Leica M7 e Ferrania P30: Accoppiata vincente. (Seconda parte)

Segue dalla prima parte

Leica M7 e Ferrania P30: sul campo

Eccoci alla prova sul campo: uno shooting di ritratto davvero ai limiti: in plein air, con una pellicola di bassa sensibilità, non certo l’ideale per un ritratto, e difficile da sviluppare, una fotocamera con messa a fuoco telemetrica, priva quindi del controllo della profondità di campo; una mia personale necessità di lavorare comunque su treppiedi e in bolla. Complesso, molto, e per questo, entusiasmante.

I risultati?

Buona lettura e buona visione a tutti

Gerardo Bonomo

 

 

Era il lontano due aprile del 1958

Io sono nato il 27 marzo del 1958: condivido con la prima release della Ferrania P30 sia il segno zodiacale che l’anno, il mese e quasi il giorno di nascita…

 

 

Le prime pubblicità

Se oggi una sensibilità di 80 ISO, sia essa declinata in pellicola che in digitale ci fa quasi sorridere. in quel periodo erano la sensibilità ottimale: si scattava di norma solo in giornate di sole, e alla bisogna si usava il flash, spesso incorporato in alcune delle fotocamere prodotte dalla Ferrania stessa.

 

 

Non solo fotografia

Non dimentichiamo che la pellicola fotografica 135 altro non è se non la pellicola cinematografica semplicemente ruotata di 90 gradi. – l’idea fu del PADRE DELLA FOTOGRAFIA, Oskar Barnack e dell’invenzione dei prima LEICA. – LEICA – CAMERA -. Ferrania è da sempre stata la compagna fedele de neorealismo cinematografico di quel periodo e non solo. Registi come Fellini, Pasolini, Vittorio De Sica e Rossellini, solo per citarne alcuni hanno lasciato la maggior parte dei loro capolavori impressi su pellicola cinematografica Ferrania. La maggior parte dei film italiani girati tra il 1923 e il 1965 furono realizzati con pellicola Ferrania.

( nell’immagine un fotogramma dei titoli di testa del film Il conte Max di e con Vittorio De Sica, girato nel 1957 su pellicola Ferrania )

 

 

In principio era anche in formato 120

La Ferrania P30 era disponibile sia in formato 120 che 135. Il formato 120 era molto richiesto soprattutto dal pubblico ” della domenica” perchè consentiva stampe a contatto a buon mercato. Erano infatti molte le persone che possedevano una fotocamera in formato 120 piuttosto che 135, naturalmente non parliamo di marchi blasonati come Rolleiflex, ma fotocamere estremamente semplificate e dal costo più che accessibile. Non dubitiamo sul fatto che prossimamente vedrà la luce – o il buio – anche la nuova P30 in formato 120. Nel frattempo accontentiamoci del formato 135.

 

 

La Ferrania P30 di oggi

La Ferrania P30 attualmente disponibile è solo in formato 135.

Rispetto alla precedente emulsione di circa quattro anni fa sono stati apportati diverse migliorie. Non dispone, come la pellicola precedente, del codice DX che va quindi settato manualmente sulla fotocamera quando si utilizza il suo esposimetro incorporato.

Ferrania suggerisce di non utilizzarla in fotocamere dotate di motore di avvolgimento e riavvolgimento: si sono avuti casi di pellicole che con queste fotocamere hanno subito problemi. La pellicola è stesa utilizzando ben 5 gr di argento ogni metro quadro, quindi una pellicola ” succulenta” con, se correttamente sviluppata, una assoluta gamma tonale e la possibilità di incassare decorosamente sovraesposizioni fino a 2 stop.

 

 

Lo sviluppo

Lo sviluppo più indicata deve avere una buona riserva di energia ed essere possibilmente di profondità perchè l’emulsione è piuttosto spessa, e questo è uno dei motivi per cui si suggerisce un prebagno in acqua comune di ben 5′ a 22°C per preparare la pellicola a ricevere in modo adeguato lo sviluppo. La temperatura indicata NON va superata perchè se si superano i 24°C con alcuni sviluppi come l’R09 Spezial o il Bellini Hydrofen – quindi gli sviluppi che contengono fenidone – potrebbe aumentare il velo base.

Il Rollei Supergrain – qui fotografato nella sua livrea precedente e in quella attuale, la chimica NON è cambiata – che abbiamo utilizzato – in diluizione 1+12 per 7′,30″ a 20°C è uno sviluppo che lavora in profondità pur mantenendo le caratteristiche di acutanza di uno sviluppo di superficie.

