera di Milano, che nel suo new deal 2021 sta di certo privilegiando la velocità negli scambi, piuttosto che la permanenza a lungo sul listino del negozio, ho pagato ad un prezzaccio insperato la testa di obiettivo Macro Elmar 100mm f/4, prima serie del 1968 (pur con l’anomalia delle scritte incise sulla flangia frontale non verniciate in bianco) obiettivo che nella classificazione Leica corrisponde al codice 11230 (ogni “pezzo” Leica è germanicamente classificato). Tale testa ottica era una delle papabili per campeggiare sul mio mega soffietto Nikon PB-4 (previo debito anello adattatore)
Tutto bene fin qui…ma Watanabe nell’inserzione aveva messo anche il soffietto a doppia slitta Leica coevo all’obiettivo, classificato 16860: nel prezzo già ridicolo per il solo obiettivo, che è considerato uno dei Macro più coerenti fra centro e bordi, mai costruito. Sarà pure il mercato a stabilire il prezzo deiie attrezzature…e quindi, ben venga il Mercato!!!
Questo articolo vale per farvi ammirare la qualità e le scelte costruttive del soffietto tedesco, rispetto il punto di riferimento che il Nikon PB-4 continua ad essere anche maintenant!
Eccovi un soffietto compatto (rispetto dimensioni e scorrimenti barocchi del Nikon) che ha ben poco da invidiare al coetaneo nipponico, principalmente l’assenza del basculaggio della standarta anteriore, che caratterizza il soffietto Nikon, facendolo assomigliare ai successivi Nikon PB-5 e 6, tranne che nelle dimensioni e nel peso: quest’ultimo parametro determinante per la destinazione d’uso: 1240 grammi per il Nikon rispetto i 768 del Leica, che consentono di pensare al Bellow Leica come di un accessorio per la macrofotografia da campo, portatile, grazie anche alla sensibile differenza in altezza a suo vantaggio: la doppia slitta è mirabilmente incorporata sotto la staffa orizzontale, mentre quella Nikon è vincolata alla sbarra sottostante, avvantaggiandosi negli utilizzi di studio, dove la compattezza delle dimensioni ed il baricentro basso, sono concetti meno rilevanti che in esterni.
Il pulsante di sblocco dell’ottica sulla standarta anteriore, accanto al riferimento per il suo montaggio, colorato in rosso, il blocco di scorrimento sulla cremagliera, elegantemente rastremato con uno scalino, massiccio tanto da non far temere alcuna possibilità di flessione (e possibile salti nella progressività dello scorrimento).
La meravigliosa ingegneria tedesca si estrinseca nel righello metrico di scorrimento, girevole sui quattro lati, per mostrare a scelta il rapporto di ingrandimento del soffietto alle principali focali delle ottiche Leica utilizzabili, ossia 90, 100 e 135 mm e sulla quarta faccia, l’ampezza di estensione in millimetri del soffietto stesso…. Inarrivabile anche oggi: e stiamo guardando un oggetto costruito più di 50 anni fa!!!
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Grazie a Max Aquila, Mauro Maratta e a tutto lo staff di Nikonland
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