La data puntuale di presentazione della Zenza Bronica EC non è nota e anche la letteratura su questo marchio, poca devo dire, non fornisce informazioni precise se non per l’anno, indicato nel 1972.
Tempo fa ho trovato un accendino realizzato dalla casa giapponese nell’ambito di una produzione parallela a quella delle fotocamere avviata negli anni ’50 e proseguita almeno fino alle fine degli anni ’70.

Gli accendini Bronica, ai quali ho dedicato questo articolo, sono oggetti di un certo fascino ed almeno in questo caso consentono di risalire alla data ufficiale di presentazione del modello EC, il 28 marzo 1972, come nel modello commemorativo in foto.
Oggi quindi ricorrono i cinquant’anni dal lancio di questa fotocamera che rappresentò una ulteriore evoluzione della serie di SRL medio formato avviata nel 1958 dall’azienda giapponese con il modello Z, proseguita negli anni ’60 con la serie S, primo vero tentativo di contrastare le fotocamere di Victor Hasselblad.
Alla storia di Zenzaburo Yoshino e alle prime Bronica dedicai uno dei primi articoli pubblicati su SENSEI.
La Bronica EC è un modello di transizione tra la prima serie di fotocamere interamente meccaniche e la generazione di nuovi apparecchi che nel 1976 vedrà l’uscita della ETRS e qualche anno dopo della SQ.
Le prime SRL 6×6 Bronica furono peraltro portatrici di uno standard completamente diverso rispetto alle fotocamere svedesi sia nella scelta del tipo di otturatore sia nella progettazione del sistema di movimento dello specchio che consentì l’adozione di una particolare progettazione delle ottiche.
Difficile pensare che le Bronica S non influenzarono in Germania la progettazione della SRL medio formato di casa Rollei che delle Bronica riprendono alcuni principi di funzionamento.

Così come è abbastanza evidente quanto la Rolleiflex SL66 ispirò le forme ed alcune soluzioni della EC ad esempio nel design e nella tipologia di finitura del corpo macchina o nel sistema di posizionamento della volet del magazzino una volta che questo viene montato sulla fotocamera.

La Bronica EC ebbe nell’anno di uscita il primato dell’adozione di un sistema elettronico di funzionamento dei tempi dell’otturatore e nonostante la minor presenza di meccanica rispetto ai precedenti modelli, incrementò il peso a 1960 grammi solo corpo contro i 1780 grammi della S2A.

La gestione elettronica dei tempi permise l’adozione di un nuovo mirino loupe esposimetrico direttamente collegato al corpo macchina tramite i contatti elettrici presenti accanto allo schermo di messa a fuoco.

Gli appassionati Bronica ricordano bene il mirino esposimetrico della serie S che richiede il montaggio sul selettore dei tempi della macchina di una manopola aggiuntiva con tanto di cablaggio per trasmettere all’esposimetro il valore del tempo impostato.
Una ulteriore novità presente su questo modello è la possibilità di sostituire gli schermi di messa a fuoco.

Un’altra caratteristica della EC è il diverso funzionamento dello specchio rispetto alle precedenti serie.
Sulle Bronica Z ed S lo specchio in fase di scatto scivola verso il basso e una seconda tendina copre il vetro di messa a fuoco per evitare l’ingresso di luce parassita.

Questo sistema consentì a Bronica di adottare schemi non retrofocus per le ottiche che potevano occupare una più ravvicinata posizione al piano pellicola grazie all’originale sistema di ribaltamento dello specchio.
La complessità di questa soluzione e la realizzazione sui primi modelli S di molte componenti meccaniche con leghe metalliche meno resistenti, finirono per minare l’immagine di affidabilità di questi apparecchi che è sempre meglio controllare accuratamente prima di un eventuale acquisto.
La Bronica EC introdusse invece uno specchio reflex diviso in due parti ciascuna della quale incernierata rispettivamente nella parte inferiore e superiore della camera.
Questo sistema permise di rendere compatibili tutte le ottiche dei modelli precedenti semplificando non poco la meccanica dell’apparecchio.
A dispetto di questa semplificazione, la caducità dell’elettronica dell’epoca fa spesso arrivare ai nostri giorni questo modello con qualche problema di funzionamento dei tempi per via della rottura del componente di temporizzazione.
Questo guasto si manifesta quasi sempre con il selettore dei tempi impostato su valori diversi da quello della posa B, che funziona in modo meccanico, attraverso l’apertura dell’otturatore ed il successivo blocco in posizione aperta con lo specchio alzato ed è indipendente dallo stato di carica della batteria che è comunque facilmente verificabile attraverso il pulsante test presente sul corpo macchina.
Una volta bloccata in questa posizione, per poter chiudere l’otturatore ed abbassare lo specchio è necessario ruotare la manopola dei tempi fino a raggiungere la posa B.
Inutile dire che in queste condizioni la fotocamera non è utilizzabile.

Un possibile rimedio a questo tipo di malfunzionamento senza ricorrere ad interventi di riparazione, è l’utilizzo del mirino esposimetrico che una volta montato esclude il circuito temporizzatore della fotocamera essendo dotato di un’analoga componente propria.
Quando si monta il mirino esposimetrico, il selettore dei tempi della fotocamera può infatti rimanere impostato su qualsiasi tempo poiché fa fede quanto selezionato sulla manopola dei tempi del loupe sulla quale occorre impostare oltre alla sensibilità della pellicola, anche il valore minimo di apertura dell’obiettivo.
Con la Zenza Bronica EC si consolida il definitivo abbandono di Nikon nella produzione di ottiche medio formato per queste fotocamere.
Dell’origine dell’accordo tra Nikon e Bronica, risalente già alle seconda metà degli anni ’50, non si sa molto ed una delle teorie più accreditate, ed anche più verosimili dal mio punto di vista, attribuisce a Joe Erenreich importatore Nikon negli Stati Uniti, il merito di aver favorito questa collaborazione.
La Bronica EC monta quindi le prime lenti marchiate Zenzanon ed in alcuni casi, prevalentemente per il mercato inglese, anche il rarissimo Carl Zeiss Jena Biometar 80mm 2.8.
Nel 1975 viene presentato il modello TL che incorpora un esposimetro accoppiato e tempi e diaframmi con le indicazioni leggibili direttamente nel mirino.
Con l’uscita della SQ viene definitivamente cessata la produzione dei modelli EC ed EC-TL e con esse termina la gloriosa serie delle SRL Bronica con otturatore a tendina.
Zenza Bronica, come del resto Mamiya, farà in quegli anni una scelta diversa introducendo l’otturatore centrale nelle ottiche, seguendo così la via aperta da Hasselblad vent’anni prima.
Massimiliano Terzi
maxterzi64@gmail.com

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