Altri sviluppi consigliabili sono il Kodak D76 ( diluizione 1+3 per 30′ ) e la versione cine D96 ( utilizzato non diluito per 9′ ). Si possono usare anche i corrispondenti Ilford ID11 e Microphen perchè sono entrambi sviluppi di profondità. Va posta particolare attenzione con certi sviluppi , a cominciare dal R09: senza prebagno, se i soggetti hanno una notevole componente di rosso, le immagini tendono a diventare ortocromatiche perchè la quota rossa della luce si deposita sullo strato più profondo della pellicola; facendo il prebagno il problema non si pone. Se si desidera un maggiore contrasto invece l’R09 è raccomandabile alla diluizione 1+25 per 9′, con un breve prebagno, quindi del canonico minuto e non dei cinque minuti raccomandati. La Ferrania P30 ha indubbiamente meno grana delle consorelle come la Fp4 o la RPX 100, è una pellicola intermedia che guarda molto di più alle basse che alle alte sensibilità. Fotografando elementi come acqua o metalli lucidi si nota un rilievo inconsueto che rende la Ferrania P30 indubbiamente una pellicola “positivamente ” a sè stante. Per concludere trovate altre preziose informazioni sul sito www.punto.eu.

 

 

ARRESTO, FISSAGGIO, LAVAGGIO, PASSAGGIO IN ACQUA DEPURATA CON IMBIBENTE, ASCIUGATURA

Una volta terminato il particolare prebagno di 5′ a 22°C e in questo caso lo sviluppo con Rollei Supergrain 1+12 a 21°C per 7′, 30″, si passa all’arresto. Ho usato l’Ecostop di Rollei alla canonica diluizione di 1+19 per 1′ e a seguire il fissaggio, sempre di Rollei, l’Ecofix, alla diluizione 1+4 per 5′.

A seguire un sano lavaggio in acqua a 20°C per una decina di minuti e un passaggio finale in acqua depurata ( non demineralizzata ) con l’aggiunta di imbibente per scongiurare le macchie di calcare. Asciugatura al riparo da animali ed umani a temperatura ambiente il momento molto delicato dell’asciugatura, quando NULLA deve depositarsi sull’emulsione ancora umida per evitare che poi polvere o peggio rimanga irreversibilmente inglobata nella pellicola.

 

 

 

Codice DX, batch e data di scadenza

Attualmente la Ferrania P30 è sprovvista di codice DX, inoltre sulla confezione non è dichiarata una data di scadenza ma, a mio parere, un elemento ancora più determinante ed esaustivo: il batch di produzione: qui di seguito la tabella con i batch attualmente disponibili sul mercato.

Va tenuto presente che la pellicola NON conservata in frigo, ha un’aspettativa di vita dichiarata di 36 mesi, che possono come di consueto con le pellicole bianco e nero, quantomeno raddoppiate.

Coat date Batch #

  • 04/07/2019 59
  • 06/08/2019 60
  • 06/08/2019 61-1
  • 06/08/2019 61-2
  • 03/09/2019 62
  • 03/09/2019 63
  • 06/09/2019 64
  • 06/09/2019 65
  • 26/09/2019 66
  • 26/09/2019 67
  • 27/09/2019 68
  • 09/10/2019 69
  • 09/10/2019 70
  • 09/10/2019 71
  • 09/10/2019 72
  • 24/10/2019 73
  • 24/10/2019 74
  • 25/10/2019 75
  • 25/10/2019 76
  • 30/10/2019 77
  • 31/10/2019 78
  • 17/12/2019 81
  • 17/12/2019 82
  • 18/12/2019 83
  • 18/12/2019 84
  • 19/12/2019 85
  • 22/12/2019 86
  • 22/12/2019 87
  • 23/12/2019 88
  • 23/12/2019 89
  • 23/12/2019 90

 

Gli scatti realizzati con la Leica M7

Nonostante l’apparentemente disprezzato Summarit, o comunque indubbiamente non capito, i risultati dell’accoppiata M7 + Summarit + Ferrania P30 sono stati per me sbalorditivi. le foto che corroborano la parte successiva dell’articolo sono riproduzioni dei negativi, quindi la qualità è indubbiamente superiore rispetto alla riproduzione della stampa, che chiude in modo importante la gamma tonale e riduce a sole 40 linee/mm.

 

L’articolo continua con video e altre immagini sul sito di Gerardo Bonomo.

 

 

 

NOC SENSEI è un modo nuovo di vedere, vivere e condividere la passione per la fotografia. Risveglia i sensi, allarga la mente e gli orizzonti. Non segue i numeri, ma ricerca sensazioni e colori. NOC SENSEI è un progetto di New Old Camera srl

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